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Parte domani 18 maggio al Teatro Antico di Catania il Festival Amenanos 2022 organizzato dall’associazione culturale Dide-Produzioni teatrali Michele Di Dio. Alle 19.30 la rassegna prende il via con “Sette contro Tebe”, per la regia di Cinzia Maccagnano. Un esordio carico di emozioni e forti suggestioni per la straordinaria cornice in cui va in scena, il teatro che sta nel cuore di Catania e che grazie all’organizzazione e alla passione di Michele Di Dio e al ruolo che le istituzioni (Regione, Comune, Soprintendenza ai Beni culturali, Parco Archeologico di Catania) hanno saputo e voluto svolgere, sta diventando un punto di riferimento importante per la cultura e lo spettacolo in Sicilia.

Sette contro Tebe, dunque. E la regista Cinzia Maccagnano, alla vigilia del debutto e dopo settimane di prove estenuanti ed entusiasmanti, spiega sul lavoro: “L’albero è spesso considerato simbolo di vita che dal tronco si dirama rigogliosa verso l’alto. Qui vediamo il tronco di un albero reciso: volutamente tagliato da mano umana, ma non ancora morto, le sue radici fuoriescono dal terreno, ancora vive, seppure dolenti. Probabilmente se si “innestasse” un germoglio potrebbe crescere un nuovo giovane virgulto. Invece dalla base del tronco sorge una scala, a fare del tronco un trono e della spalliera una salita verso l’alto. La scelleratezza e l’incoscienza che sono state di Laio e poi di Edipo, e che hanno portato alla luce i desideri, le passioni e i più reconditi sentimenti umani, hanno generato caos, disamore e dismisura. La figura della Maledizione si muove lenta trascinando con sé la terra desolata su cui Eteocle e Polinice si contendono il potere. Se da una parte si è scelto di personificare la maledizione che di padre in figlio si scaglia contro la stirpe cadmea, dall’altra essa stessa si manifesta non come una forza che obnubila le menti e determina le scelte, ma come un monito, quasi un testimone inascoltato. Eteocle e Polinice scelgono la guerra, con pretesti patriottici, a danno della popolazione e, infine, di se stessi. Arida non è la terra, ma l’animo dell’uomo. La guerra non si vede in scena, si percepisce. Si avverte, soprattutto, la paura che la guerra produce. La guerra tuona, sibila, grida, batte colpi, incombe e bussa violenta alle porte. La guerra non appare in scena, ma nel racconto che ne fa il coro delle donne, si manifesta con volto crudele e spietato: rapina, violenza, stupro, morte e pianto.Quando abbiamo pensato e deciso di rappresentare Sette contro Tebe, la guerra di questi nostri giorni, in paesi così vicini al nostro, non era neanche immaginabile per noi; le parole di Eschilo avevano un suono lontano, un’eco che ricordava dolore e strazio, insensatezza e sgomento. Oggi hanno nuova e dolorosa consistenza, mentre ci accingiamo a mettere in scena la tragedia al Teatro Greco di Catania. Hanno un suono che risveglia la coscienza dal torpore e ci ricorda che la Storia deve guidarci e che il Teatro è necessario, sempre”.

In scena domani un cast di primissimo ordine: Massimo Nicolini (Eteocle), Massimo Di Michele (Polinice), Alessandro Romano (Messaggero), Alessandra Salamida (Antigone), Giulia Diomede (Corifea Afrodite), Rita Abela (Corifea Atena), Valentina Ferrante (Ismene). Musiche di Marco Podda, costumi e scenografia Vincenzo La Mendola. Nel cast anche due studenti del Liceo Classico Cutelli-Salanitro di Catania, diretto dalla preside Elisa Colella, che ha un ruolo fondamentale nell’organizzazione dell’Amenanos Festival dei giovani “Concetta Oliveri” che vedrà protagonisti sul palco, appunto, gli studenti il 23, 27 e 31 maggio. I due prescelti per recitare nel lavoro di domani sono Leonardo Lombardo e Mario Mazzaglia.

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