Cronaca

La Sicilia, terra di storia millenaria e di fusioni di conoscenze e di saperi diversi, diventa la “madre” del “Manifesto sui Diritti e Doveri dei Beni Culturali”. Un documento che, dopo Palermo, viene presentato a Catania nella splendida cornice della Pinacoteca “N. Sciavarrello” a piazza Manganelli. Un appuntamento organizzato, programmato e coordinato dal già vicepresidente del Teatro Stabile di Catania e Presidente dell’Assemblea Provinciale del Partito Democratico Ersilia Saverino.

“Un grazie a tutti i presenti e ai miei compagni di viaggio- afferma Saverino– mettere insieme un comitato di dieci persone, con provenienze e storie diverse, non è stato certamente semplice. Eppure avevamo un denominatore comune: quello della promozione dell’arte, della bellezza, della valorizzazione e della  salvaguardia del nostro patrimonio materiale e immateriale.  Non  è stato nemmeno facile riportare, in pochi fogli, tutte le nostre emozioni, i nostri sentimenti, le nostre esigenze su un argomento talmente vasto e sempre in continua evoluzione. Eppure la Cultura concorre alla formazione dell’individuo- conclude Saverino-. Essa determina processi evolutivi e  la formazione stessa della dimensione della dignità della persona umana”.

Un manifesto redatto con uno specifico focus, consapevole del fatto che la cultura non può avere confini o barriere politiche, in una Sicilia luogo di sincronismo culturale.

Tanti gli interventi che si sono succeduti nel corso dell’incontro, tra questi quello del Responsabile del Dipartimento Cultura del PD Manlio Mele: “ Nessuno ha mai pensato a questo perché la conoscenza non è mai stata riconosciuta come un diritto vero e proprio. Il Manifesto mira a salvaguardare un patrimonio comune che deve essere tutelato da diritti specifici ai quali corrispondono, in modo speculare, altrettanti doveri. Non solo, chiede pure di trasformare i diritti e i doveri culturali in norme e procedure in grado di esigere sia il rispetto delle libertà sia l’assunzione di responsabilità culturali”.

La Sicilia possiede il 19% dei beni culturali italiani e l’Italia il 20% dei beni culturali mondiali.

“La politica, intesa come espressione della società, deve farsi carico del miglioramento delle condizioni di vita delle persone- ribadisce il già Presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali e Paesaggistici Giuliano Volpe– il manifesto nasce proprio in Sicilia perché è qui che vennero sperimentate nuove formule di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, con l’adozione delle soprintendenze uniche o con la legge sui parchi archeologici”.

E ancora l’intervento di Anna Coliva storica d’Arte e già Direttrice della Galleria Borghese di Roma; di Marina Valensise, consigliere delegato della Fondazione INDA , di Francesca Cicero Presidente dell’Accademia dei Curiosi e componente del Dipartimento Cultura PD , del manager culturale Roberto Albergoni Presidente di  meNO.  All’evento hanno preso parte tanti rappresentanti del mondo della cultura, delle fondazioni, dell’associazionismo, delle organizzazioni sindacali, dell’Università, della scuola. Tra questi preziosi i contributi di Alfio Mannino, segretario regionale Cgil, Maurizio Caserta prof ordinario di Economia Politica di Catania, Giovanni Cultrera Sovrintendente Teatro Massimo Bellini, Silvio Parito di Rete Latitudini.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post