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Apertura all’insegna del maestro e ragionatore Luigi Pirandello al Teatro Stabile di Catania, che ha inaugurato la stagione 2022-2023, alla Sala Verga, con un sempre appassionante ed intrigante “Così è (se vi pare”), con la regia e la lettura – con chiara chiave interpretativa kafkiana ed una sorta di mistero e di ombra che aleggia su vicenda e personaggi – di Luca De Fusco. Il regista, alla sua sesta regia pirandelliana, torna a lavorare con Eros Pagni in una pièce che si concentra in un atto unico di circa novanta minuti e con un allestimento coprodotto dal Teatro Stabile di Catania, dal “Biondo” di Palermo, dalla Compagnia La Pirandelliana e dal ” Sannazaro” di Napoli.

Una scena – Ph. Antonio Parrinello

Ricordiamo che “Così è (se vi pare)” è tratta dalla novella “La signora Frola e il signor Ponza, suo genero” e fu rappresentata per la prima volta il 18 giugno 1917. Si tratta di uno dei testi più rappresentati di Luigi Pirandello che ci insegna che in questo mondo “tutto è soggettivo…”. Il dramma fu scritto da Pirandello in uno dei momenti più drammatici della sua terribile vicenda familiare, stretto dall’inasprirsi della malattia nervosa della moglie ma, anche, dalle sue profonde crisi d’identità. Nello spettacolo troviamo da un lato il trio tragico dei Ponza-Frola, chiuso nel proprio mondo delirante e misterioso e dall’altro la società della cittadina di provincia, la folla dei grotteschi curiosi, composta da figure ritratte comicamente e in qualche caso in modo farsesco.

L’autore Luigi Pirandello

La pièce risulta una indagine sottile, quasi psicologica, che scopre caratteri, debolezze, personalità, condotta con piglio a tratti oscuro, misterioso. C’è un‘intera cittadina desiderosa di scoprire il segreto che si cela nella vita privata del nuovo funzionario statale, il signor Ponza. Ci sono poi le misteriose visite – incursioni nel salotto delle famiglie borghesi, della signora Frola (suocera della moglie defunta) e del signor Ponza – i due personaggi principali – con le loro dichiarazioni a tratti contraddittorie sulla misteriosa signora Ponza. La Signora Ponza è segregata all’ultimo piano di un caseggiato: il marito dichiara che è morta, che non è lei, ma la sua seconda moglie; la suocera, invece, sostiene che è il marito a tenerla nascosta. Tutto questo suscita il pettegolezzo e la curiosità morbosa di una società borghese che ha bisogno di sapere la verità. Ma qual è la verità? Questo è il tema di tutta l’opera, così come del teatro pirandelliano: non esiste una verità unica: ognuno crede in una verità, che in fondo è quella che ognuno vede e lo dice, alla fine, proprio la misteriosa signora Ponza, raggelando – con voce bassa e travisata e l’aspetto di un fantasma – quelli che volevano conoscere la verità: “Io sono colei che mi si crede”.

Luca De Fusco

Nell’allestimento rigoroso di Luca De Fusco, i personaggi si muovono in uno spazio angusto e oppressivo che potrebbe essere il cortile di un manicomio o un insieme di palchi teatrali. Ci sono anche delle poltrone dove si accomodano Laudisi e gli altri protagonisti della società curiosa e bigotta, oltre ad un microfono dove raccontano la loro verità, il loro tormento, alla morbosa curiosità altrui, la signora Frola, il signor Ponza ed alla fine la signora Ponza con lo svelamento di quella verità che ognuno vuole vedere. Apprezzabili ed intriganti le scene e i costumi di Marta Crisolini Malatesta, il gioco luci di Gigi Saccomandi e le scelte musicali di Gianni Garrera per una edizione che coinvolge lo spettatore in quello che è il senso del teatro, come processo, di Luigi Pirandello.

Gli applausi finali alla compagnia- Foto Dino Stornello

Pubblico attento alla finzione pirandelliana e coinvolto nella misteriosa interpretazione e nel tragico gioco delle verità. Convinti e reiterati gli applausi a fine spettacolo che premiano il rigore di un capolavoro pirandelliano, oltre che una regia attenta ad ogni particolare ed un cast guidato dall’intramontabile Eros Pagni nei panni del filosofo-ragionatore Lamberto Laudisi, la voce fuori dal coro che pone in dubbio la verità assoluta e fa crollare tutte le certezze, mettendo a nudo la banalità della società umana. Negli altri ruoli cardine della vicenda spiccano la signora Flora dell’ottima e carismatica Anita Bartolucci, il confuso ed insofferente signor Ponza di Giacinto Palmarini e la signora Ponza di una singolare Irene Tetto che esprime il suo concetto di Verità. Negli altri ruoli della curiosa società spiccano, infine, Paolo Serra (il consigliere Agazzi), Lara Sansone (la signora Amalia), Giovanna Mangiù (la figlia Dina), Valeria Contadino e Domenico Bravo (i curiosi coniugi Sirelli), Roberto Burgio (il Prefetto) e Plinio Milazzo (nel doppio ruolo del cameriere e del commissario Centuri). Lo spettacolo verrà replicato alla Sala Verga sino a domenica 13 novembre.

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