Catania News

Nel corso della notte, personale delle Volanti ha arrestato per il reato di estorsione in concorso due cittadini bulgari, S.K.S. classe 1999 e R.G.A. classe 1998. Nello specifico, personale dell’Esercito Italiano, impegnato nell’operazione “Strade Sicure” contattava la locale Sala Operativa chiedendo ausilio perché aveva fermato due soggetti che poco prima avevano sottratto dei soldi e il telefonino a un uomo, un 66enne residente a Messina, il quale aveva poco prima riferito al personale dell’Esercito che verso mezzanotte, mentre si trovava presso la stazione ferroviaria in Piazza Papa Giovanni XXIII dopo aver perso l’ultimo treno per rientrare a casa, veniva avvicinato da un soggetto, abbigliato con indumenti femminili, il quale chiedeva cibo e soldi.

Mosso da un sentimento di pietà umana la vittima prendeva il portafogli per donargli delle monete, ma il reo con mossa fulminea riusciva a sottrargli una banconota da 10 euro abbracciandolo per ringraziarlo. Al contempo si avvicinava ai due un altro uomo, anch’esso abbigliato da donna. La vittima si accorgeva a quel punto che dalla tasca del suo giubbotto mancava il cellulare e che il secondo soggetto si stava allontanando velocemente, mentre l’altro gli intimava di sborsare la somma di euro 50 per ottenere la restituzione del telefono.

Essendo solo a Catania e avendo necessità del cellulare, la vittima acconsentiva alla richiesta e si recava con i due rei presso uno sportello bancomat, ove con prepotenza gli veniva imposto di prelevare la somma di euro 100. I due uomini quindi afferravano le banconote e scappavano verso la stazione buttando a terra il cellulare. Anche la vittima, dopo aver recuperato il suo telefono, si incamminava verso la stazione e lì veniva avvicinata da personale dell’EI, che riusciva a bloccare nei pressi i due malfattori per consegnarli poi alla Polizia. Dopo la formalizzazione della denuncia da parte della vittima, cui veniva anche restituito gran parte del denaro (95 euro), i due bulgari venivano arrestati e su disposizione del Pm di turno sottoposti agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida innanzi al GIP.

Ieri pomeriggio, personale delle volanti è intervenuto in via Acquedotto Greco per sedare un’animata lite tra due nuclei familiari, passata anche alle vie di fatto, dovuta a incomprensioni che andavano avanti da tempo, legate ad una servitù di passaggio. All’esito dell’attività svolta si appurava in sede di denuncia che il richiedente l’intervento, dopo essere stato minacciato ed aggredito fisicamente dai vicini di casa, si era rifugiato all’interno del suo garage e, impaurito perché tali soggetti continuavano a colpire la saracinesca, aveva afferrato una forbice da giardinaggio per difendersi da un’eventuale ulteriore aggressione, chiamando al contempo le forze dell’ordine; l’uomo veniva poi trasportato in ospedale e refertato con prognosi di giorni 7 per un trauma cranico minore.

Versione diversa veniva fornita dai componenti dell’altro nucleo familiare, che rifiutando però di formalizzare querela, dichiaravano che dopo essersi recati a casa dell’uomo per avere dei chiarimenti ne nasceva una lite al culmine della quale il soggetto li minacciava, peraltro, in presenza di alcuni minori accorsi sul posto perché incuriositi dalle urla, con un oggetto descritto come un’accetta o un bastone avvolto con fil di ferro. A seguito della perquisizione del garage non si rinveniva nessuno dei due oggetti descritti, mentre gli operatori trovavano la forbice da giardino di cui aveva parlato in denuncia l’aggredito.

Rientrati sul posto insieme al denunciante gli operatori tentavano di ristabilire la calma e il dialogo tra le due famiglie ma la situazione si surriscaldava improvvisamente. Innanzi agli agenti uno dei componenti dell’altra famiglia, ossia il padre, minacciava di morte il richiedente, mentre altri due, i due figli, lo aggredivano colpendolo al capo, ma venivano immediatamente bloccati. L’uomo, che integrava la precedente querela, veniva accompagnato nuovamente in ospedale ove veniva refertato con ulteriori 10 giorni sempre per trauma cranico. I due aggressori venivano arrestati per il reato di lesioni personali aggravate e, su disposizione del Pm di turno, sottoposti agli arresti domiciliari in attesa del giudizio direttissimo. Altresì, si procedeva a denunciare per i reati di minacce gravi e lesioni personali il padre, mentre l’aggredito a sua volta veniva deferito all’Autorità giudiziaria per il reato di minacce aggravate con l’uso di strumenti atti ad offendere.

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