Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata dal Presidente del Movimento Indipendente per l’Autonomia della Sicilia, Umberto Mendola.

Il decentramento dei poteri amministrativi e gestionali dello Stato prende le mosse, nel lontano 1946, da quel Regio Decreto n. 455 a firma Umberto II Re d’Italia con il quale il Sovrano – nel tentativo di acquietare gli animi del Popolo Siciliano che aveva preso le armi contro il potere statale e sognava una propria indipendenza – concesse una vasta autonomia alla Sicilia in materie le più diverse, dalla Sanità alla libertà di iniziativa imprenditoriale, al Commercio, all’istruzione, anche in tema di edilizia ed urbanistica e perfino in materia valutaria, concedendo al Governo della Regione Siciliana la facoltà di “emettere prestiti interni” e cioè sostanzialmente di battere moneta.

Le vicende della storia ed i partiti italiani, hanno però costantemente ritardato la perfetta attuazione delle previsioni normative di rango costituzionale che lo Statuto di Autonomia della Regione Siciliana vantava da decenni, in anticipo perfino sulla previsione di cui agli articoli 116 e seguenti della Costituzione.

La stessa Costituzione che, all’interno della sua prima parte (quella relativa ai diritti fondamentali) al suo art. 5 prevede proprio il dovere dello Stato di adeguare la propria produzione normativa al più ampio decentramento.

Il processo di maturazione della “autonomia differenziata”, iniziatosi con le interlocuzioni parlamentari tra le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e successivamente anche Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Campania con il Governo Nazionale, ha portato alla definizione di pre-accordi cristallizzati nel documento del 28/02/2018 dimostrando che l’attuazione del principio di sussidiarietà non solo è possibile ma è anche doverosa nei confronti di quelle Regioni che abbiano le capacità di gestire le problematiche afferenti alle materie oggetto di decentramento del potere.

Il Mias, quale Partito Politico Regionalista ed Autonomista, si pone quale strumento di attuazione di quelle norme di rango costituzionale (poiché recepite nell’Ordinamento Giuridico della Repubblica Italiana con Legge Costituzionale n. 2 del 1948) contenute in quel Regio Decreto n. 455/1946 che ancora oggi giacciono inattuate (totalmente o parzialmente) in attesa di ricevere completa realizzazione all’interno del quadro normativo regionale, nel rispetto dell’unità politica dello Stato.

Ciò che, quindi, per le altre Regioni d’Italia rappresenta la conquista di una autonomia e di un decentramento per i quali i rispettivi Consigli Regionali hanno cercato di raggiungere intese con il Governo Centrale, per la Regione Siciliana è (o, almeno dovrebbe essere) una realtà acquisita ed operante già da svariati decenni, ma che ancora oggi difetta di vere norme di attuazione intese a concretizzare ciò che nel 1946 il Governo monarchico aveva pionieristicamente concesso precorrendo i tempi ed anticipando le istanze autonomiste che oggi con rinnovato vigore vengono portate avanti da altre Regioni.

In questo panorama il Mias si fa carico di promuovere e di fare rispettare le originarie concessioni all’autonomia regionale mediante azioni a carattere giudiziario anche mediante la proposizione di interventi forti e determinati nelle sedi competenti.

Umberto Mendola, Presidente M.I.A.S.

https://www.miassicilia.it/

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