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Un modo moderno, intenso e passionale, per rileggere il mito di Medea e per riscattare la storia di una donna troppo presto etichettata come madre snaturata, come assassina. In settanta minuti sul palcoscenico del Teatro del Canovaccio di Catania Alice Ferlito e la polistrumentista Nicoletta Fiorina hanno proposto, il 15 e 16 marzo scorsi, l’accattivante pièce “ME DEA – Medea della Colchide e il tradimento di Sè stessa” di Alice Ferlito.

Si tratta di un lavoro che unisce una gradevole parte musicale e vocale eseguita in modo vibrante dall’abilissima Nicoletta Fiorina ed una recitata e sofferta, con pochi ed essenziali oggetti scenici (un letto con lenzuolo bianco, una sedia, una bacinella per bagnarsi mani e braccia), da una intensa Alice Ferlito che si presenta, si offre al pubblico per svelare la passione, la rabbia, l’orgoglio ed il cuore ferito di una donna come Medea. E la “Me Dea” di Alice Ferlito non è quella etichettata come l’assassina dei propri figli, quella che tutti conoscono, ma ci appare quasi, tra lamenti, brani musicali e colpi di tamburo, come una vera e propria femminista della mitologia che racconta il suo percorso di vita, le sue ambizioni, il suo grande amore per Giàsone Giasòne e l’inganno subito..

Alice Ferlito – Ph. Paolo Andrea Calì

Alice Ferlito, vestita di rosso, con vari stati d’animo tragicomici, nei panni di una fiera Me Dea, racconta al pubblico la storia di una donna sola, che abbandona la Colchide, dopo avere ucciso il fratello, strappata alla sua terra, alla sua famiglia, alla sua libertà per amore, vittima di un amore falso che la tradisce, la ripudia e che la maledice. Sulla scena una “Me Dea” ferita e oltraggiata, intenzionata a fare piazza pulita del passato e dei figli, una donna che andrà incontro al suo destino vestita da sposa e poi alla fine, la ritroveremo con la camicia di forza. Ecco quindi il caso clinico, il dubbio di tutti noi, che l’autrice ed interprete ha voluto raccontare, partendo dal dolore immane di questa donna, un dolore che la lascia sola, frantumata in mille pezzi e che vaga senza meta, ormai pazza.

Quello proposto da Nicoletta Fiorina e Alice Ferlito  è un atto unico difficile, carezzevole, aspro ed indagatore del calvario di una donna travolta dall’amore e dal misterioso destino, con gesti ed espressioni dialettali tratte da “Dumani ti scrivu” della poetessa, drammaturga e narratrice catanese Angela Bonanno.

Alice Ferlito in scena

Un monologo intrigante e piacevole che conduce il pubblico in un viaggio nella vita, nella storia della mitica Medea, vittima di giudizi e condanne implacabili, ma che indaga – secondo le intenzioni dell’autrice – soprattutto sulla sua fragilità di donna, travolta dalla follia dell’amore. Una donna che, seguendo la legge del cuore, si è persa, ha tradito se stessa e ha smarrito la ragione. Alla fine convinti e reiterati gli applausi degli spettatori del Teatro del Canovaccio per le due brillanti protagoniste e per un lavoro di sicuro interesse e che riflette e fa riflettere sulla forza, sul tradimento e sulla complessità dell’amore e dell’essere umano.

Medea della Colchide e il tradimento di Sè stessa

di e con Alice Ferlito

Drammaturgia Musicale di Nicoletta Fiorina

Citazioni tratte da “Dumani ti scrivu” di Angela Bonanno

Teatro del Canovaccio – Catania – 15 e 16 marzo 2025

Durata: 70 minuti

Foto: Paolo Andrea Calì

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