“Gran Bolero è una grande opportunità per ricordare che ci fu un giorno in cui decidemmo che la danza e la musica ci avrebbero salvato da tutto il resto”. Così il coreografo spagnolo Jesús Rubio Gamo riassume lo spirito della sua pluripremiata creazione costruita sulla rivisitazione della celeberrima partitura di Maurice Ravel in programma a Scenario Pubblico sabato 9 e domenica 10 novembre, rispettivamente alle 21:00 e alle 19:00.
Prosegue così il cartellone della stagione di Scenario Pubblico “Hi!”, impaginato dal direttore artistico Roberto Zappalà. “Hi!” si presta ad una doppia lettura: il saluto anglosassone suona come cordiale invito al pubblico; d’altra parte è l’acronimo di Human Intelligence che Zappalà evoca a fronte di quella artificiale, per esortare a fare di quest’ultima un uso consapevole. Se l’AI è preziosa risorsa, prioritario è infatti continuare a dare spazio e valore all’intelligenza umana, che postula un’imprescindibile interazione tra mente e corpo.
Da qui discende l’urgenza di vivere in presenza ed empatia i rapporti interpersonali, a livello individuale e collettivo. Tra le occasioni più pregnanti di socializzazione rientra certamente la scelta di assistere alle performance dal vivo: eventi che avvengono in gran parte in quelli che sono per definizione luoghi di incontro e dialogo. In particolare, nella danza, la potente corporeità che emana dal palcoscenico raggiunge lo spettatore.
E Gran Bolero è appunto corpo e tempo. In questa coreografia, sei danzatori della compagnia En Knap provenienti dalla Slovenia e sei ballerini della Zagreb Dance Company dalla Croazia si uniscono per rivisitare una partitura musicale composta da Ravel nel 1928 come trascrizione orchestrale di una danza tradizionale spagnola. Boléro è una composizione classica che è tutto fuorché classica.
Boléro di Ravel si basa sulle danze tradizionali spagnole omonime del XVIII secolo. E composto da due temi ripetuti che diventano sempre più incalzanti ed esaltanti man mano che il pezzo procede. Tutta l’orchestra, tutti gli strumenti in sincrono per un grande crescendo in Do maggiore. Jesús ha creato la sua coreografia quando lui stesso era in una situazione di stallo: “Tutto era difficile e non sapevo cosa fare. Un giorno ho ascoltato il Boléro di Ravel. È come un impulso, che va avanti. Mi sono lasciato trasportare. La musica e la danza possono salvarti dalla solitudine. La danza ti dà speranza, la musica ti porta a tempi migliori”.
“Gran Bolero” è un pezzo intenso. È un’ode alla speranza e alla danza stessa. La leggerezza combatte con la gravità sulla linea molto sottile tra piacere e stanchezza. Sulle orme della musica, Jesús richiama anche la danza tradizionale spagnola, le tracce di una memoria collettiva, un passato su cui si costruisce il presente. È una danza per celebrare il tempo e lo spazio che condividiamo, un’orchestrazione di gruppi, di relazioni tra gruppi e in un gruppo, di ripetizioni che creano un crescendo, perché la comunità emerga proprio nella tensione di quel “ancora!”, di quella persistenza, di quell’esaurimento che non si esaurisce mai.
Jesús Rubio Gamo è un ballerino e coreografo indipendente con sede a Madrid. Il suo lavoro è stato presentato in festival nazionali e internazionali. Nel 2020 la Radio Nazionale Spagnola gli ha conferito il Premio Ojo Crítico nella danza. Inoltre Gran Bolero ha ricevuto il Premio MAX come migliore produzione di danza nel 2020. Il suo lavoro è stato presentato nei più importanti festival di Parigi, Londra, Atene, Roma.
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