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L’attualità di un episodio storico accaduto 162 anni orsono riporta subito alla mente i giorni che stiamo vivendo contrassegnati dal dramma devastante del conflitto in atto in Ucraina dove un popolo difende strenuamente la propria libertà dalla violenza sanguinaria e neoimperialista di un regime che intende sottometterlo.

Guia Jelo in “Peppa la Cannoniera”

Lo spettacolo “Peppa la Cannoniera” andato in scena al Teatro Brancati di Catania, con repliche sino al 10 aprile, racconta l’eroina siciliana del Risorgimento italiano descritta da Antonino Russo Giusti, con la grintosa e sempre prorompente Guia Jelo, diretta da Turi Giordano, nei panni di una popolana patriota che si distinse durante l’insurrezione antiborbonica di Catania del 31 maggio 1860.

Tre brevi atti all’insegna del Tricolore, sempre presente in scena dagli abiti stesi ad asciugare alla bandiera sventolata dopo l’insurrezione finale, raccontati in modo leggero con quella sicilianità disarmante che ben identifica un popolo in fondo tranquillo, ma incapace di accettare la sottomissione imposta dal sistema di governo borbonico che inizia a traballare sotto la spinta dei garibaldini arrivati sull’Isola.

Una scena con Guia Jelo (Foto Dino Stornello)

Antonino Russo Giusti nella sua commedia scritta nel 1939, in pieno regime fascista, ben mimetizza una evidente critica al regime governativo dell’epoca, attraverso una figura femminile quella di Peppa la Cannoniera, all’anagrafe Giuseppina Bolognara, nata a Barcellona Pozzo di Gotto tra il 1826 e il 1841 di origini umili, serva e stalliera. La sua partecipazione all’insurrezione antiborbonica di Catania le valse una medaglia al valore militare e fu anche l’episodio per il quale venne soprannominata la “Cannoniera”. Con un astuto stratagemma, la donna riuscì a ingannare due squadroni di lancieri dell’esercito borbonico colpendoli con una scarica del cannone che le squadre di insorti avevano conquistato agli stessi Borboni. Quel cannone oggi è custodito all’ingresso del Castello Ursino di Catania.

Peppa è una donna che non dimentica il suo lato materno anche quando compie il suo gesto di ribellione che uccide i giovani soldati Borboni per difendere i patrioti: “Erano tutti figghiuzzi mei”. La storia dell’umanità continua, inspiegabilmente a ripetersi, ancora oggi, portando alla morte non solo soldati ma esseri umani innocenti ed inermi sempre con il ripetersi di schemi vecchi legati al desiderio di onnipotenza di menti diaboliche.

Gli applausi finali (Ph. Dino Stornello)

In scena un cast di bravi attori: Cosimo Coltraro nei panni del Vice Brigadiere, Massimo Giustolisi in quelli di Turi, nipote di Peppa, Emanuele Puglia l’Ispettore di Polizia, Raniela Ragonese nei panni di Gna Pudda, Nino Signorello, Don Pepè, Gianni Sineri, il Caporale, Lorenza Denaro, la signora Clara, moglie dell’ispettore e i giovani Alessandra Pandolfini, Maruzza, figlia di Gna Pudda, Graziana Spampinato, Ninetta, vicina di casa, Andrea Zappalà, Capitano guardia Nazionale. I costumi sono delle sorelle Rinaldi, le luci di Antonio Licciardello, le scene di Jacopo Manni.

Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Brancati di Catania sino a domenica 10 aprile con il seguente calendario: Domenica 3 aprile ore 17.30; Mercoledì 6 aprile ore 17.30; Giovedì 7 aprile ore 21; Venerdì 8 aprile ore 17.30; Sabato 9 aprile ore 17.30  e ore 21; Domenica 10 aprile ore 17.30. Prezzo: 20 euro

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