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Oggi, lunedì 15 maggio alle ore 18:00, a la Feltrinelli di Catania, Claudio Fava e David Coco presentano Centoventisei, l’ultimo libro di Claudio Fava ed Ezio Abbate edito da Mondadori.

Il riferimento sotteso

Era una Fiat 126 caricata con 90 chili di tritolo e parcheggiata in via Mariano d’Amelio, a Palermo, l’arma che Cosa Nostra ha scelto per uccidere il giudice Paolo Borsellino, il 19 luglio 1992. Ma a chi apparteneva quella Fiat 126? Chi l’aveva rubata sapeva che sarebbe stata trasformata in un’autobomba? Attraverso quali percorsi, coincidenze, deviazioni mancate è arrivata sotto casa della mamma del giudice, facendosi strumento di una delle più crudeli, dolorose – e per certi versi tuttora misteriose – stragi di mafia degli anni ‘90?

La prospettiva del libro

Il testo di Fava e Abbate indaga stavolta da una prospettiva storica del tutto inedita, minima, addirittura sarcastica, uno degli eventi più importanti della storia italiana dell’ultimo trentennio. Lo fa disegnando le personalità dei “pesci piccoli” dei clan mafiosi, quelli a cui viene dato il più semplice tra tutti gli incarichi: andare a rubare una macchina. Un anziano ormai navigato che si sente squalificato dal compito, un giovane inesperto che lo accompagna con fare da gradasso, la loro quotidianità per certi versi aberrante, impastata di una fredda e spaventosa consuetudine con la morte, e per altri grottesca, attraversata dall’ignoranza e dall’avventatezza di personaggi improbabili, imprudenti, superstiziosi, si rivela piano piano come l’assurdo terreno su cui si gioca la strategia stragista del biennio ‘92/‘93. Dal tentativo del giovane ladro di rubare l’auto per la seconda volta, in questo caso per sottrarla all’organizzazione e restituirla alla proprietaria di cui si è nel frattempo innamorato, ha origine un rocambolesco susseguirsi di disavventure, che si rivela amaramente insufficiente a disinnescare il disegno mafioso e che alla fine riporta il pubblico alla storia che ben conosce, con tutta la portata delle sue conseguenze.

Gli autori del libro

Claudio Fava (Catania, 1957), giornalista, è inviato per i maggiori magazine italiani. Scrive per il cinema (I cento passi, David di Donatello 2001 per la migliore sceneggiatura), per la televisione (fra le altre, la serie Il capo dei capi) e per il teatro. Tra i suoi libri: Nel nome del padre (1996), Il mio nome è Caino (1997), La notte in cui Victor non cantò (1999), Teresa (2011), Mar del Plata (2013), Prima che la notte (con Michele Gambino, 2014), Il giuramento (2019) e L’isola (con Michele Gambino, 2020).

Ezio Abbate (Cassino, 1979), sceneggiatore, è fra i creatori delle serie tv Suburra, Curon, L’ora, Squadra mobile, Le mani dentro la città, e I diavoli. Ha scritto soggetto e sceneggiatura dei film Banat (2015, presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia) e Frontiera (vincitore del David di Donatello 2019 per il miglior cortometraggio)

Al Biondo di Palermo e allo Stabile di Catania

Il testo è stato anche adattato per lo spettacolo omonimo che ha debuttato in prima assoluta mercoledì 12 aprile al Teatro Biondo di Palermo ed è andato in scena, tra aprile e maggio, allo Stabile di Catania. La drammaturgia e la regia dello spettacolo è stata di Livia Gionfrida.  Gli attori David Coco, Naike Anna Silipo e Gabriele Cicirello hanno interpretato i tre protagonisti del libro: Gasparo, Cosima e Fifetto. Nella compagnia teatrale anche Giulia Aiazzi, assistente alla regia e Alessandro Di Fraia, disegno luci. La produzione è del Teatro Stabile di Catania e Teatro Biondo Palermo.

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