Nell’ambito del progetto “Palcoscenico Catania. La bellezza senza confini”, promosso dalla Direzione Comunale Cultura e finanziato dal Ministero della Cultura, sabato 28 settembre, alle ore 20.15, nella Parrocchia Nostra Signora SS. Sacramento, in via delle Susine 15, a Librino, l’associazione culturale Terre forti fondata nel 2007 a Librino e guidata dall’attore, regista e autore catanese Alfio Guzzetta, proporrà “Cunti e canti del vecchio borgo” di Gaetano Gullo. Protagonisti: Antonietta Attardo, Letizia Tatiana Di Mauro, Alfio Guzzetta e il cantautore Gregorio Lui (voce e chitarra). L’ingresso allo spettacolo è libero, fino ad esaurimento posti. Per Info: 349.6093918.
Si tratta di un recital intenso e divertente, tra commedia, musica e poesia, che rimanda alla scuola poetica e musicale siciliana più genuina ed autentica. Previsto anche un emozionante excursus sulla donna nella tradizione siciliana, che ne tratteggia gli aspetti, sia positivi che negativi, più intensi e caratteristici.
L’antropologo italiano Alberto Mario Cirese ha definito cultura come “Il complesso delle attività e dei prodotti intellettuali e manuali dell’uomo in società, quali che ne siano le forme e i contenuti, l’orientamento e il grado di complessità o di consapevolezza, e quale che ne sia la distanza dalle concezioni e dai comportamenti che nella nostra società vengono più o meno ufficialmente riconosciuti come veri, giusti, buoni, e più in genere culturali”. Ma questo riconoscimento dipende sempre dalla cultura egemone che raramente considera culture “diverse” dalla propria. Non di rado accade che proprio il ceto popolare, spesso meno istruito, percependo questa “diversità”, se ne allontana, isolandosi. Si viene a creare, così, una cesura fra due culture “diverse” che finiscono per diventare “nemiche”.
“La struttura del recital – sottolinea Alfio Guzzetta – prevede un percorso tra quelle tradizioni popolari che spesso vengono considerate cultura di secondo grado, mentre stanno alla base e costituiscono le radici di ogni espressione, sia essa popolare o colta. Oggetto della rappresentazione le ottave siciliane, i curtigghiarii, le canzoni popolari, i rimbrotti o le schermaglie amorose. Con tale gioco si faranno rivivere espressioni e modi che oggi stanno scomparendo. Il nostro dialetto è il risultato di millenni di contaminazioni diverse. Greci, latini e bizantini, arabi, normanni e svevi, aragonesi, castigliani, spagnoli non hanno certo attraversato la nostra storia senza darle il loro apporto”.