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In merito alla giornata di sciopero effettuata lunedì 6 novembre dai lavoratori dipendenti dell’ODA  per protestare contro il mancato pagamento delle mensilità dei mesi di agosto, settembre e ottobre 2023, l’Arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Renna ha inviato ai lavorati la lettera che di seguito pubblichiamo.

Alla lettera dell’Arcivescovo ha replicato con un comunicato stampa il Segretario dell’Unione Sindacale di Base di Catania, Corrado Tabbita Siena.

 

 

L’Arcivescovo Renna ai dipendenti ODA:

“Un cammino di collaborazione, no a facili scorciatoie” Cari fratelli e sorelle della Fondazione ODA, mi duole tornare a rivolgermi a voi per intervenire su fatti che riguardano l’Ente. Questa Diocesi guarda con inalterata attenzione ai disagi vostri, delle vostre famiglie e della Fondazione tutta, che, comprensibilmente, tolgono serenità e rendono faticoso accettare il ritardo nel pagamento degli stipendi.

Comprendo bene che vorreste vivere un clima di maggiore distensione e avere la sicurezza di non dover attendere, oltre ciò che riuscite a tollerare, la corresponsione di quanto vi spetta, per l’opera benemerita che, quotidianamente e con abnegazione, assicurate a chi soffre.

Ma sono certo che nessuno di voi possa mettere in dubbio quanto difficile sia la gestione di un ente così complesso, con un’importante situazione debitoria pregressa, che non è solo nettamente ridotta rispetto al passato, ma è anche sotto controllo. Sono altrettanto certo del fatto che non vi sia, tra tutti voi, alcuno che voglia essere blandito con rassicurazioni di carta, su improbabili scenari di fulminee uscite dal tunnel debitorio.

Da questo Arcivescovado e dalla Governance dell’Ente, le uniche rassicurazioni che vi possano giungere, e che siano rispettose di voi, sono quelle riferibili a dati certi, come il pagamento di due mensilità a strettissimo giro, con buona probabilità entro questa settimana entrante, a fronte della recente pubblicazione, da parte dell’Asp di Catania, delle determine di liquidazione dell’acconto relativo al quarto trimestre.

Ciò che è certo e corrispondente al vero non vi è stato mai taciuto, dal Commissario Straordinari; al contrario, la realtà vi è stata sempre illustrata, finanche nei suoi aspetti più difficili da affrontare. E la realtà è quella che di cui il Commissario Straordinario, Avv. Adolfo Landi, per primo e con ciclicità, vi ha sempre, con dovizia di spiegazioni e approfondimenti, messo a conoscenza: l’ODA dovrà, probabilmente, fare altri sacrifici, in assenza dei quali né i servizi resi all’utenza, né il vostro posto di lavoro potrebbero più esistere. È facile, da parte di chi sceglie, con pervicacia, la facile scorciatoia di fare delle promesse evanescenti, anziché il ben più arduo, ma coraggioso, cammino della collaborazione, insinuarsi nel vostro malessere e portarvi a credere che continuerebbe a esserci un futuro per la Fondazione anche dopo un’eventuale chiusura e l’acquisto di altri privati. La realtà è quella che il Commissario Straordinario Avv. Landi ha rappresentato, da ultimo, venerdì pomeriggio, nel corso dell’incontro con i lavoratori.

L’Ente sta, piano piano, riducendo il proprio debito con l’erario, tramite un robusto piano di rottamazione delle cartelle, che impone, però, il pagamento puntuale delle rate, pena la decadenza dal beneficio. Nondimeno, la Fondazione deve fare fronte agli obblighi tributari, previdenziali e finanziari. “Meri” obblighi di legge, il cui elementare rispetto, ahimè, in passato è stato considerato un elemento accessorio, e non un dovere. Il più piccolo passo falso, in questo momento, significherebbe solo una cosa: la chiusura.

Sono certo che nessuno di voi, per quanto sofferente, voglia che sull’ODA venga messa una pietra tombale, e nemmeno che questa Fondazione finisca in pasto agli speculatori, che di voi tutti, dei vostri diritti e degli assistiti avrebbero, a voler usare un eufemismo, ben poco riguardo. Sono, invero, convinto che, da parte vostra, vi sia indubbiamente affezione, finanche amore, per ciò che l’Ente rappresenta, non solo per voi e le vostre famiglie, ma per l’inestimabile patrimonio valoriale che reca con sé.

E muovo da questo per esortarvi a continuare a essere la spina dorsale della Fondazione, certo che saprete spendere le vostre migliori energie per concorrere alla crescita dell’Ente, immergendovi, anima e corpo, nelle tante, nuove e positive sfide che lo attendono e che gli permetteranno, tra le altre cose, di avere ulteriori fonti di finanziamento. Penso ai nuovi progetti, alle nuove attività che la Fondazione può intraprendere.

Vi esorto, altresì, a non abbandonarvi alla sfiducia e all’amarezza, bensì a essere fieri, in primis, del vostro lavoro e dell’ente per cui prestate la vostra opera, cercando, con le azioni e le parole, di trasferirne, a chi sceglie i servizi che rendete e a chi si adopera per la sua salvezza, l’immagine di una comunità viva, coraggiosa e resiliente. Vi assicuro che quanti, sin qui, hanno scelto di investire tempo, attenzione e risorse nell’ODA – penso agli istituti di credito coinvolti -, lo hanno fatto con la consapevolezza di avere davanti una realtà solida, in termini di competenze, professionalità, know how, storia, governance affidabile e conti a posto. Sì, perché i conti della Fondazione, al netto del consistente pregresso debitorio, sono a posto, come vi ha confermato venerdì pomeriggio il Commissario Landi.

Il conto economico annuale non produce più perdite, non vi sono sprechi o gestioni disinvolte del denaro. Vi basti ricordare questo, per essere certi che né questa Diocesi, né la governance abbiano priorità diverse dalla tenuta dell’ODA e dal mantenimento dei vostri posti di lavoro. Mi riprometto, entro le festività natalizie, di incontrare in assemblea tutti i dipendenti, a circa un anno di distanza dal primo incontro; sarà un’occasione nella quale ribadire questi concetti e la sollecitudine che si sta avendo per far rientrare il debito.

Vostro,

+Luigi Renna Arcivescovo di Catania

6 novembre 2023

 

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   La  replica della Segreteria Territoriale  Federazione U S B  Catania  

                   Corre l’obbligo morale, a seguito delle dichiarazioni a mezzo stampa, rilasciate da S.E. Mons. Renna, Arcivescovo di Catania, rispondere quanto segue: – Non è vero che l’ODA guarda con “inalterata attenzione” ai disagi dei lavoratori. O quanto meno guarda e non fa nulla quando “comprensibilmente” toglie agli stessi serenità e rende faticoso accetare il ritardo di mesi nei pagamenti  degli stipendi.– Non è vero che comprende e che vorrebbe un “clima di maggiore distensione” perché altrimenti si adopererebbe per renderlo tale.

  • È vero che “quotidianamente” e con abnegazione viene assicurata assistenza, educazione e terapia a chi soffre, e per questo motivo è inaccettabile che i dipendenti dell’ODA possano farsi carico, con i propri stipendi, del debito “ eterno che l’ODA contrasse 26 anni fa “ e che sembra non risanarsi mai.

– Non è vero che i lavoratori vogliono “essere blanditi con dichiarazione di carta e fulminee uscite dal tunnel debitorio”. I debiti non sono stati prodotti da loro, è verissimo che nell’arco della loro vita lavorativa all’ODA, non fanno altro che erogare servizi puntualmente pagati dall’ASP ma i cui corrispettivi arrivano un mese si e due (o tre) mesi no.– Attualmente la certezza che “le date dei pagamenti di due mensilità arrivino  “ a strettissimo giro con buone probabilità entro la prossima settimana entrante” cioè nella settimana che va tra il 13 e il 19 novembre. Questo significa che saremmo comunque ben fuori dalla scadenza del terzo mese di mancanza di stipendi che potrebbe dar luogo alle dimissioni per giusta causa.

  • Non è vero che “la realtà è stata SEMPRE illustrata dal Commissario Straordinario”, perché giorno 5 gennaio del 2023, sia l’Arcivescovo Renna che il Commissario in un’assemblea plenaria avevano promesso la regolarità degli stipendi entro due mesi, grazie ad un prestito della CEI.

Questa è stata una grande menzogna! Non abbiamo visto nessuna regolarità.– Non è vero che il commissario Landi, per primo e con ciclicità ci ha sempre informato con dovizia di spiegazioni. Dal 5 gennaio al 3 novembre 2023 non abbiamo mai avuto nessun incontro.– Non è vero che è l’ODA a fare i sacrifici. I sacrifici li fanno solo i lavoratori che erogano i servizi. E la minaccia costante è che “se non facciamo sacrifici il posto di lavoro potrebbe non esistere” più. Questa minaccia viene regolarmente ripetuta, anche negli ultimi due incontri con il Commissario Straordinario e per lettera dall’Arcivescovo Renna.– Nessuno “promette scorciatoie facili di promesse evanescenti”. La verità è solo che l’ASP paga sempre puntualmente i servizi che i lavoratori erogano con costanza e dedizione, ma i soldi di questi servizi, anziché arrivare sotto forma di stipendi, vengono intercettati dall’oda e utilizzati per “ridurre il proprio debito con l’erario tramite un robusto piano di rottamazione delle cartelle che impone però il pagamento puntuale delle rate, pena la decadenza del beneficio “. Nondimeno la Fondazione deve fare fronte agli oneri tributari, previdenziali e finanziari. Il più piccolo passo falso significherebbe solo una cosa: la chiusura”. Ed ecco che lo spauracchio si ripete.– Della paura che sull’ODA venga messa una “pietra tombale” non possono farsene carico i lavoratori che già vivono situazioni di grande sofferenza proprio per la mancanza di stipendi.– Quella che il nostro Arcivescovo chiama “affezione, finanche amore” è sicuramente l’atteggiamento che ogni dipendente ha nei confronti degli utenti, sempre e comunque.– È verissimo che i dipendenti dell’ODA  sono “la spina dorsale dell’ODA, ma non possono essere una macchina per fare i soldi con i quali l’ODA paga i suoi debiti.

  • I lavoratori sono sempre stati fieri del proprio lavoro, ma di quel lavoro che assicura digniatà e li rende fieri, altrimenti si chiama sfruttamento, e quello si “li fa abbandonare alla sfiducia e all’amarezza” di cui l’Arcivescovo sembra essersi accorto.

  E ancora, i conti “apposto” di cui parla Monsignor Renna tengono presente solo del debito che l’ODA sta risanando, ma queste operazioni ne producono costantemente altri verso i lavoratori. Che risanamento è? Si evince quindi che quello con i lavoratori non viene considerato debito, palesando cosi il mancato rispetto nei loro confronti.Infine l’Arcivescovo vorrebbe incontrare i lavoratori per le Festività Natalizie ma, in mancanza di regolarità retributiva fino a Natale, gli stessi non sono disposti a sentirsi ribadire le stesse scuse e le solite frasi fatte e soprattutto gli insulti che in data 6 novembre presso l’Arcivescovato dopo essere stato ricevuto, Monsignor Renna si è permesso di rivolgere al  Segretario del Sindacato USB (per l’esattezza è stato tacciato di  “ragionare come un antico siciliano Mafioso) sol per il fatto di controbattere le tesi sostenute da Monsignor Renna.Infine, l’auspicio che ancora una volta si vuol rivolgere all’opinione pubblica, è quello dei comportamenti umani che ci si aspettano soprattutto dal “ Buon pastore ”, e su questo vi è tanto da meditare.    Catania 8 Aprile 2023 Segreteria Territoriale  Federazione U S B  Catania                    Corrado Tabbita Siena

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