Forse è la prima volta che Fratel Biagio Conte, il missionario laico fondatore della Missione Speranza e Carità di Palermo, si rivolge a un politico, facendone nome e cognome. Un messaggio diretto, lanciato dal suo giaciglio nel sagrato della Cattedrale, dove sosta, dall’inizio del periodo quaresimale, da 31 giorni in penitenza e a digiuno, con l’obiettivo principale della sconfitta della pandemia virale e il cambio di rotta di una società che va a rotoli, ed anche per i diritti dei migranti, e tutto questo attraverso la preghiera personale e degli amici e collaboratori della Missione che al momento assiste circa 400 persone in difficoltà. Il perché del messaggio rivolto proprio al politico Salvini è lo stesso fratel Biagio a dirlo, anche in riferimento all’udienza preliminare sul fermo della nave Open Arms del 20 marzo, a Palermo:
“Carissimo Salvini, spero tanto e speriamo tantissimo che darai una giusta svolta al tuo modo di vivere questa preziosa vita terrena. <Perché è amando che salveremo l’Umanità>, testimonia Raoul Follereau.
Carissimo Salvini, hai il dovere di aiutare e soccorrere chi è in difficoltà; è doveroso porgere la mano a chi sta per affondare per salvarlo; così facendo, ti salvi anche tu, Salvini.
Attenzione il respingimento è un brutto gesto di disumanizzazione, non è giusto respingere il nostro prossimo cioè il nostro simile”.
Alle parole rivolte al politico, aggiunge quelli per l’amata terra italiana e i Paesi tutti: “Carissima Italia, Europa, Inghilterra ed America non commettiamo il grave errore che nel passato si è commesso nei confronti del popolo africano. Basta all’ennesima Apartheid, ad una nuova forma di razzismo e di Xenofobia, ma sforziamoci di imitare un grande difensore dei diritti umani, Martin Luther King. Egli ci invita tutti a non attuare l’ingiusta discriminazione, ma a mettere in pratica il dono dell’uguaglianza e della fratellanza.
La storia ci testimonia il prezioso incontro fra i tanti popoli migranti e si scopre, come dice il Buon Dio, che siamo tutti stranieri in terra straniera; nessuno deve ritenersi titolare di un metro quadrato di questa terra. E’ giusto e doveroso comprendere che siamo frutto di tanti popoli e che siamo veramente tutti fratelli e sorelle in questa benedetta terra”.
V.C.