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Venerdì 4 giugno il dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania presenterà alla città l’Archivio del Museo della Fabbrica del Monastero dei Benedettini, cogliendo l’occasione della sesta edizione della Notte degli Archivi che rientra tra gli eventi del Festival Archivissima (https://www.archivissima.it/2021/) patrocinato dall’ANAI – Associazione Nazionale Archivistica Italiana, dedicato quest’anno al tema #generazioni.
L’iniziativa, promossa in collaborazione con Officine Culturali, s’intitola “Un progetto per Catania – L’archivio, l’Università e Giancarlo De Carlo” e sarà realizzata tramite una diretta streaming, a partire dalle 20, sul canale YouTube Zammù Tv (https://youtu.be/-8vL62qZb0M), condotta da Claudia Cantale, ricercatrice al Disum e responsabile della comunicazione dell’Archivio del Museo della Fabbrica.
In questa occasione, l’Ateneo e il Museo della Fabbrica, di cui è responsabile scientifica la prof.ssa Federica Santagati, offriranno l’opportunità di conoscere, attraverso le carte d’archivio, il progetto di Giancarlo De Carlo, l’ultimo architetto dei “Benedettini” che ha curato il recupero dell’ex complesso monastico e la sua ridestinazione a sede della Facoltà di Lettere e Filosofia per l’Università di Catania (oggi sede del Disum).
L’accesso agli scaffali dell’Archivio del Museo della Fabbrica permetterà di osservare da vicino disegni, gli schizzi, le lettere e i verbali di cantiere che raccontano la storia di una Università in evoluzione e di una sede che venne progettata per gli studenti e le studentesse.
La visita si sposterà poi dalla carta fino allo spazio materiale: agli spettatori verranno mostrati i luoghi di incontro e relazione del Monastero, dove generazioni di allievi e studiosi, ricercatori e personale, hanno contribuito a un’attività che ancora oggi rimane intensa.
Tra i protagonisti dell’iniziativa ci saranno anche Claudia Bernardo, Fabio Galano, Davide Medica, Verdiana Sinatra, Roberta Tomaselli, Sharon Tudisco, giovanissimi laureati Disum che, da studenti, hanno abitato il Monastero e che aggiungeranno le proprie storie come nuove fonti rigenerative ai racconti dell’archivio del Museo della Fabbrica.

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