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Il Giorno della memoria, celebrato il 27 gennaio, è trascorso e anche quest’anno è stato accompagnato – dopo i continui comizi pro-Palestina grondanti odio con appelli all’uccisione degli ebrei e bandiere israeliane bruciate dopo la  guerra di Gaza iniziata in conseguenza dell’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023 – da polemiche legate all’attualità, dichiarazioni solenni e accuse incrociate.
A 80 anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche, avvenuta il 27 gennaio 1945, il critico d’arte e promotore culturale Fortunato Orazio Signorello ha voluto ricordare, considerando l’escalation di atti antisemiti – ribadendo di essere contrario ai massacri perpetrati a Gaza da Israele e alle violazioni e ai crimini atroci perpetrati da Hamas e da altri – che per riconoscere i pericoli delle ideologie di odio dobbiamo impegnarci attivamente per contrastarle. Per Signorello – che dal 1998 promuove annualmente per l’Accademia Federiciana “Ricordare perché non accada mai più” (precedentemente era intitolata “Per non dimenticare”) da lui istituita con l’obiettivo di “non dimenticare l’annientamento fisico di milioni di ebrei e di innumerevoli membri di altre minoranze compiute dal regime di Adolf Hitler in nome della purezza etnica” e per “rafforzare la memoria storica contro ogni oblio e per impedire che l’intolleranza e il razzismo prevalgano di nuovo” – occorre sensibilizzare maggiormente le nuove generazioni e ricordare quello che è stato uno degli stermini di massa più grandi e disumani della storia dell’umanità promuovendo nelle scuole – con eventi rivolti alla città, e non solo fruibili da studenti, non solo per il Giorno della memoria ma anche nel corso dell’anno – i principi di rispetto, accettazione e apprezzamento della ricchezza e della diversità delle culture del nostro mondo.
“Occorre promuovere tra i giovani, con eventi organizzati nelle scuole visibili anche sul territorio – afferma Signorelloi principi di rispetto, tolleranza e solidarietà. Per ricordare soprattutto a loro lo sterminio del popolo ebraico e tutte le altre vittime dell’olocausto, dobbiamo continuare a stimolare la riflessione, tracciando un percorso di recupero della storia e della memoria collettiva, perché ciò che è accaduto può tornare a ripetersi sotto altre forme”. Per Fortunato Orazio Signorello per  non fare mai più gli stessi errori bisogna continuare a mantenere vivo il ricordo del passato e imparare dalla pagina più nera della storia dell’umanità promuovendo programmi educativi e maggiori iniziative. “Bisogna coinvolgere maggiormente i giovani – ribadisce Signorello – affrontando in modo bilanciato ed esaustivo l’argomento. Devono sapere ciò che avvenne nei campi di concentramento, delle forme di sfruttamento coercitivo di lavoro dei prigionieri, degli esperimenti pseudo-scientifici portati a compimento al loro interno sui prigionieri, degli abusi perpetrati, della brutalità e dell’illegalità dell’operato delle SS nello sterminio e nella persecuzione degli ebrei”.
Sapendo quanto sia importante far conoscere i valori di tolleranza e solidarietà come antidoto all’odio e alla discriminazione, dal 1998 (cioè 2 anni prima dal Parlamento italiano che, con la legge n. 211 del 2000, ha istituito il Giorno della memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti) Fortunato Orazio Signorello ha commemorato annualmente – escluso negli anni relativi alla gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 – le vittime della shoah e tutte le altre vittime della persecuzione nazista organizzando per l’Accademia Federiciana, per “far conoscere meglio e contrastare pregiudizi, discriminazioni razziali e soprusi garantendo il rispetto della persona umana e il riconoscimento della sua dignità”, un incontro culturale comprendente una conferenza, un reading di poesie sull’argomento, la lettura di brevi testi sulle drammatiche esperienze nel lager nazista raccontati da Primo Levi in “Se questo è un uomo”, la proiezione di fotografie relative ai campi di concentramento e la lettura di testi tratti da articoli e saggi. 

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