Cronaca

È stato inaugurato ieri anche in Italia l’Anno Internazionale delle Grotte e del Carsismo #IYCK2021, promosso dall’International Union of Speleology con il supporto dell’UNESCO e di altri 100 partners internazionali, al fine di sensibilizzare le istituzioni e il pubblico di tutto il mondo sulla necessità urgente di tutelare le grotte e i paesaggi carsici. Nel nostro Paese saranno la Società Speleologica Italiana, Il Club Alpino Italiano, l’Associazione Grotte Turistiche Italiane, e tutte le associazioni e i privati che vorranno collaborare, a celebrare l’#IYCK2021 dando vita a eventi, momenti ludici ed educativi, seminari e pubblicazioni sul tema “Esplorare, conoscere, proteggere” il mondo sotterraneo.

Quasi un terzo della popolazione mondiale dipende dalle risorse idriche degli acquiferi carsici, inclusi gli abitanti di vaste aree metropolitane come Roma e Vienna. Solo in Italia sono oltre 40.000 le grotte scoperte, esplorate e documentate nell’ultimo secolo dagli speleologi; di queste, molte sono state aperte al turismo e supportano le economie locali. Siti cruciali per la nostra sopravvivenza per l’acqua e le risorse minerarie che contengono, le grotte custodiscono anche un patrimonio insostituibile per la conoscenza di cambiamenti climatici, biodiversità, e persino per la futura esplorazione di altri pianeti, ma restano altamente vulnerabili all’inquinamento, allo sfruttamento eccessivo del suolo e alla cattiva gestione.

ESPLORARE – Il Carsismo è un fenomeno che interessa circa il 20% della superficie terrestre, e deriva dall’attività chimica dell’acqua che nei millenni dissolve le rocce carbonatiche, creando vuoti e sistemi di drenaggio sotterraneo: le grotte, appunto, che custodiscono lunghi fiumi nascosti; In Italia questo tipo di rocce copre il 28,1% del territorio italiano (84.400 su 300.200 km2). I sistemi carsici possono essere molto complessi, basti pensare che, nel mondo, il più lungo si estende per centinaia di chilometri, e il più profondo arriva a -2.000 metri. Gli speleologi li esplorano, osservano, misurano e prelevano campioni, consentendo di mappare, documentare e studiare decine di migliaia di chilometri di grotte, facendo luce su un mondo sconosciuto e inaccessibile ai più. Le loro ricerche sono alla base di ulteriori studi scientifici sul monitoraggio e tracciamento dell’acqua e sul cambiamento climatico, grazie a sedimenti che come “archivi del tempo” registrano e catturano le condizioni paleoclimatiche e paleoambientali.

CONOSCERE – In alcune aree, come in Austria, nei Balcani o nella Cina sud-occidentale, gli acquiferi carsici contribuiscono a più del 50% delle risorse idriche. Anche alcune vaste aree metropolitane utilizzano in gran parte acqua proveniente da acquiferi carsici, per esempio Roma (2,9 milioni di abitanti) e Vienna (1.8 milioni di abitanti). Nel mondo, 1.18 miliardi di persone vivono in territori carsici, le maggiori percentuali si trovano in Europa (25.3%) e Nord America (23.5%). Le grotte naturali ospitano anche una incredibile e rara biodiversità con fauna altamente specializzata: solo l’Italia conta 36.000 diverse specie di animali di grotta. Ogni anno circa 150 milioni di turisti visitano le centinaia di grotte aperte al pubblico nel mondo, fornendo un supporto vitale a molte economie nazionali, e una buona parte di queste cavità si trovano in 90 siti riconosciuti Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e in 70 geoparchi naturali. “Questi dati da soli dovrebbero essere sufficienti a dimostrare l’importanza cruciale dei paesaggi carsici a livello globale e la necessità strategica di studiarli e tutelarli, ma ora più che mai è fondamentale orientare i nostri sforzi anche alla divulgazione, per rendere i cittadini consapevoli che la tutela di questi ambienti dipende anche e soprattutto dalle scelte di ognuno. – ha commentato il Prof. Mario Parise, Docente di Geologia Applicata all’Università Aldo Moro di Bari, speleologo e vice presidente della Società Speleologica Italiana –  Non è semplice, visto che questi luoghi ed ecosistemi sono per lo più nascosti e quindi percepiti come lontani e disconnessi dalla nostra quotidianità, eppure non lo sono affatto, e non serve essere speleologi o scienziati per proteggerli, tutti possono fare la loro parte attraverso piccoli gesti quotidiani che si traducano in uno stile di vita sostenibile, evitando di prendere dall’ambiente più di quanto sia strettamente necessario e di danneggiarlo irreparabilmente“.

… E PROTEGGERE E infatti proprio la contiguità e la connessione tra suolo e sottosuolo, che rivela la bellezza di questo ambiente naturale agli speleologi, è anche il punto debole che lo rende estremamente vulnerabile alle minime influenze esterne, a causa della sua capacità di drenare, accogliere e distribuire rapidamente tanto l’acqua quando le sostanze contaminanti prodotte dall’uomo. “Tutti gli speleologi e scienziati che ho incontrano per il mondo, da anni lamentano il degrado delle grotte, l’inquinamento degli acquiferi carsici, e la scomparsa di rari ecosistemi di grotta, con conseguenze disastrose sul piano ambientale e quindi per tutti noi. Così si è fatta più urgente e pressante la necessità di sensibilizzare la popolazione, di chiedere alle singole istituzioni nazionali di agire per la salvaguardia ed erogare fondi per esplorazioni e ricerca scientifica. Per questo per la prima volta nella storia, la comunità speleologica mondiale si unisce per realizzare gli ambiziosi obiettivi dell’Anno Internazionale delle Grotte e del Carsismo – ha spiegato George Veni, Presidente dell’International Union of Speleology– La vera sfida sarà  coinvolgere un ampio pubblico nonostante le restrizioni dettate dalla situazione contingente, ma noi non ci arrendiamo, appena sarà possibile organizzeremo escursioni ed eventi in presenza, nel frattempo porteremo alla luce la bellezza e le risorse custodite nel mondo sotterraneo attraverso iniziative virtuali, originali e suggestive”.

La cerimonia internazionale che si terrà anche a Parigi nella sede dell’UNESCO appena la situazione pandemica lo consentirà, si è svolta online, così come l’evento italiano di ieri, organizzato dalla Società Speleologica Italiana in collaborazione con il CAI e l’AGTI e al quale ha partecipato lo stesso George Veni. 


Il video promo dell’#IYCK2021

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