Intenso e coinvolgente al “Verga” di Catania “Servo di scena” di Ronald Harwood, per lo “Stabile” etneo, con l’eclettico Geppy Gleijeses, omaggio a Turi Ferro nel centenario della nascita

Una scena - Foto Tommaso Le Pera

E’ sicuramente un inno al teatro, alla sacra rappresentazione sulle tavole del palcoscenico, l’edizione di “Servo di Scena” di Ronald Harwood, proposta alla Sala Verga di Catania, per la stagione di prosa dello “Stabile” etneo, produzione Gitiesse Artisti Riuniti e “Stabile” di Catania, con una magistrale interpretazione di Geppy Gleijeses in scena con un cast di notevole spessore. Lo spettacolo, strutturato in due atti di quasi due ore, per la traduzione di Masolino D’Amico, è diretto con mano felice da Guglielmo Ferro che, in passato, ha già diretto il lavoro, nell’edizione che vide nel ruolo di Sir, il padre, Turi, al quale è dedicato lo spettacolo nel centenario della nascita.

Geppy Gleijeses e Lucia Poli – Ph. Tommaso Le Pera

La pièce è giocata sul discorso meta teatrale ed è ritagliata ad hoc su una figura di attore carismatico com’è appunto l’eclettico Geppy Gleijeses che impersona con grande padronanza ed efficace l’istrionico capocomico Sir, ormai in crisi, in fase calante, ma sempre capriccioso, vanitoso, in scena e soprattutto dietro le quinte dove vive la sua vita il suo assistente, il dresser Norman, impersonato dall’ironico ed indispensabile Maurizio Micheli, che ben rappresenta in scena il suo mix di pazienza e humour. Entrambi sono i due protagonisti nella pièce, su sponde opposte, nel loro essere diversamente mattatori: Geppy Gleijeses  “Sir”, ormai arrivato ad una notevole maturità espressiva, anche nei suoi silenzi e Micheli nei panni di Norman che interpreta la sua parte sul filo di una sotterranea, angosciante isteria ed alla fine di assoluta disperata solitudine. Di grande rigore e di sottile umorismo la Milady di Lucia Poli, altra interprete dalla solida ed assodata caratura teatrale.

Il manifesto di “Servo di scena”

La vicenda si svolge nell’Inghilterra degli anni ’40 dello scorso secolo, tra la devastazione per i bombardamenti nazisti, con gli inglesi davvero eroici a non piegarsi al nemico e, capaci di condurre la propria esistenza, con tutto l’aplomb che da sempre la contraddistingue, fingendo che nulla fosse mutato. In questa atmosfera si dipanano le vicende di Norman, il servo di scena, il segretario personale del primo attore, che non concepisce neppure per un momento che Sir Ronald, cui egli presta tutte le proprie cure, possa, sebbene colpito da un malore, non andare in scena con il suo “Re Lear” annullando uno spettacolo per il quale gli spettatori hanno già pagato il biglietto. A questo punto tra i capricci e le difficoltà di “Sir”, i contrattempi si moltiplicano, fanno sorridere e mettono in luce i sentimenti dei personaggi oltre a tutte le difficoltà che affronta una compagnia eroica, ma priva di mezzi, il cui capocomico, un tempo osannato da pubblico e critica, ha fatto di Shakespeare il centro della propria vita e del teatro. Nel finale, però, tutto si fa tragico quando le condizioni di “Sir”, al termine della recita, peggiorano ed il primo attore muore, dopo aver mostrato a Norman una bozza dove tra tanti nomi e tanti ringraziamenti lui non è nemmeno menzionato, dopo anni di gratuita dedizione e sofferenze. La morte di Sir Ronald per Norman è devastante, in quanto si sente perduto e non riesce a concepire la sua vita fuori dal teatro.

Suggestivo l’impianto scenografico, su due piani, di Guglielmo Ferro. Al piano superiore il pubblico può vedere le quinte dove si preparano gli attori, con gli oggetti utili per la rappresentazione, in basso invece il sacro camerino di Sir, vera e propria dimensione esistenziale per Norman. I costumi sono di Chiara Donato, gioco luci di Luigi Ascione e musiche di Alessandro Pace.

Da sinistra: Micheli e Gleijeses – Ph. Tommaso Le Pera

Oltre alle applaudite interpretazioni del “Sir” di Geppy Gleijeses e del Norman votato al suo primo attore, sofferto, ironico e nevrotico, dedito all’alcol di Maurizio Micheli suscitano l’apprezzamento del pubblico anche Roberta Lucca con la sua Madge,  integerrima assistente di scena e da sempre innamorata di “Sir”, Lucia Poli nella Milady insoddisfatta moglie di un mostro sacro del teatro e poi Elisabetta Mirra nei panni di Irene, Agostino Pannone in quelli di Geoffrey Thornton e Antonio Sarasso in quelli di Mr. Oxemby.

Un vero e proprio capolavoro del teatro reso con grande efficacia da una affiatata compagnia che ha raccolto i reiterati applausi del pubblico. Lo spettacolo sarà in scena al “Verga” di Catania sino a domenica 20 marzo.

Scheda

SERVO DI SCENA

di Ronald Harwood

traduzione Masolino D’Amico

regia Guglielmo Ferro

con Geppy Gleijeses, Maurizio Micheli, Lucia Poli

e con Roberta Lucca, Elisabetta Mirra, Agostino Pannone, Antonio Sarasso

costumi Chiara Donato

luci di Luigi Ascione

musiche di Alessandro Pace.
produzione Gitiesse Artisti Riuniti e Teatro Stabile di Catania 

OMAGGIO A TURI FERRO NEL CENTENARIO DELLA NASCITA

Sala Verga – Stagione Teatro Stabile di Catania – 15-20 marzo 2021

di Maurizio Sesto Giordano 710 articoli
Giornalista con esperienza trentennale nella carta stampata, ha collaborato per oltre venticinque anni col “Giornale di Sicilia”. Cronista e critico teatrale, da anni collaboratore dell’associazione Dramma.it, cofondatore nel 2005 del quotidiano di informazione www.cronacaoggiquotidiano.it. Esperto in gestione contenuti, editing, video, comunicazione digitale e newmedia, editoria cartacea, consulenza artistica, teatrale e sportiva.

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