A queste domande risponde Alessio Fasano, pediatra, gastroenterologo e ricercatore, con Susie Flaherty, divulgatrice scientifica, nel volume “Microbioma umano – L’ago della bilancia tra salute e malattia”, da oggi in libreria (Edizioni Edra). Il volume fa il punto della situazione sugli studi più recenti del microbioma offre una importante summa, fondata esclusivamente su evidenze scientifiche provate e volta a favorire il dialogo interdisciplinare tra le specialità coinvolte. Nel libro, tra i vari argomenti, gli autori spiegano come sia possibile manipolare e monitorare il microbioma per mantenere la salute e si soffermano su diverse malattie come obesità, allergie e celiachia.
Per comprendere quali meccanismi sono coinvolti nello sviluppo dell’obesità nella prima infanzia, Fiechtner e colleghi hanno progettato uno studio longitudinale sul microbioma. Hanno raccolto dei campioni da una potenziale coorte di bambini per studiare le differenze nei microrganismi intestinali tra quei bambini che svilupperanno l’obesità e quelli che invece non la svilupperanno. A seguito di queste evidenze, manipolare la composizione e la funzione del microbioma potrebbe rappresentare un significativo obiettivo di intervento di sanità pubblica, con la possibilità di cambiare radicalmente il panorama dell’epidemia dell’obesità Una delle domande critiche in questo puzzle riguardante la salute pubblica è: quale ruolo gioca la qualità rispetto alla quantità di cibo nell’apporto calorico e nell’impatto nutrizionale sulla composizione del microbioma nei bambini con obesità? Alimenti altamente trasformati e “fast food” o “cibo spazzatura” favoriscono l’assunzione ipercalorica e aumentano il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari, obesità e cancro. “Non dobbiamo dimenticare, infatti, che l’obesità è una malattia infiammatoria. In qualità di esperta di nutrizione e di fattori sociali associati all’obesità, la Fiechtner può fornire numerose informazioni sugli interventi nutrizionali – continuano gli autori – Questi includono l’incremento della qualità del cibo per un migliore risultato metabolico e, potenzialmente, la manipolazione della composizione e della funzione del microbioma per rallentare efficacemente, se non addirittura arrestare, l’epidemia di obesità”. Ma, prima, occorre comprendere l’impatto degli interventi nutrizionali sul microbioma e il suo profilo metabolico in termini di bilancio calorico. Una volta che troveremo anche quel pezzo del puzzle, il risultato degli studi longitudinali, come quello che Fiechtner e Taveras stanno conducendo, potrebbe aiutare a personalizzare meglio la nutrizione per manipolare il microbioma e curare così l’obesità. Allergie alimentari e microbioma Alcuni studi hanno identificato nella modalità del parto, nell’esposizione agli animali domestici e nei fratelli maggiori i fattori significativi che possono contribuire al rischio di sviluppare allergie alimentari. Gli studi in coorti umane trasversali supportano l’ipotesi che la disbiosi giochi un ruolo nella patogenesi delle allergie alimentari e i dati limitati al momento disponibili suggeriscono che questa disbiosi si verifichi all’inizio della vita, cioè prima dell’inizio della sensibilizzazione. “Tuttavia, anche se la nostra comprensione della regolazione microbica dell’allergia alimentare è solo agli inizi, la ricerca indica un importante contributo dei microbi intestinali alla predisposizione a queste malattie” continuano gli autori. La sfida della ricerca è quella di identificare i microrganismi di derivazione commensale per uso terapeutico al fine di prevenire o forse addirittura riuscire a curare le allergie alimentari. Nei primi anni di vita, la composizione dinamica del microbioma intestinale richiede campionamenti multipli per valutare il suo ruolo in un range di predisposizione. Al fine di realizzare l’obiettivo di manipolare il microbioma intestinale per prevenire o trattare l’allergia alimentare è necessario acquisire anche una migliore comprensione delle caratteristiche generali del microbioma nel suo ruolo protettivo e dei fattori ambientali, come per esempio la dieta, che potrebbero influenzare questo sviluppo della funzione di protezione.
Celiachia e microbioma Tuttavia, i primi passi successivi all’esposizione della mucosa intestinale al glutine, che portano alla perdita di tolleranza e allo sviluppo del processo autoimmune, sono ancora in gran parte sconosciuti. Si ritiene inoltre che molti fattori ambientali, noti per influenzare la composizione e la funzione del microbioma intestinale, svolgano un ruolo nello sviluppo della celiachia. Questi includono la modalità del parto, il tipo di alimentazione infantile, una storia di infezioni e l’uso di antibiotici. Gli autori Susie Flaherty, Divulgatrice scientifica, Direttore della Comunicazione del Center for Celiac Research and Treatment.
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