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L’arte di Serena Capizzello (disegnatrice siciliana attiva nell’ambito del realismo-verismo) continua a riscuotere, grazie anche alle valorizzazione della sua produzione pittorica da parte del noto critico d’arte Fortunato Orazio Signorello che l’ha inserita in mostre d’arte contemporanea da lui ideate e curate e segnalata a comitati culturali di prestigiose istituzioni, lusinghieri consensi.

Dopo l’assegnazione del Premio Firenze giovani alla XXXVII edizione del Premio Firenze di Letteratura e Arti Visive svoltosi a Palazzo Vecchio, l’artista – che è nata a Catania il 24 gennaio 1990 – ha avuto, per quanto riguarda la sua produzione pittorica, un’altra bella soddisfazione. Una sua opera è stata infatti riprodotta nel nuovo stendardo, dono del consiglio direttivo, che è stato collocato nella candelora del Circolo Cittadino Sant’Agata. L’opera riprodotta nello stendardo è stata scelta tra quelle esposte nella mostra – in corso fino al 12 febbraio – nella XXV Mostra dei cimeli Agatini e dell’arte popolare allestita nell’ex caffetteria del Museo Diocesano di Catania.

Serena Capizzello, socia dell’Accademia Federiciana, è ovviamente contenta che la scelta sia caduta sulla sua opera e che il Consiglio direttivo del Circolo Cittadino Sant’Agata l’abbia fatta riprodurre nello stendardo. “Sono felice e onorata che la mia opera abbia destato l’interesse del presidente del Circolo di Sant’Agata, Gaspare Drago, e che sia stata apprezzata; perché riguarda, oltre il martirio di Sant’Agata, anche la piaga sociale contemporanea della violenza di genere. Nella mattinata del 29 gennaio scorso ho partecipato con grande gioia, dinnanzi la Basilica Santa Maria dell’Elemosina di Catania, alla cerimonia del posizionamento dello stendardo”.

“L’opera riprodotta nello stendardo – afferma il critico d’arte Fortunato Orazio Signorello, che di recente ha inserito l’artista in una pubblicazione d’arte, edita dalla Kritios Edizioni, da lui curata – è un dipinto che Serena Capizzello ha eseguito per rendere omaggio all’opera di Sebastiano del Piombo e riguarda un’opera a lui attribuita per caratteri stilistici, intitolata “Martirio di Sant’Agata”, del 1519. Il dipinto realizzato da lei con la tempera all’uovo, del formato di 80 x 80 cm, lo rende più contemporaneo rispetto al soggetto originale perché la giovane artista catanese ha inserito – insieme al coltello, che nell’opera originale simbologia, con le tenaglie utilizzate nel martirio per farle rinnegare la fede in Dio, la tortura – delle scarpe con tacco a spillo di un rosso vivido. Vivendo nella società e percependo i cambiamenti, la pittrice dà voce e testimonianza anche alla quotidianità. Lei lo fa non trascurando la tematica sociale della violenza esercitata in maniera sistematica sulle donne, che continua a proporre in molte sue opere per ricordare i casi di omicidio doloso o preterintenzionale di donne che continuano a verificarsi annualmente e la particolare vulnerabilità delle donne in questa società. Poiché Agata subì violenza psicologica e fisica, l’artista ha inserito volutamente le scarpe con tacco a spillo rosse; che dal 2009 sono diventate, grazie a un’idea dell’artista messicana Elina Chauvet come installazione per denunciare gli abusi sulle donne e il femminicidio, il simbolo della lotta per i diritti delle donne e contro la violenza di genere”.

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