Una passione per lo sport in genere, per le storie sportive da raccontare, per quei personaggi o risultati che rischiano spesso di cadere nel dimenticatoio, una predisposizione al racconto dell’evento sportivo o del singolo atleta o personaggio in modo semplice ed essenziale, con occhio critico e da storico. Queste le caratteristiche di Roberto Quartarone e Sergio Nunzio Capizzi che hanno realizzato il prezioso volume “Calcio femminile Gravina, la Stella del Sud”, preceduto da “Il cielo è rosa sopra il Cibali”.
Pubblicato su Amazon, rappresenta la seconda e ricca testimonianza sul movimento calcistico femminile a Catania, consegnando agli appassionati di statistiche, di storie e di personaggi legati a quell’affascinante mondo in “rosa” una preziosa fonte di informazioni e di piccoli e grandi particolari. “Calcio femminile Gravina, la Stella del Sud”, è un corposo libro di 326 pagine, redatte con scrupolo e grande passione e che ricostruiscono in modo completo – attraverso 40 schede di calciatrici e membri dello staff, 350 fotografie, tabellini e risultati di 700 partite – la storia del glorioso undici biancoverde del presidente Gianfranco Forza che, ricordiamo, ha giocato nelle sue 27 stagioni sul terreno del “Matteotti” di Gravina. Una preziosa opera di ricostruzione di una gloriosa società, dagli albori nel 1979, passando dalle fusioni con Libertas Nesima e Ceramiche Pantò, fino alla “chiusura” forzata nel 2006.
Il volume si avvale della prefazione firmata dal giornalista Maurizio Sesto Giordano, direttore di “Cronacaoggiquotidiano.it”, negli anni Novanta, attento cronista sportivo per agenzie e quotidiani delle imprese e delle vicissitudini dell’undici gravinese.
“Mi ha fatto piacere – dichiara Maurizio Sesto Giordano – l’invito dei due autori che mi hanno chiesto di scrivere la prefazione del loro prezioso volume che racconta un periodo sportivo ricco di risultati e di successi per il Gravina calcio femminile. Debbo dire che scrivere la prefazione mi ha riportato indietro nel tempo, agli anni Novanta, quando quelle gloriose calciatrici davano tutto al “Matteotti”. Quello che si vedeva in campo era un calcio diverso da quello attuale e così come si riscontra anche nel calcio maschile c’era in campo più passione, c’erano valori che oggi non troviamo più. Allora era davvero un piacere, uno spettacolo, vedere in campo quelle ragazze ed era apprezzabile il sacrificio, l’impegno della dirigenza gravinese e del presidente Forza per portare avanti la squadra. Davvero un bel periodo quello vissuto anche dal sottoscritto e raccontato nei minimi particolari dai due autori”.
Il libro verrà presentato domenica 19 dicembre, alle ore 17.30, nel vecchio Municipio di Gravina di Catania alla presenza dei due autori Roberto Quartarone e Sergio Nunzio Capizzi. Presenti il sindaco di Gravina, Massimiliano Giammusso, il sindaco di Paternò, Nino Naso, Francesco Marcantonio, assessore allo Sport di Gravina e Fabio Certo, presidente Pro Loco Gravina. Gradite ospiti le giocatrici del Gravina Calcio Femminile, a moderare l’incontro Fernando Massimo Adonia, direttore di “Paesi Etnei Oggi”.
Il libro è dedicato al presidente Gianfranco Forza, artefice della meravigliosa favola del Gravina Calcio e alla memoria di Rosalia Di Maio, centrocampista dell’undici gravinese negli ultimi anni di storia del sodalizio etneo, scomparsa prematuramente.
Abbiamo voluto ascoltare i due autori Roberto Quartarone e Sergio Nunzio Capizzi per conoscere meglio come è nato questo volume, raccogliendo le loro impressioni e cercando di scoprire a cosa stanno lavorando.
Raccontate la preziosa e certosina stesura del volume di ben 326 pagine con la storia del Gravina calcio, dagli albori nel 1979, fino alla chiusura forzata nel 2006….
Quartarone: “Nel 2001, con il mio compagno di banco andai a vedere il primo derby Gravina-Palermo in Serie A. Due anni dopo, ho conosciuto il presidente Forza, che mi ha rilasciato un’intervista al campo in terra battuta del “Matteotti”. Da allora sembra passata una vita, ma sono quelli i semi che nel 2019 hanno spinto me e Sergio ad andare oltre al semplice racconto dello scudetto della Jolly Catania e quindi ad approfondire il calcio femminile all’ombra dell’Etna. Per mesi ci siamo chiusi in biblioteca e cercato al telefono tanti dei protagonisti. “Calcio femminile Gravina” è dunque frutto di due anni di lavoro, ma ha radici ben più antiche”.
Capizzi: “Per realizzare un libro che non contenga soltanto spunti romanzati degli eventi sportivi, bensì anche tutto il corredo di dati statistici, la difficoltà principale è data dal reperimento del materiale d’archivio nelle biblioteche catanesi, ancor più se pensiamo alle restrizioni vigenti oggigiorno in materia di Covid. Non di meno il calcio femminile è stato spesso bistrattato dai quotidiani locali e, se abbiamo quasi tutte le informazioni necessarie per ciò che concerne il periodo d’oro della compagine catanese, ovvero gli anni novanta, diventa impervio trovare tabellini dopo la rovinosa caduta del Gravina in serie A2 del 2002 che di lì a pochi anni porterà allo scioglimento della società presieduta da Gianfranco Forza. Una grossa mano in tal senso ci hanno fornito Luca Barboni, autore di diverse pubblicazioni statistiche sul calcio femminile, e la signora Mattia Elvira La Rosa, moglie del presidente Forza, che ci ha messo a disposizione l’intero archivio di famiglia, una ricca miniera di foto, ritagli di giornale, e cimeli di ogni genere che hanno permesso la realizzazione di un volume che si può definire enciclopedico”.
Secondo voi quali sono le differenze e le similitudini tra calcio femminile e maschile?
Quartarone: “Undici calciatori, due porte, un arbitro, vince chi fa un gol in più: i punti in comune sono questi, ma le differenze sono ben di più. Poca gente si interessa al calcio femminile, poche sono le calciatrici e troppi i pregiudizi. Tutto questo genera un ambiente ristretto, povero non solo economicamente ma anche di idee e di iniziative. E così tutto finisce sulle spalle di mecenati visionari come Forza. Gli interessi che muove il calcio maschile sono enormemente maggiori”.
Capizzi: “La passione di chi scende in campo è la stessa al di là del sesso, anzi abbiamo constatato, ascoltando i racconti dei vari allenatori succedutisi sulla panchina biancoverde, che spesso le donne hanno uno spirito di sacrificio, sopratutto negli allenamenti, maggiore rispetto ai loro colleghi maschi. Il rovescio della medaglia è dato dalla forza fisica che, per quanto curata e magari supportata da una buona tecnica individuale delle calciatrici, non potrà mai essere paragonata al pari di quella degli uomini”.
Cosa è rimasto oggi di quel calcio femminile così avventuroso, epico e passionale?
Quartarone: “Solo i rapporti tra le calciatrici, che sono rimaste molto legate fra loro, una famiglia. Sono nate coppie e amicizie, legami indissolubili. Sportivamente, non è rimasto nulla: l’unica squadra attuale della provincia di Catania, che fa capo al Calcio Catania maschile, è lontana anni luce dalla realtà del vecchio Gravina”.
Capizzi: “Lo spirito di sacrificio delle ragazze che si affacciano al mondo della pedata. In una donna deve scorrere nel sangue, a mio avviso, l’amore per il calcio. Più facile per una ragazzina essere indirizzata in giovane età a praticare danza o pallavolo per esempio, piuttosto che dare calci ad un pallone”.
Quali delle 40 schede contenute nel libro vi ha coinvolti o interessato di più?
Quartarone: “Le più interessanti sono quelle calciatrici che hanno vissuto di questo sport per anni, che ne hanno fatto una ragione di vita: Loritto, Siano, Ancora, Pavone, Messina, Marsico, Colasuonno… Tutte atlete tanto differenti fra loro quanto accomunate da una passione viscerale che le ha spinte a lasciar casa e vivere a Catania solo per amore del pallone”.
Capizzi: “I racconti di Fully Di Bartolo, ala che segnava gol spesso pesanti ai fini del risultato, e Susy Siano, baluardo della difesa gravinese, sono quelli che mi hanno personalmente appassionato maggiormente, anche perchè abbiamo avuto il piacere insieme a Roberto di poterle intervistare di presenza. Susy peraltro è una fonte di ricordi inesauribile: nonostante siano passati ben quindici anni dallo scioglimento della società, nella sua memoria alcuni episodi sono talmente nitidi come fossero accaduti solo ieri. Questo ci ha consentito di poter raccontare attraverso le pagine del libro, aneddoti di come si viveva l’atmosfera dentro e fuori dal campo, fra giocatrici, allenatori e dirigenti”.
Con “Calcio femminile Gravina, la Stella del Sud” avete raggiunto un obiettivo, fornendo agli appassionati un volume che raccoglie tutti i risultati, le vicissitudini di questa storica squadra, adesso cosa state preparando?
Quartarone: “Personalmente, sto lavorando su tre libri che nei prossimi mesi vedranno la luce. Quello con Sergio sulla squadra Primavera sarà un’ennesima impresa stancante ma che ci darà delle belle soddisfazioni”.
Capizzi: “Insieme a Roberto abbiamo costituito un gruppo di lavoro col quale abbiamo intrapreso un nuovo progetto legato al calcio giovanile etneo. Il leit motiv è sempre lo stesso, raccontare le storie di sportivi meno noti, accostando ai racconti la statistica di supporto. Per adesso è ancora presto e prematuro scendere in dettagli più articolati, ma sicuramente con l’anno nuovo potrebbero esserci buone nuove per dirigere in porto anche questa prossima opera”.