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Agricoltura biologica, turismo sensoriale ed energie rinnovabili. Sono questi i tre settori interessati da un piano di investimenti che ammonta a 100 milioni di euro nel territorio del Val di Noto a firma dell’imprenditore svizzero Ueli Breitschmid.

L’annuncio è stato dato da Andrea Insenga Azzaro, uno dei project manager, che con l’azienda Bio Parco di Santa Chiara da anni si occupa proprio di energie rinnovabili, di agricoltura biologica, e da poco affacciatosi anche in quello del turismo sensoriale con l’importante progetto (pronto nel 2022) di riqualificazione della antica distilleria di San Paolo in complesso residenziale turistico recettivo, con una grande Spa e centro benessere di ultima generazione.

Ueli Breitschmid nel 1966 entra ufficialmente nell’azienda di famiglia Curaden, fondata dal padre odontotecnico nel 1954, ed attualmente ne è l’Amministratore Delegato, apportando importanti novità nella produzione dei prodotti ed un approccio globale al segmento medico. Alla ricerca di nuove ed importanti sfide Breitschmid vent’anni fa si innamora di questo lembo di Sicilia e in qualche modo ne resta legato acquistando la Cantina Palmeri, sita tra Noto ed Avola.

Ma da illuminato e lungimirante imprenditore capisce che le vocazioni del Val di Noto possono e devono essere canalizzate su specifici settori che ne declinino le naturali potenzialità. Ecco allora il progetto di condivisione degli investimenti che si strutturerà in due, al massimo tre anni, rappresentando un’opportunità più unica che rara per il territorio.

“La strategia di investimento si svilupperà su tre settori che definirei fondamentali per lo sviluppo del Val di Noto in termini di occupazione e sostenibilità – spiega Andrea Insenga Azzaro che sarà uno dei Project Manager-. Per me è un onore ed un piacere occuparmi di questa iniziativa che va a braccetto con quelle che da anni porto avanti nel sud est siciliano”.

Il giovane imprenditore netino ha da poco avviato anche il recupero di una antica struttura a Scoglitti (località balneare del Comune di Vittoria) che diventerà presto un wine relais, altra tipologia di proposta ricettiva che coniuga la produzione di vino con l’accoglienza, nell’ottica di un enoturismo, sempre più ricercato dai turisti italiani ed esteri, di qualità.

“Fare impresa, per il mio modo di vedere, significa non snaturare il territorio ma seguirne ed esaltarne le caratteristiche peculiari, la storia e il paesaggio, mettendo a frutto competenza ed innovazione”. Creando occupazione nella piena sostenibilità di costi e ricavi.

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