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Da Chopin a Rachmaninov. Gettare un ponte ideale che dai primi fremiti dello Sturm und Drang* (vedi commento Mario Musumeci) approda agli  ultimi fuochi della temperie romantica. E farlo in particolare attraverso la forma classica della sonata, cara ai due sommi compositori e virtuosi del pianoforte. È questo il  percorso che  Violetta Egorova, concertista di chiara fama, affronterà nel recital programmato al Teatro Massimo Bellini il 20 maggio alle 20.30, nell’ambito del recupero della stagione concertistica 2020, interrotta a causa della pandemia e da qualche mese ripresa a pieno ritmo. Ricordiamo che per l’ingresso basterà esibire l’abbonamento. Chi non l’avesse stipulato potrà naturalmente acquistare il biglietto al botteghino per assistere alla raffinata soirée musicale.

Del catalogo chopiniano, Egorova ha scelto  pagine emblematiche, a cominciare appunto dalla perfetta, abbagliante Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 35, scritta tra il 1837 e il 1838,  notissima per la Marcia funebre del terzo movimento. Il tributo al genio polacco prosegue con una selezione di 5 tra le numerose Mazurche che costellano la  sua produzione (per l’esattezza la prima e la terza dell’op.59, la seconda del’op.30, la prima sia dell’op.7 che  dell’op.67).

Di Sergej Rachmaninov sono in programma due composizioni altamente virtuosistiche. Morceaux de fantaisie op.3 è una raccolta di cinque pezzi per pianoforte: la meditativa Élégie,  il  celeberrimo Prélude, l’intensa Mélodie, l’espressiva Polichinelle, intitolata alla maschera partenopea, e la soggiogante Sérénade. Il recital  si chiuderà significativamente con la grande Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 36, composta da Rachmaninov tra gennaio e agosto del 1913 a Roma e in Russia, dove venne eseguita per la prima volta a Mosca il 16 dicembre dallo stesso autore, che per sua ammissione volle confrontarsi  propro con la seconda Sonata dell’op. 35, riproponendone perfino la tonalità. Nel 1931, ammirato dalla capacità di Chopin di  contenere la durata in diciannove minuti, accorciò la partitura di quasi un terzo,  lasciando liberi gli esecutori di scegliere tra  le due versioni, entrambe pervase dall’oscura premonizione di una Russia travolta dagli eventi, che oggi suona funesta.

Successivamente altri pianisti proposero una loro visione, come  Vladimir Horowitz o  Hélène Grimaud. Per il pubblico del Bellini sarà Violetta Egorova a far rivivere una partitura tanto impervia e introspettiva. 

Personalità artistica tra le più apprezzate della grande scuola pianistica russa, allieva prediletta del leggendario Lev Naumov al Conservatorio di Mosca, la rinomara virtuosa ha iniziato giovanissima la carriera concertistica come enfant prodige in tournée in tutta la Russia invitata a tenere concerti con le più prestigiose orchestre. È stata vincitrice di importanti concorsi internazionali, quali “G.Viotti International Piano Competition” di Vercelli (Italia), “Gina Bachayer International Piano Competition” di Salt Lake City UT (USA) e “Alessandro Casagrande International Piano Competition” di Terni, che la proietta subito sulla scena del concertismo internazionale con il debutto del Festival dei due mondi di Spoleto, con clamorosi successi. Si è esibita nei più famosi teatri degli Stati Uniti, Italia, Francia, Svizzera, Finlandia, Turchia, Egitto, Monaco, Russia e Cina.

Violetta Egorova è ospite regolare di molte orchestre di fama mondiale,  come la Svetlanov Orchestra, la Russian State Academic Orchestra, la Utah Symphony Orchestra, l’Orchestra da Camera Cremlino, Orchestra del Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, l’Orchestra Sinfonica di Perugia, la George Enescu Philharmonic, la Cairo Symphony Orchestra, la Moscow State Symphony Orchestra, l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini di Catania, l’Orchestra Giovane Russia, suonando sotto la direzione di Pavel Kogan, Giuseppe Silverstain, Arnold Katz, Mark Gorenstein, Argenteo Juliano, Urij Tsuruk, Ahmed AlSaedy, Agostino Orizio, Costantin Orbeljan, Epifanio Comis e Misha Rahlevsky. Il suo repertorio comprende una grande varietà di epoche e stili, e spazia dai concerti per solista e monografie di grandi compositori come Bach, Mozart, Beethoven, Schumann, Čajkovskij e Liszt, ai contemporanei. Collabora stabilmente con grandi artisti come Vladimir Markovich, Eva Gosser, Nina Kotova, Vladislav, Bezrukoff, Robin Meyforf, Anna Kruger, Astrid Shvinn, Lark String Quartet, Sikelikos String Quintet e molti altri. Violetta Egorova è solista della Moscow State Philharmonic ed è docente di pianoforte presso la Rachmaninov Academy di Catania. Dal 2013 è presidente del Sergej Rachmaninov International Award di Mosca.

2 commenti

  1. Sì, un gran bel concerto con quattro generosi bis … Consiglio di eliminare al più presto l’errato riferimento allo Sturm und Drang, trattandosi di una poetica musicale tardo-settecentesca dunque d’epoca illuminista, ispirata alla contrapposizione espressiva e tematica e del tutto innovativa rispetto l’unità dell’affetto barocca. E semmai anticipatoria della sentimentale temperie romantica; di cui Chopin rappresenta uno dei prodotti più avanzati, certamente appresso tanti altri, riferiti alla prima fase del Romanticismo (da Schubert a Mendelssohn…). Insomma lo sturmisch è un generale modo di concepire la musica coinvolgente proprio e semmai gli autori del cosiddetto classicismo viennese, da Mozart a Beethoven, dove culmina aprendo il “lungo secolo”. Inoltre tendenza recente e più accreditata è ascrivere Sergei Rachmaninov non più ad un generico, offensivo ed epigonale, tardo romanticismo (vedi una superata e miope critica sociologica di più o meno screditato orientamento ideologico vetero-marxista); bensì ad una delle più importanti maniere del simbolismo musicale europeo, che attraversa i due secoli e che lo pone tra i massimi compositori russi dell’epoca e ben oltre l’etichetta del “sommo pianista-compositore” tradizionalmente attribuitagli in occidente (simile destino ebbe il pur geniale compositore e sommo compositore-pianista Franz Liszt …). A vostro piacimento a correzione avvenuta potrete cancellare anche questa mia osservazione: di ignoranza musicale ce n’è fin troppa da poterci permettere di tollerarla pubblicamente come giustificabile perchè roba di soli specialisti! (nel sito sotto indicato a garanzia di queste, peraltro ovvie e non certo arrischiate, affermazioni trovate, eventualmente possa servirvi, miei posizione professionale e curriculum) Cordialmente. Mario Musumeci

    • Gentile Sig. Musumeci, grazie per il suo prezioso commento che, volentieri, sottoponiamo alla lettura di chi segue la nostra testata, ed anche all’autore del testo che sono certo apprezzerà la sottolineatura del riferimento “errato”. La critica e il confronto aperto sono il pane del giornalismo trasparente al quale da sempre si ispira CronacaOggiQuotidiano. Cordiali saluti

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