CinemaSpettacolo

“Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone” quest’anno in programma dal 7 al 15 ottobre, come sempre al Teatro “Verdi”, conservano e riesumano l’immarcescibile fascino che promana dai “silent movies”, confermandosi come la più importante e attesa kermesse al mondo della gloriosa epopea dei primi decenni del cinema. Una messe di eventi speciali, retrospettive, seminari del Collegium, presentazioni di libri e dvd, conferenze e incontri (anche una selezione di film on line), compongono le ghiotte proposte  del direttore del festival Jay Weissberg. Una quotidiana sequenza di proiezioni che uniranno alla spettacolarità la seduzione della musica dal vivo, spesso composta da partiture originali scritte e dirette dagli stessi autori. E’ il caso, ad esempio della partitura di Maud Nelissen, evento speciale di metà settimana o di quello finale: due film di Charles Chaplin e Buster Keaton, il primo con partitura originale dello stesso Chaplin, il secondo accompagnato da quella di Daan van den Hurk, che saranno entrambe eseguite dall’Orchestra da Camera di Pordenone diretta da Ben Palmer.

Sarà l’edizione del 2024 a riservare alla Sicilia addirittura un intero programma speciale, composto da ben quattro sezioni, che verranno spalmante nel corso di tutta la durata delle “Giornate”: Paesaggi, Arti e Mestieri, Vulcani e Terremoti, Fiction e Film, tutti provenienti da vari archivi italiani ed esteri. Un’idea che nasce in collaborazione con il Museo del Cinema di Torino, scaturita da una proposta di Gabriele Perrone, dello stesso Museo del Cinema e ancora dalla Cineteca del Friuli, anche questa nata su suggerimento di Elena Beltrami. Un legittimo riconoscimento all’intensa storia del cinema “siciliano”, che a partire dai c.d. “dal vero” (documentari) e fino al cinema di fiction rappresenta nel tempo ultracentenario della sua avventurosa esistenza un inesauribile e complesso giacimento culturale, ancora poco esplorato e valutato nella sua ricchezza e importanza. L’isola, infatti, dalla fine dell’Ottocento e fino all’avvento del sonoro presenta, come tratto distintivo e caratterizzante, aspetti, produttivi, realizzativi, distributivi, dell’esercizio e della critica, configurandosi come una vera e propria capitale mancata del cinema italiano, anche dal punto di vista registico, attoriale e creativo e delle diverse tipologie narrative dal kolossal al melodramma, dal film veristico al documentario. Perfino sotto l’aspetto architettonico, l’isola si pone all’avanguardia del modernismo. Ne sono esempi, tra tutti, la costruzione dei cinema “Olympia” e “Hall” (1913) a Catania, opera dei maggiori architetti della città, Francesco Fichera e Paolo Lanzerotti.

Dopo quest’edizione numero 42, dove non mancheranno lo “slapstik europeo”, il “western” e alcuni film dei massimi registi mondiali, sarà dunque la Sicilia ad occupare in assoluto il vertice della scena mondiale del sempre più amato e studiato cinema muto. L’edizione di quest’anno sarà preceduta dalla tradizionale pre-apertura al Teatro Zancanale di Sacile dove  venerdì 6 ottobre i musicisti della Zerorchestra accompagneranno Poker Faces (1926) di Harry A. Pollard, mentre sabato 7 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone  “La Divine croisière” (“La crociera divina”, 1929) di Julien Duvivier, con partitura composta e diretta da Antonio Coppola ed eseguita dall’Octuor de France. aprirà ufficialmente il Festival.

L’evento musicale di metà settimana (mercoledì 11 ottobre) sarà  “Hindle Wakes” (1927) del regista britannico Maurice Elvey,  film èaccompagnato dalla partitura di Maud Nelissen. L’evento finale di sabato 14 ottobre (in replica domenica 15) scommette sui due fuoriclasse della comicità muta: Charles Chaplin (nella foto accanto) e Buster Keaton, con  “The Pilgrim”, del 1923, restaurato e accompagnato dalla  partitura originale composta da Chaplin, arrangiata da eseguita dall’Orchestra da Camera di Pordenone diretta da Ben Palmer. A seguire “Sherlock Jr.” (“Calma, signori miei” o “La palla n° 13”), considerato una delle cento commedie più belle di sempre e la summa del cinema di Keaton. Tra gli eventi speciali, “Circe the Enchantress” (1924) di Robert Z. Leonard, con la stella hollywoodiana Mae Murray, sulla vita e gli amori di una seduttrice. Fra le retrospettive, la seconda e ultima parte di Ruritania, dedicata alle storie di re, regine, principi e principesse di immaginari regni balcanici e la seconda parte della rassegna curata da Ulrich Rüdel e Steve Massa sulle origini dello slapstick europeo e sui suoi legami con il cinema comico americano.

Non mancherà il western, con una delle prime star del genere, Harry Carey, diretto anche da John Ford.Per la sezione  il “Canone rivisitato”, a cura di Paolo Cherchi Usai, sarà proiettato il leggendario film di Erich von Stroheim e Rupert Julian (che sostituì Stroheim durante la lavorazione) “Merry-Go-Round” (“Donne viennesi”, 1923), e “Vendémiaire” di Louis Feuillade, di recente ritrovato alla Gaumont.

Franco La Magna

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post