Cronaca

La tecnologia Blockchain, alla base della ‘next web revolution’ ovvero il Web3, l’Internet decentralizzato naturale evoluzione dell’attuale web, continua la sua crescita a livello mondiale.
Basti pensare che al 2021 risultano sviluppate, da parte delle pubbliche amministrazioni e delle aziende, ben 370 progetti con investimenti in continua crescita (28 milioni di euro nel 2021, 5 in più rispetto al 2020 e 30 milioni) stando ai risultati della ricerca dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger della School of Management del Politecnico di Milano. Una tecnologia nata nel 2008 con i Bitcoin e adesso in continua evoluzione in diverse direzioni a sostegno della nuova versione del web.
E proprio l’Università di Catania in questo campo, grazie all’ambizioso progetto di ricerca europeo denominato POC4Commerce finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione Europea, ha sviluppato un nuovo livello di software per potenziare la tecnologia blockchain inclusa nella più ampia famiglia delle Distributed Ledger, ovvero sistemi che si basano su un registro distribuito, che può essere letto e modificato da più nodi di una rete.
Le applicazioni della Blockchain, che potrebbero essere rilevanti in futuro in numerosi settori, sono spesso contraddistinte dalla necessità di disintermediazione e decentralizzazione. Una innovazione che, quindi, consente, potenzialmente, di fare a meno di banche, notai, istituzioni finanziarie e così via.
«Il progetto ha raggiunto il suo obiettivo di sviluppare un livello software che rende la tecnologia blockchain prontamente disponibile agli sviluppatori di smart contract e applicazioni decentralizzate, ma anche agli utenti finali, facilitando la gestione sicura dei token rappresentativi di un bene – spiega il prof. Giampaolo Bella del Dipartimento di Matematica e Informatica, esperto di cybersecurity e responsabile scientifico di “POC4Commerce” –. Grazie alla collaborazione con Sicilian Wheat Bank S.p.A., i nostri prototipi funzionano su scenari di commercio elettronico, ma in generale possono essere utilizzati in tutti i contesti d’uso basati su tecnologia blockchain».
«Siamo riusciti a realizzare un nuovo modello di rappresentazione e descrizione della blockchain sfruttando tecnologie del Web Semantico in modo tale che i programmi eseguiti sulla blockchain possano essere indicizzati, quindi essere ricercabili. Il progetto conferma il livello d’avanguardia della ricerca e sviluppo di elaborazione di prototipi di enorme impatto industriale in Europa raggiunto dall’ateneo catanese» ha aggiunto il prof. Giampaolo Bella, coordinatore del team dell’ateneo catanese composto anche dai docenti Daniele Francesco Santamaria, Marianna Nicolosi-Asmundo e Domenico Cantone.
«Questi programmi sono adesso accompagnati da una descrizione semantica che risulta chiara e di facile accesso agli utenti, conducendo così la tecnologia blockchain verso nuove prospettive commerciali, ad esempio a supporto dell’emergente mercato dei cosiddetti ‘token non fungibili’ (NFT)» ha spiegato la prof.ssa Marianna Nicolosi Asmundo, esperta di Web Semantico.
«I nostri prototipi permettono la comprensione automatica della natura dei token che possono essere commercializzati sulla blockchain, degli smart contract che li gestiscono e delle azioni che li coinvolgono» ha aggiunto il prof. Daniele Francesco Santamaria, esperto di ontologie e sviluppo software
Per il prof. Domenico Cantone, responsabile della sezione degli Informatici del Dipartimento di Matematica e Informatica, «il progetto estende le frontiere dell’applicabilità dell’approccio ontologico a problemi reali complessi come l’utilizzo della blockchain nel commercio elettronico e ne delinea, nel contempo, nuove prospettive e istanziazioni, ad esempio verso l’Internet delle Cose”.

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