Cronaca

Sviluppare metodologie innovative e condivise, esportabili anche in altre aree del Mediterraneo, per contrastare l’introduzione, la naturalizzazione e la diffusione delle specie aliene invasive che arrecano danno alla biodiversità della Sicilia e dell’arcipelago maltese. Sono gli obiettivi del progetto di ricerca FAST – Fight Alien Species Transborder – finanziato dal Programma di cooperazione INTERREG V-A Italia Malta 2014-2021 –, che stamattina è stato presentato nel corso di un webinar organizzato dall’Università di Catania.

Un incontro che è stato aperto dal rettore Francesco Priolo dell’Università di Catania che ha evidenziato «l’importanza dello studio delle specie aliene e della tutela della biodiversità della Sicilia e di Malta che presentano ecosistemi molto simili». Nel corso dell’intervento ha sottolineato, inoltre, «la necessità di rafforzare la sinergia tra gli atenei e di tutti gli enti istituzionali e di ricerca siciliani e maltesi grazie ai progetti di ricerca dell’INTERREG Italia-Malta che permettono di individuare e applicare soluzioni tecnologiche finalizzate alla tutela delle coste delle due isole e del canale siculo-maltese».

Temi evidenziati anche dai ministri maltesi Anton Refalo (Agricoltura) e Aaron Farrugia (Ambiente), dall’ambasciatore italiano a Malta Fabrizio Romano, dal segretario parlamentare per i Fondi Europei Stefan Zrinzo e dal prorettore dell’Università di Malta Saviour Zammit.

Ad illustrare il progetto, che si inserisce nel quadro della strategia dell’Unione Europea rivolta al contrasto della perdita della biodiversità e del degrado degli ecosistemi, il prof. Giorgio Sabella del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania, responsabile scientifico di “FAST”.

«Le invasioni biologiche rappresentano il secondo più importante fattore di minaccia per la biodiversità – ha spiegato il prof. Giorgio Sabella ha spiegato il prof. Giorgio Sabella nel corso del webinar a cui hanno partecipato numerosi studiosi sul tema, anche internazionali come Russia e Iran -. Il progetto si propone di contrastare la diffusione delle specie aliene invasive a tutela della biodiversità della Sicilia e dell’arcipelago maltese tramite azioni che prevedono il loro riconoscimento e classificazione, contenimento e eradicazione, individuazione e gestione di percorsi e di veicoli di introduzione e diffusione, elaborazione di linee guida e adozione di best practices, ma anche di educazione e comunicazione ambientale».

Le azioni del progetto interesseranno alcune aree protette siciliane (Oasi del Simeto, Fiume Fiumefreddo, Macchia Foresta del Fiume Irminio e Pineta di Vittoria) e maltesi (L-Inħawi tal-Buskett u tal-Girgenti, L-Inħawi tax-Xlendi u tà Wied Kantra e Il-Magħluq ta’ Marsaskala) e saranno finalizzate anche allo sviluppo di metodologie innovative e condivise, esportabili nel bacino del Mediterraneo.

A seguire sono intervenuti anche il direttore del Dipartimento Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’ateneo catanese Agatino Russo, il capo di gabinetto della Città metropolitana di Catania Giuseppe Galizia, il commissario straordinario Libero Consorzio Comunale di Ragusa Salvatore Piazza, il responsabile del programma INTERREG V-A Italia-Malta Maria Cristina Stimolo, e il direttore del Funds and Programmes Division di Malta Carmen Dalli.

Sugli aspetti tecnici del progetto sono intervenuti anche Dennis Sciberras, direttore di Plant Protection del Ministero dell’Agricoltura di Malta, David Mifsud del Dipartimento di Scienze rurali e sistemi alimentari dell’Università di Malta, Gaetano Torrisi e Maria Carolina Di Mario dei rispettivi uffici Riserve naturali della Città Metropolitana di Catania e del Libero Consorzio Comunale di Ragusa e Darrin Stevens dell’Environment & Resources Authority di Malta. I lavori – moderati dal prof. Oscar Lisi dell’ateneo catanese, responsabile della comunicazione del progetto – sono stati conclusi dal prof. Gian Pietro Giusso del Galdo, direttore del Dipartimento di Scienze biologiche, geologiche e ambientali dell’Università di Catania.

Il partenariato è costituito dall’Università di Catania (ente capofila), Ministry for Agriculture, Fisheries, Food and Animal Rights di Malta, University of Malta, Città Metropolitana di Catania, Libero Consorzio Comunale di Ragusa, con la partecipazione dell’Environment & Resources Authority di Malta.

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