Cronaca

Una decisa denuncia di incuria arriva dal Segretario Generale del sindacato nazionale SiFUS CONFALI, Maurizio Grosso: “Nella giornata di ieri ci siamo recati alle porte di Avola, in provincia di Siracusa, precisamente al 20simo km della strada statale 115, per rendere omaggio alla lapide dei braccianti agricoli, martiri della lotta per i diritti negati, che il 2 dicembre 1968 furono massacrati dalla polizia del Governo Leone… Giuseppe Scibilia, 47 anni di Avola, e Angelo Sigona, 29 anni di Cassibile, furono ammazzati e altri 48 braccianti agricoli furono feriti, mentre rivendicavano un salario pari a quello dei braccianti della parte nord della provincia di Siracusa: rivendicavano 3.480 lire anzichè 3.110 lire.

Lottavano per ovvie ragioni –sottolinea il segretario generale del sindacato nazionale SiFUS CONFALI– contro le gabbie salariali dentro la stessa provincia aretusea. Gabbie salariali che Governo e sindacati confederali, ancora oggi senza pudore, mantengono per i braccianti nell’attuale CCNL… CCNL –spiega Maurizio Grosso– non prevedendo una paga universale per tutta Italia, rinvia infatti ai contratti provinciali la definizione di essa. In sintesi: in Italia registriamo una paga diversa per ogni provincia. In virtù del forte significato che questo luogo ad Avola riveste nella storia dei diritti dei lavoratori -sostiene Grosso-, vederlo in uno stato di totale abbandono (come tutti possono constatare dalla foto) rappresenta un’offesa alla memoria dei caduti e alla storia del movimento bracciantile.

Pertanto -conclude Il Segretario Generale del sindacato nazionale SiFUS CONFALI, Maurizio Grosso– chiediamo al Sindaco del Comune di Avola di intervenire in tempi celeri per la pulizia dei luoghi, fermo restando che, in caso contrario, interverremo materialmente noi del SiFUS”. 

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