Una riflessione sulla diversità e sulla difficoltà di integrazione e accettazione, sui pregiudizi nel nostro vivere insieme, sulle nostre debolezze ed insicurezze, sull’importanza che diamo alle opinioni di chi ci sta accanto. Ecco in sintesi i profondi temi della pièce “La Pacchiona“, riadattata dall’originale “Fat Pig” di Neil LaBute da Marcello Cotugno e Gianluca Ficca ed in scena al Palazzo della Cultura di Catania fino al 31 luglio, per la rassegna dello “Stabile” etneo “Evasioni 2021”.
In un impianto scenico simbolico e funzionale di Luigi Ferrigno e Sara Palmieri (che curano anche i costumi), con le luci di Gaetano La Mela, con la regia di Marcello Cutugno che si avvale della tipica ironia siciliana e del caratteristico stile “spaghetti western”, vengono affrontati i temi così cari a LaBute e che riguardano la crisi dei valori dell’uomo contemporaneo.
Il termine “pacchiona” in catanese è riferito ad una donna che si fa guardare e desiderare, in palermitano, invece, si intende una donna grassa e l’adattamento e la regia di Marcello Cotugno dell’originale “Fat Pig”, confeziona in circa 90 minuti una pièce ironica, divertente, originale,ma allo stesso tempo amara e che coinvolge il pubblico in numerose riflessioni proprio sulla necessità di apparire gradevoli, anche esteticamente, per essere apprezzati e inseriti dagli altri (amici, famiglia, colleghi di lavoro) nel tessuto sociale.
Il testo è stato dedicato da LaBute a David Mamet, suo idolo in gioventù e con i quattro protagonisti in scena racconta la storia del milanese Tommaso (un convincente Paolo Mazzarelli) che si innamora di Elena, simpatica, intelligente bibliotecaria con evidenti problemi di taglia (interpretata con dolcezza e determinazione dalla palermitana Federica Carruba Toscano) , che ama i classici film western e la cucina siciliana e che non si cura dei giudizi degli altri sul proprio aspetto fisico. L’amore di Tommaso è frenato dai pregiudizi dei colleghi di lavoro e malgrado abbia un atteggiamento critico nei confronti di una società che crea falsi modelli estetici, alla fine, pressato dai pettegolezzi, dalle battute dei due collegi di lavoro (la sua ex Patty/Patrizia – la sempre in forma Chiara Gambino – e l’amico antagonista Carlo – il pettegolo Alessandro Lui)- non riesce a portare avanti la relazione e cede alla propria debolezza, dichiarando l’incapacità di vivere un amore non accettato dalla collettività.
“La Pacchiona” è uno spettacolo moderno, scorrevole e ben interpretato dai quattro attori in scena (Paolo Mazzarelli, Federica Carruba Toscano, Chiara Gambino e Alessandro Lui) che si muovono in una scenografia a tratti surreale e che fotografa il loro ambiente sociale (l’ufficio, i luoghi del tempo libero, l’appartamento), destreggiandosi ottimamente tra le dinamiche spesso complesse, introspettive, del testo di LaBute. Piacevole nella pièce la partecipazione, quasi sempre in penombra, dei cowboy Salvatore Melarosa e Silver Ruggeri.
Lo spettacolo segue lo stile del teatro da camera, citando l’Intima Teatern di August Strindberg e puntando sulla recitazione relazionale e sulla credibilità dei personaggi. E’ soprattutto un invito implicito a riflettere sulla personale condizione di essere umano e sulla difficoltà sociale di perseguire i propri obiettivi.
Una pièce con una forte carica empatica, con vari momenti di riflessione profonda, nei quali il pubblico viene naturalmente coinvolto ed alla fine, tra gli applausi per interpreti e rappresentazione, si ritrova a meditare sui propri pregiudizi, sui condizionamenti e sulle debolezze del nostro sistema sociale.
“Il testo vuole offrirci – spiega il regista Marcello Cotugno –un’occasione per guardare a ritroso le nostre vite, per rifare il doloroso conteggio di tutto quello che ci è stato dato e tolto, di tutto quello che noi abbiamo lasciato andare e di tutto quello che gli altri ci hanno fatto credere. Un inventario crudele, di una vita forse solo apparentemente felice, che in realtà è stata una continua guerra piena di sconfitte e con pochissime vittorie sul campo”.
Scheda
“La Pacchiona”
Versione siciliana di Fat Pig di Neil Labute, traduzione e adattamento di Marcello Cotugno e Gianluca Ficca
Regia Marcello Cotugno
Con Paolo Mazzarelli, Federica Carruba Toscano, Chiara Gambino, Alessandro Lui e la straordinaria partecipazione dei cowboy Salvatore Melarosa e Silver Ruggeri.
Scene e costumi Luigi Ferrigno, Sara Palmieri
Luci Gaetano La Mela
Audio Luigi Leone, Colonna sonora a cura di Marcello Cotugno, aiuto regia Martina Glenda
Produzione Teatro Stabile di Catania – Palazzo della Cultura – Rassegna “Evasioni” – 21- 31 luglio 2021
Foto di scena Antonio Parrinello