Circa 45 minuti per una pièce gradevole e dinamica, ben interpretata e realizzata e che proietta lo spettatore nel mondo descrittivo, evocativo e di grande profondità di Leonardo Sciascia. Mi riferisco alla pièce “Il mare colore del vino“, proposta dal 30 marzo al 2 aprile, alla Sala Futura, nell’ambito del “Progetto Sciascia” dal Teatro Stabile di Catania, con la briosa e piacevole regia di Ninni Bruschetta. In scena, oltre allo stesso Bruschetta un cast effervescente e ben affiatato formato da Antonio Alveario, Luca Iacono, Alessandro Romano, Alessandra Fazzino, Lydia Giordano. Costumi di Riccardo Cappello, luci di Gaetano La Mela, audio di Luigi Leone.
I sei protagonisti si muovono in una scena che rappresenta lo scompartimento di un treno (sfondo nero con due gruppi di tre posti ed uno scomparto bagagli per le valigie) in partenza da Roma con destinazione Agrigento,. in quello scompartimento s’incontrano l’ingegnere Bianchi, trentottenne, continentale che si sta trasferendo in Sicilia per lavoro e la famiglia del professore Micciché, invitata a un matrimonio. All’ingegner Bianchi, che ha lavorato negli Stati Uniti e in Persia e che ora deve recarsi a Gela per prendere servizio nello stabilimento petrolifero dell’Anic, dividerà lo scompartimento con la famigliola del professor Miccichè e della moglie Lucia, con i due pestiferi e svegli bambini Lulù e Nenè e con una ventenne di nome Gerlanda, che ha superato una grave malattia ed è vestita, in piena estate, con un abito nero profilato di bianco per un voto a San Calogero, protettore di Nisima, paese d’origine di tutto il gruppo. Per l’ingegnere sarà un viaggio lungo, difficoltoso e rumoroso che gli consentirà, però, di conoscere diversi aspetti della Sicilia e dei suo abitanti ed anche di trovare l’amore in Gerlandina-Dina, ragazza che si dimostrerà durante il tragitto molto emancipata. Il breve racconto è tratto dalla raccolta di Leonardo Sciascia che prende il nome “Il mare colore del vino” e che comprende 13 racconti scritti tra il ’59 ed il ’72.
Il progetto Sciascia dello Stabile di Catania mette in scena il racconto senza adattare il testo al teatro. Il racconto diventa quindi teatro con tutti i contenuti, il linguaggio e l’atmosfera del racconto stesso e l’interpretazione interiore dei personaggi, che il testo teatrale consegna all’intuizione dello spettatore, diventa azione. Estremamente convincenti nei loro ruoli gli interpreti in scena, a cominciare da Ninni Bruschetta (l’ingegner Bianchi) e Antonio Alveario (il professor Miccichè) per proseguire poi con le due donne, Alessandra Fazzino (Lucia, la moglie del professore) e Lydia Giordano (la spigliata ventenne Dina) e con Luca Iacono e Alessandro Romano (i due pestiferi e capricciosi Nenè e Lulù). Scorrevole la regia di Ninni Bruschetta, funzionali i costumi, il tappeto sonoro e le luci. Pubblico soddisfatto e caloroso negli applausi finali per una proposta che ricorda, sottolinea, amplifica, certi aspetti della drammaturgia sciasciana, alcune caratteristiche immutabili della Sicilia e dei siciliani ed anche determinati significati del viaggio o di incontri fugaci nella vita.
Scheda
Il mare colore del vino (Progetto Sciascia)
di Leonardo Sciascia
Regia di Ninni Bruschetta
Costumi di Riccardo Cappello
con Antonio Alveario, Ninni Bruschetta, Luca Iacono, Alessandro Romano, Alessandra Fazzino, Lydia Giordano
Luci di Gaetano La Mela
Audio di Luigi Leone
Foto di Antonio Parrinello
Produzione Teatro Stabile di Catania – 30 marzo- 2 aprile 2023- Sala Futura Catania