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Un tuffo surreale, poetico e musicale, nella solitudine e nell’insensatezza della condizione umana, lanciando messaggi di speranza per una realtà diversa da quella attuale. Con un linguaggio ed una connotazione nettamente beckettiana alla Sala Futura di via Macallè, per la stagione di prosa dello “Stabile” etneo, è stato proposto, dal 7 al 9 febbraio, il fulminante spettacolo “Fratellina” di Spiro Scimone, diretto da Francesco Sframeli, Premio “Le Maschere del Teatro Italiano 2023” come migliore novità italiana.

Testo delicato quello di Spiro Scimone che riesce a creare una atmosfera particolare, sospesa, di attesa di una realtà migliore, più umana, liberandosi così dal buio dell’incomunicabilità e dall’oscurità del silenzio e dell’indifferenza.

La pièce, della durata di circa 50 minuti, è prodotta dalla premiata compagnia Scimone-Sframeli (tra le realtà più rappresentative del teatro contemporaneo e cinque volte vincitrice del prestigioso Premio Ubu) e dal Teatro Metastasio di Prato, in collaborazione con Istituzione Teatro Comunale Cagli e si rivela un piccolo capolavoro di sensibilità e di denuncia su come è strutturata oggi la nostra società, tra incomunicabilità ed oscurantismo, in attesa di nuove dimensioni e di autentica umanità.

Francesco Sframeli e Spiro Scimone – Foto di Gianni Fiorito

Nello spettacolo, sulla scena minimale di Lino Fiorito, con due letti a castello di colore verde, muniti di persiane veneziane, si muovono inizialmente Nac e Nic, due ambigui personaggi che si interrogano, commentano e sperano di poter vivere in una nuova e diversa realtà, dove tutte le cose dimenticate si possono di nuovo ritrovare. Il loro letto a castello è fornito anche di una serie di cordicelle che tirate opportunamente evidenziano una sveglia, uno specchio ed altre cose.

I due, dopo un breve e surreale dialogo, incontrano nel letto accanto e si confrontano con altri due personaggi, Fratellino e Sorellina, che raccontano la loro vicenda fatta di denuncia, di immobilità, di voglia di cambiare. Tra ilarità e paradosso, allegria e riflessioni, i quattro poi trovano il sorriso e l’ironia per superare interrogativi, ansia e sofferenza. Nel finale poi, dentro un armadio recuperato da un rigattiere, tutti insieme – sotto uno spicchio di luna- potranno così riscattarsi, ritroveranno un cognato generoso e disponibile verso gli altri e la propria dimensione. Potranno rivedere la luce e finalmente i colori delle cose, coronando il sogno di una vita diversa.

Surreali e beckettiani i personaggi di Nac (reso da Francesco Sframeli) e di Nic (interpretato da Spiro Scimone) in perfetta armonia con il Fratellino di un elegante Gianluca Cesale e da Sorellina (la convincente Giulia Weber).

Ed i nomi, Nic e Nac, dei due protagonisti (i messinesi Scimone e Sframeli) richiamano sicuramente la tipica espressione  siciliana “Chi nicchi e nacchi” ovvero “Che cosa c’entra?”, sottolineando quindi l’elementare domanda che ognuno di loro si pone ripetutamente e che viene poi girata all’attento pubblico. Scorrevole la regia di Francesco Sframeli e congeniali i costumi di Sandra Cardini ed il disegno luci di Gianni Staropoli.

Applausi soddisfatti, alla fine, da parte di un pubblico incuriosito e incantato da una proposta che sicuramente lancia dei precisi messaggi sulle precarie condizioni della nostra società, incapace ormai di ascoltare e di comunicare, ribadendo che per ritrovare una dimensione, un mondo finalmente diverso, colorato, libero da inutili orpelli e brioso, occorre impegnarsi tutti insieme ed abbandonare quel mare tempestoso, agitato da cattiveria, solitudine e rimpianti, abbracciandosi in una nuova realtà.

FRATELLINA
di Spiro Scimone

Regia di Francesco Sframeli

con Francesco Sframeli (nel ruolo di Nac), Spiro Scimone (nel ruolo di Nic), Gianluca Cesale (nel ruolo di Fratellino), Giulia Weber (nel ruolo di Sorellina)

Scena di Lino Fiorito

Costumi di Sandra Cardini

Disegno luci di Gianni Staropoli

Regista assistente Roberto Zorn Bonaventura

Produzione Associazione Culturale Scimone Sframeli / Teatro Metastasio di Prato in collaborazione con Istituzione Teatro Comunale Cagli

Stagione Teatro Stabile di Catania – Sala Futura di Catania –  7 – 9 febbraio 2025

Foto di Gianni Fiorito

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