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Allentata la morsa della pandemia, però ancora presente tra noi e ritornati il pubblico nelle sale teatrali con la capienza del 100%, anche l’associazione culturale Terre forti di Alfio Guzzetta, archiviata ormai l’estate, sta cercando di organizzarsi per presentare alla città ed al proprio pubblico delle iniziative, degli spettacoli, in linea con le proprie caratteristiche, ovvero il recupero e la rivalutazione della nostra grande cultura popolare. “Ricordiamo che – sottolinea il fondatore e deus ex machina dell’associazione, Alfio GuzzettaTerre forti fonda le sue radici in un contesto socio culturale impregnato di usi e costumi popolari e tutto ciò è diventato negli anni una delle componenti fondamentali nella scelta del nostro percorso”.

Le vostre produzioni hanno sempre attinto o fatto riferimento alla Sicilia, alle sue tradizioni, espressioni e costumi..

“La nostra Isola, al centro del Mediterraneo, è stata da sempre crogiolo di incontri di popoli diversi che, trovandosi e scontrandosi, hanno determinato quello che siamo oggi, arricchendo la nostra anima di colori, i più svariati possibile. In questo percorso abbiamo incontrato modi, espressioni, maschere e autori spesso dimenticati. E tra questi c’è proprio il catanese Alfredo Danese, che ha speso tutta una vita nella ricerca e nella riproposta del nostro patrimonio popolare”.

Ma chi era Alfredo Danese? Ecco un suo breve profilo: Alfredo Danese, poeta, commediografo, disegnatore, attore e regista di teatro siciliano e instancabile animatore culturale, nacque a Catania il 14 febbraio del 1916 e morì il 20 luglio del 2009. Fondatore nel 1975 del Circolo “Arte e Folklore di Sicilia” e dell’omonimo giornale di poesia e teatro siciliano fra i più impegnati e duraturi del panorama isolano. Tantissimi i poeti che hanno frequentato, sostenuto e arricchito il Circolo e altrettanti autori hanno collaborato con il Giornale, anche se da esterni. Un “esercito” di persone che dagli anni Settanta in poi hanno dibattuto la questione del dialetto e del suo futuro, il rinnovamento della poesia siciliana.

Alfredo Danese

Proprio di Danese, attore, commediografo, poeta, bozzettista, avete deciso in questa stagione di riproporre Le farse di Peppe Nappa…

“Nell’ambito della nostra attività invernale ci siamo indirizzati sulle farse di Peppe Nappa di Alfredo Danese e le ragioni di questa scelta sono duplici: da una parte c’è la scelta di continuare a scavare nelle nostre peculiarità culturali – e la figura della maschera di Peppe Nappa ne è un emblema – dall’altra c’è la volontà di ricordare e rendere omaggio ad un personaggio come Alfredo Danese, poco apprezzato da alcuni “intellettuali” della nostra città che non hanno compreso i messaggi del suo teatro. Noi riteniamo che quella di Danese è stata una  presenza molto importante del nostra spazio culturale e per questo non va dimenticata”.

Oltre al segmento dedicato ad Alfredo Danese ed alle farse di Pepe Nappa come avete immaginato la vostra programmazione invernale?

“In una condizione – ci auguriamo – di ritrovata normalità, contiamo di riproporre i nostri due lavori estivi “Mao, Belzebù e il Padreteno” ed “Aracneide” e poi di recuperare una serie di monologhi e dialoghi di Karl Valentine, già in prova e che sono stati interrotti dalla pandemia. Nelle scuole infine vorremmo presentare, per il recupero delle nostre tradizioni, le “Storie di Giufà” e un recital sull’Olocausto”.

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