Cronaca

Un breve documentario esplicativo, suggestivo ed efficace dedicato al Limone dell’Etna IGP, quello presentato e proiettato nella sala stampa del Palazzo di Città di Acireale, nella mattinata di mercoledì 18 gennaio. Il prezioso video, realizzato grazie a testi e regia di Franco Barbagallo con la collaborazione di Marcello Trovato e Giovanni Orlando, è promosso dal “Consorzio di tutela del limone dell’Etna” con il contributo del GAL Terre di Aci.

Limone dell'Etna IGP, un tesoro dal cuore delle Aci

A porgere il suo saluto nell’occasione, in primis Francesco Leotta, presidente della Rete Etna’s Terra dei Limoni: “guardiamo con speranza a questi sviluppi. Noi produttori abbiamo cercato di unire le forze per dare una prospettiva nuova a questo prodotto identitario per noi che purtroppo negli ultimi tempi era stato accantonato, nonostante la nota bontà e le relative qualità salutistiche. La nostra rete di imprese creata con il finanziamento del GAL, cerca così di affrontare al meglio la sfida dei mercati, partendo con una sinergica valorizzazione del prodotto”.

Un ringraziamento speciale va al Dott. Renato Maugeri presidente del Consorzio dei Limoni dell’Etna e consigliere del GAL per il sostengo profuso alla valorizzazione del limone dell’Etna e alla neo rete.

Una speranza scandita anche dal saluto dell’ingegnere Agostino Pennisi, portavoce e tra i promotori principali per conto del Consorzio di tutela del Limone dell’Etna IGP: “oggi rappresentiamo una serie di sistemi che hanno creduto all’idea di fare ripartire l’agrumicoltura etnea. Lasciatemi dire che il Distretto Agrumi di Sicilia è stato protagonista di questa riattivazione, così come i centri di ricerca e il Comune di Acireale che ci ospita. Chi pensava che non si potesse ridare vita nuovamente a questa pietra miliare della nostra storia è stato smentito, dato che oggi in Canada come alle Azzorre sanno cosa significhi il marchio certificato Limone del’Etna IGP, con la sua provenienza e le sue peculiari caratteristiche geografiche e organolettiche. Ringrazio in particolare, per lo straordinario apporto, il del GAL Terre di Aci, che ha reso possibile la nascita di questa rete di cooperazione che aspira a diventare veicolo importantissimo per questa missione di valorizzazione e commercializzazione”.

Presente proprio per il GAL ovviamente la direttrice Anna Privitera, che ha ricordato come questo sia uno dei primi interventi che va a concludersi nella giovanissima e già virtuosa esistenza del GAL Terre di Aci, che in poco più di tre anni ha progettato e seminato per ottenere fondi atti alla valorizzazione del limone jonico-etneo, con il supporto del Dipartimento per l’Agricoltura dell’Assessorato dell’Agricoltura e dello Sviluppo Rurale.

“Le filiere limonicole nelle terre delle Aci ne rappresentano la storia, l’economia ed il territorio ed è per questo che il GAL ha fondato parte della sua strategia sulla loro valorizzazione. In aggiunta alla 16.3 che ha finanziato il presente progetto di cooperazione, il nostro GAL ha ottenuto risorse aggiuntive per il 2023/2025 per la ricerca sperimentale, la valorizzazione e la commercializzazione del Limone dell’Etna IGP, che andranno ad integrarsi e potenziare le ulteriori risorse che il Distretto Agrumi di Sicilia destinerà al limone dell’Etna. La sinergia fra tutti gli attori dello sviluppo – ha sottolineato – diventa quindi fondamentale per raggiungere gli obiettivi prefissi. Il GAL è orgoglioso di poter contribuire alle nostre filiere produttive – ha dichiarato – come faremo anche per il nostro celebre ‘trunzo di Aci’”.

Uno sforzo lodato anche da Federica Argentati, presidente del Distretto Produttivo Agrumi di Sicilia, che ha ricordato come siano stati investiti dal Distretto un milione di euro nella ricerca per la lotta contro il malsecco e nella comunicazione delle produzioni: “plaudo alla laboriosità di questa rete, perché spesso le opportunità vi sono solo se si è capaci così di coglierle – ha dichiarato. – Vi sono molte opportunità per il futuro, grazie ai sostegni previsti del Ministero ma anche dall’Assessorato dell’Agricoltura della nostra regione, al fine di contribuire soprattutto a prevenire e combattere patologie pericolose per l’indotto, che speriamo di scongiurare”.

Particolare soddisfazione è stata espressa infine anche dal presidente del GAL Terre di Aci, Stefano Alì, sindaco di Acireale, il quale ha sottolineato come il marchio, conquistato con fatica, sia un patrimonio comune la cui sfida sia ora legata ad un’efficace diffusione e commercializzazione sui mercati principali.

“E’ come se avessimo ora una Ferrari da saper guidare – ha esplicitato – nel comparto agricolo: per questo però serve avere la forza e la capacità di cooperare, consociarsi e agire insieme, perché da singoli produttori sarà altrimenti impossibile aggredire i mercati della grande distribuzione. Servirà dare forza a questa rete e diventare soggetti interlocutori per i grandi compratori: piccoli terreni e piccoli produttori, da soli, altrimenti, non avranno possibilità. Ma insieme, sinergicamente, il successo è possibile e sarà di tutti: per presentare un prodotto ci vuole una somma di produttori che agiscano cooperativamente con un unico obiettivo ed una coerente visione comune”

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