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Lo scorso 30 novembre e 1 dicembre il Teatro del Canovaccio di Catania, in via Gulli 12, ha ospitato la Compagnia Teatro dei Naviganti con l’atto unico di circa sessanta minuti, “Una storia di baffi” interpretato da Domenico Cucinotta e Mariapia Rizzo. Il testo, diretto dallo stesso autore, Domenico Cucinotta, ispiratosi al romanzo “I baffi” del francese Emmanuel Carrère, propone al pubblico una storia particolare ed originale che esplora i legami, le rivalità e le situazioni insolite che solo un paio di baffi possono scatenare.

Locandina Una storia di baffi

Su una scena spoglia, popolata solo da un divano gonfiabile intorno al quale si sviluppa l’intera vicenda, si muove una coppia (un marito ed una moglie) moderna, borghese e benestante. La pièce racconta di in uomo che decide un giorno di radersi i baffi, decisione vista come  cambiamento, come un nuovo inizio. L’uomo attende con ansia le reazioni di moglie, amici e colleghi, convinto che il suo cambiamento non passerà inosservato. Nessuno, però, sembra notare nulla, come se i baffi non fossero mai esistiti. Questo fatto, questa non reazione, lo cambia attivando di conseguenza una serie di tensioni, dubbi e sospetti, che mettono a dura prova le sue relazioni e la sua visione di sé. Per il povero marito si innesca una situazione terribile, si ritrova in una dimensione da incubo, infatti quelli che lo conoscono da anni e la mo­glie per prima, ribadiscono di non averli mai visti, quei baffi che lui afferma di aver tagliato. La sua esistenza subisce un profondo disfacimento psicologico e relazionale, con una linea tra immaginazione e reale sempre più sottile. Si susseguono quindi vari interrogativi che non trovano risposta: si tratta di uno scherzo della moglie o di un complotto con la complicità di amici e colleghi, per convincerlo che è pazzo? Sarà lui o la moglie a dover ricorrere alle cure dello psichiatra?  Mille domande quindi in una tranquilla vita di coppia, ormai compromessa, con l’unica soluzione di fuggire il più lontano possibile. Ma sarà solo il punto di non ritorno ed una frattura nella realtà di un uomo, di un marito che ha perso le certezze sulla propria identità e sul mondo che lo circonda. In alcune sue sfumature, in alcuni passaggi, movenze o frasi sussurrate dai due protagonisti, tra una pausa ed un misterioso sottofondo musicale, la pièce ci riporta a determinate atmosfere pirandelliane o in ambientazioni da teatro dell’assurdo.

Domenico Cucinotta e Mariapia Rizzo

Uno spettacolo, diretto con leggerezza dallo stesso autore, giocato sulla versatilità dei due interpreti, Domenico Cucinotta nei panni del marito con il dramma dei baffi e Mariapia Rizzo (la borghese e svagata moglie), costruito con dei fermo immagine che si soffermano su istanti di particolare tensione,  supportato da un gioco luci che sottolinea gli sguardi, i volti, le perplessità dei due protagonisti e da un intrigante tappeto sonoro fatto dallo scorrere dell’acqua in un ruscello, a rappresentare il flusso di coscienza proprio nei momenti in cui la realtà è messa in discussione.

“Una storia di baffi” che gioca sull’imprevedibilità della vita, sull’attesa di qualcosa che deve avvenire, sulla differente percezione di fatti e ed avvenimenti e che quindi invita a riflettere sul fatto che non esiste una verità assoluta ed uguale per tutti, ma esistono diverse realtà soggettive oltre alla propria, infatti il finale è lasciato volutamente aperto ed ognuno di noi potrà vederci la propria conclusione. Alla fine non sono mancati gli applausi per i due interpreti e per un lavoro che indubbiamente mette in discussione tante nostre certezze, dalle più importanti fino al piccolo episodio quotidiano della nostra vita.

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