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Il videogaming è oggi una realtà di enorme successo, oltre che molto remunerativa, e le ragioni sono molteplici e complesse. Non potrebbe essere diversamente del resto, considerando come l’opinione che oggi si ha del videogioco sia agli antipodi rispetto a quella più diffusa fino a pochi anni fa: nel giro di pochi anni il videogaming è passato dall’essere un passatempo di nicchia a diventare l’industria più importante dell’entertainment, con incursioni anche nella didattica e nella cultura. Tante le ragioni, ma una tra queste ha avuto un ruolo particolarmente importante: il peso del multiplayer. Dagli eSport fino ai videogiochi più redditizi per sviluppatori e distributori, il multigiocatore è una presenza costante e un protagonista insostituibile, capace di valorizzare titoli appartenenti ai più distanti generi videoludici.

Non che il multiplayer sia un fenomeno nato con il web: molti videogiocatori ricorderanno senz’altro le partite in multiplayer locale, in split screen o attraverso una rete locale che permetteva indimenticabili LAN party. È però vero che è sicuramente stato Internet a permettere l’esplosione del multiplayer, ampliando la platea di videogiocatori a qualsiasi dispositivo connesso al web e così contribuendo al successo del videogioco.

Mai come oggi, infatti, il panorama dei multiplayer è vasto e variegato, con titoli riconducibili a qualsiasi genere. In molti casi si può notare una sovrapposizione quasi costante tra multiplayer e titoli eSport: non è certo un caso, considerando come la componente multiplayer sia di fatto diventata una necessità per poter competere ad alti livelli nel videogaming sportivo.

Partendo proprio da questo, uno dei generi più giocati in multiplayer è l’RTS, ossia giochi di strategia in tempo reale. Sono titoli nei quali si controlla una fazione composta da differenti unità, e lo scopo è quello di affrontare e sconfiggere un avversario, utilizzando strategie adatte e sviluppando meglio e più velocemente le proprie risorse. Il genere, di enorme successo tra anni ’90 e 2000, è stato tra i primi a ritagliarsi una sua nicchia competitiva, diventando in breve uno dei primi generi praticati anche come eSport. Tra i vari esempi si possono fare le serie Age of Empires, Command & Conquer, StarCraft e Company of Heroes.

Altro enorme serbatoio di giochi multiplayer sono poi i titoli di simulazione sportiva, tra cui quelli maggiormente amati sono quelli basati su calcio e basket. Parliamo anche in questo caso di giochi con un loro scenario competitivo estremamente praticato, con tornei di ogni livello. Si tratta di giochi nei quali il gameplay simula quello di una partita: ogni giocatore controlla una squadra e ci si sfida secondo le regole di quello specifico sport. Limitandosi a calcio e basket, le serie maggiormente diffuse sono sicuramente EA Sports FC, la storica FIFA, e la sua rivale eFootball, in precedenza PES, mentre per il basket la serie NBA 2K.

Meritano una menzione a parte i giochi da casinò, che un po’ a sorpresa sono a loro volta tra i titoli multiplayer più diffusi. Ormai i tradizionali giochi da casinò sono a tutti gli effetti videogiochi: il successo di piattaforme digitali come PokerStars Casino ha portato online tutti i grandi classici, che però mantengono inalterati aspetti come la sfida con altre persone al tavolo. Per questo motivo, proprio i giochi che prevedono più giocatori risultano particolarmente giocati in multiplayer: tra i vari esempi si può pensare alla roulette o al blackjack.

Pensiamo poi al genere battle royale, che prevede la presenza di più giocatori e dunque implica il multiplayer. Come suggerito dal nome, scopo del gioco è la sopravvivenza: un gran numero di giocatori, fino a 100 e più, inizia la partita in una grande mappa i cui confini progressivamente si restringono. I giocatori si eliminano tra loro o rimangono fuori dai confini della mappa, e vince l’ultimo giocatore rimasto. Si tratta di un genere che appare particolarmente spettacolare per incontri competitivi, e tra i vari esempi si possono elencare titoli in prima persona, come alcune modalità della serie Call of Duty, o in terza persona, come Fortnite.

Infine, pensiamo a simulatori sportivi particolari: quelli di guida. Si tratta di titoli nei quali la simulazione è fondamentale: sono utilizzati anche come allenamento per veri piloti, prevedono l’impiego di hardware specializzati come pedaliere e volanti, sono persino stati impiegati in tornei tenutisi nel contesto dei Giochi Olimpici. Ovviamente il settore eSport è particolarmente sviluppato, ma chiunque può gareggiare in multiplayer anche amatorialmente. Esempi comprendono la serie Gran Turismo, utilizzata maggiormente nelle competizioni, ma anche la serie F1, impiegata persino dai veri piloti di Formula Uno, o la serie WRC, basata sulla specialità del rally.

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