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Sono nove gli arrestati dalla Polizia a Catania nell’ambito di un’operazione contro un presunto gruppo criminale accusato di essere dedito al traffico di sostanze stupefacenti. Otto sono state portate in carcere e una posta ai domiciliari. Tra i destinatari del provvedimento restrittivo emesso dal Gip, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia etnea, anche i presunti responsabili di un tentato duplice omicidio commesso nel popolare rione Librino nel maggio del 2019. Il movente, ha ricostruito la Procura distrettuale, sarebbe stato legato alla gestione delle piazze di spaccio. Durante le indagini, la squadra mobile della Questura di Catania ha sequestrato armi e droga. L’operazione, denominata Drug Stable”, è stata illustrata stamattina nel corso di una conferenza stampa.

In manette: Antonino Battaglia, nato a Catania il 6.6.1990; Beshir Doraci, inteso “Leo”, nato a Valona (Albania) il 20.2.1986;  Fabio Magri’, inteso “Fabione”, nato a Catania il 23.12.1979; Francesco Ivan Manuli, nato a Catania il 25.7.2000; Antonella Napoli, nata a Catania il 19.2.1987; Michael Nicotra, inteso “Maicolino” o “nano”, nato a Catania il 16.12.1993; Luigi Pino, nato a Catania l’8.4.1994; Filippo Scordino , inteso “Chicco”, nato a Catania il 12.12.1989; Giuliano Giovanni Scordino, nato a Catania il 28.3.1996. Sono indagati, a vario titolo, di duplice tentato omicidio, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, detenzione abusiva e porto illegali di armi da guerra e armi comuni da sparo, ricettazione e detenzione di monete falsificate.

Polizia in azione a Librino

Il provvedimento restrittivo è stato emesso sulla base di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania ed eseguite dalla Squadra Mobile – Sezioni Reati contro la Persona ed Antidroga, avviate la sera dell’11 maggio 2019 a seguito del duplice ferimento, avvenuto in viale Moncada del rione Librino, di due soggetti attinti da tergo con colpi d’arma da fuoco mentre transitavano nella suddetta via a bordo di due scooter. In quell’occasione, il personale della Squadra Mobile rinvenne e sequestrò, oltre ai numerosi bossoli esplosi, nel retro dell’edificio prospiciente il luogo dell’agguato, un vero e proprio arsenale: una pistola mitragliatrice PPS-43 cal. 7,62×25; un caricatore curvo per fucile d’assalto Vz 58;  una molla per tale caricatore e complessive 5 cartucce; una pistola mitragliatrice tipo “Micro Uzi” cal. 9 parabellum; una cartuccia GFL cal. 9 mm. Luger; un caricatore retto avente capacità 32 colpi, contenente  6 cartucce GFL cal. 9 mm. Luger; un fucile d’assalto Vz 58 cal. 7,62×39; un caricatore curvo contenente  12 cartucce cal. 7,62×39;  24 cartucce cal. 7,62×39; una pistola mitragliatrice PPS-43, calibro 7,62×25 mm (Tokarev); 8 cartucce, di cui 7 calibro .380 AUTO e una calibro 9×21 mm IMI.

In merito al rinvenimento di questo arsenale, la Squadra Mobile aveva già eseguito l’11 giugno 2019 il fermo di Antonino Scordino (cl. 1965), padre dei citati Filippo e Giuliano, ritenuto responsabile di detenzione di armi, che era stato arrestato con la coniuge Giuseppina Patrizia Aleo (cl.1969) e la nuora Maria Giorgia Rungo (cl. 1997). Infatti, durante l’ispezione dentro la borsa in possesso della Rungo e all’interno dell’abitazione dei coniugi, oltre ad un paio di manette  e ad una carabina ad aria compressa, erano stati rinvenuti e sequestrati: una pistola mitragliatore completa di caricatore; una pistola semiautomatica Beretta modello 92 SB completa di caricatore con matricola abrasa;  14 cartucce cal. 9 mm. Luger;  14 cartucce cal. 9×21 mm; 32 cartucce cal. 9×21 mm e la somma di  8.460 euro suddivisa in banconote da 20 euro falsificate.

Nel corso delle indagini è stato ricostruito che il duplice tentato omicidio fu pianificato ed eseguito , in concorso tra loro, da Antonino Battaglia e Michael Nicotra, i quali per compiere l’azione si erano avvalsi delle armi detenute anche da Giuliano Giovanni Scordino, per ragioni riconducibili a questioni legate ad un presunto “sconfinamento” da parte delle vittime nella gestione del traffico di sostanze stupefacenti all’interno dello stesso quartiere. E sempre all’interno di questa indagine sono stati trovati gravi indizi di colpevolezza a carico dei membri della citata associazione, dedita al traffico di sostanze stupefacenti del tipo marijuana, promossa e diretta Filippo Scordino e Michael Nicotra ed avente come base operativa il rione popolare Librino.

Nel corso delle indagini è emerso che il gruppo criminale ha rifornito alcune delle più grosse “piazze di spaccio” del capoluogo, smerciando una media di 150 kg di marijuana al mese e ricevendo ogni due settimane carichi di 70/80 kg di marijuana dai trafficanti albanesi Beshir Doraci inteso “Leo” e Leonard Xhafa (cl. 1991), operanti in Puglia a Conversano (BA) e stabilmente organici, da diversi anni, all’associazione criminale. In tale ambito è stato appurato che l’organizzazione criminale garantiva anche il pagamento di uno stipendio agli associati nonché il mantenimento in carcere dei sodali detenuti. Espletate le formalità di rito,  Antonella Napoli è stato messa agli arresti domiciliari, mentre tutti gli altri indagati sono stati associati presso vari carceri siciliani, a disposizione del Giudice per le indagini preliminari.

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