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La Sala Futura di Catania, in via Macallè 3, ha aperto la nuova stagione con l’intrigante ed originale pièce di Rosario Palazzolo “Eppideis”, monologo interpretato da Silvio Laviano e prodotto dallo “Stabile” etneo. Indubbiamente – come afferma lo stesso autore – si tratta di un lavoro atipico, particolare, che a tratti confonde, ma che porta anche lo spettatore ad interrogarsi, a riflettere, sulle tante sfaccettature della realtà, sulla capacità di adattamento, sulle nostre manie, sul nostro modo di reagire alla vita, suoi nostri fallimenti e su determinati meccanismi di finzione necessaria, di ribaltamento della realtà.

Una scena di “Eppideis” (Foto Antonio Parrinello)

In una scena coloratissima – come i costumi – (una stanzetta con arredamento anni Cinquanta simile ad un set cinematografico), curata da Mela Dell’Erba, si muove il protagonista, Silvio Laviano, nei panni di Gioni, una ragazzina di tredici anni, sorridente, solare, empatica, che vive nel mondo felice e scintillante dei meravigliosi anni Cinquanta, nella realtà immaginifica del telefilm “Happy Days”. Laviano – Gioni, con i suoi vestitini colorati, con i suoi baffi, il suo mondo ribaltato e falso, scende spesso tra il pubblico, fissa ed interroga gli spettatori chiamati con i nomi di personaggi della sua realtà immaginaria, coinvolgendoli così nel suo futuro distopico, in una dimensione cercata, costruita e dentro un ambiguo personaggio femminile, oscurando una realtà inaccettabile.

E la cittadina di Gioni, la sua “Milvuochi”, i suoi amici e amiche, i suoi amori desiderati, la sua realtà perfettina, fatta di prati, casette, aiuole, boogie boogie e rock and roll, è falsa. Quello che ruota attorno a Gioni è solo finzione come un set da sit-commedy. Il personaggio creato dall’autore è proiettato in un mondo solo immaginato, finto, così come il linguaggio dell’autore è una sorta di italiano che scimmiotta un inglese monco e deformato come il futuro distoico di Gioni.

Ancora Laviano in scena (Ph. Antonio Parrinello)

Anche il pubblico, che viene coinvolto nella finzione, è costruito, è frutto di una creazione dell’autore che, alla fine, di presenza ed in sala, stoppa, blocca, il suo Gioni e, in perfetto abito scuro, microfono in mano, spiega allo spettatore, sorpreso e disorientato, le sue ragioni o meglio quelle della sua creazione artistica. Palazzolo, drammaturgo, scrittore, regista e attore palermitano, offre la sua personale versione – scritta, detta e rappresentata – di un processo inevitabile, in cui apprendere significa acquisire una consapevolezza, che non può che determinare una fine, la fine della rappresentazione.

“Eppideis” è un testo difficile da inquadrare ed anche da raccontare in quanto capovolge la realtà, fa guardare il mondo da un’altra prospettiva, da un colpo di spugna alle tue considerazioni o certezze e proietta in una dimensione colorata, confortevole, ma falsa. L’universo di Gioni, il suo universo degli anni Cinquanta, è una illusione, un sogno che vive dentro un mondo di fantasia, di concestti astratti.

La camaleontica interpretazione di Silvio Laviano è supportata durante la pièce dalle voci di Cosimo Coltraro, Manuela Ventura, Viola Palazzolo e Rosario Palazzolo. Le musiche originali e gli effetti sonori sono di Gianluca Misiti, la regia è dello stesso autore con l’assistenza di Gabriella Caltabiano, le luci sono di Gaetano La Mela. La pièce, che ha debuttato a Catania per la stagione numero zero della Sala Futura, è adesso in tour in Italia.

Silvio Laviano e Rosario Palazzolo a fine spettacolo – Ph. A. Parrinello

Scheda

Eppideis

Testo e regia Rosario Palazzolo

Con Silvio Laviano e le voci di Cosimo Coltraro, Manuela Ventura, Viola Palazzolo e Rosario Palazzolo 

Scene e costumi Mela Dell’Erba 

Musiche originali e effetti sonori Gianluca Misiti 

Luci Gaetano La Mela

Assistente alla regia Gabriella Caltabiano

Produzione Teatro Stabile di Catania

Si ringrazia l’Associazione culturale Peppino Impastato di Salemi

Foto Antonio Parrinello

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