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La pandemia ha costretto la scherma a reinventarsi, ad adeguarsi alle attuali condizioni che impone il contesto. I membri del Comitato regionale siciliano della Fis, presieduto da Arturo Torregrossa, hanno svolto un lavoro certosino per permettere alla stagione agonistica di iniziare e concludersi in sicurezza. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione tra i membri del Comitato siciliano e un altro siciliano, Giuseppe Bucca che è Direttore di torneo Covid e membro del gruppo di lavoro del protocollo ripartenza gare della Fis.

Domenica a Santa Venerina si è tenuta la Seconda prova regionale GPG, l’ultimo evento del calendario di gare che ha subito una notevole compressione proprio perchè si è dovuto attendere l’ok da parte della Fis.

Arturo Torregrossa (ph. Bizzi)

“Siamo felici di aver concluso una stagione nel migliore dei modi, – ha commentato il presidente del Comitato siciliano Arturo Torregrossa – quando tutto doveva ancora diventare realtà sembrava una sfida troppo complessa da compiere, ma l’abbiamo immaginato, abbiamo lavorato e l’abbiamo fatta diventare realtà. In due mesi abbiamo organizzato sei Prove regionali, permettendo ai nostri atleti siciliani di partecipare a tutte le gare in calendario. Un calendario che solitamente si sviluppa in una stagione è stato compresso in otto settimane, ma l’importante è stato riuscire a venire incontro alle esigenze dei nostri atleti. Il primo passo per rivivere una semi normalità era ritornare in pedana, i nostri ragazzi hanno atteso per troppo tempo, alcuni non si sono potuti allenare con continuità durante gli ultimi 18 mesi, ma raccogliendo le richieste dei vari club siciliani, sapevamo che la voglia di ricominciare a tirare in pedana era tanta. Ci siamo imposti di farlo e lo abbiamo fatto”.

Tutto ciò grazie ad un grande sforzo professionale, la squadra del Comitato siciliano ha messo in moto la macchina organizzativa e ha permesso tutto questo. Prezioso il contributo di Giuseppe Bucca, Direttore di torneo Covid.

Giuseppe Bucca (ph. Bizzi)

“Far comprende l’importanza del protocollo di partenza non è stato semplice, – queste le parole di Bucca – molte figure si attenevano al regolamento ma si percepiva dall’inizio un atteggiamento molto leggero nonostante i casi andassero ad aumentare. Gli step erano parecchi: triage, documenti e autocertificazioni che attestassero l’aver eseguito un tampone nelle 48 ore prima della gara e infine il controllo della temperatura. Il lavoro più duro è stato tenere il pubblico lontano dalle sedi di gara. All’inizio è stata un strada in salita ma adesso la gente si sta abituando. È un modo di pensare la scherma diverso, più composto, dove vi è maggiore rispetto per la figura magistrale. Certo è che si sono dilatati i tempi, se in passato una Prova si articolava in 4 giorni, adesso ce ne vogliono 8 e inoltre bisognerà in futuro cercare palazzetti più ampi, ma penso che con il tempo si possa far ritornare la gente sugli spalti. Mi immagino una gara con il genitore che ha una seduta stabilita e sta lì. La gente ha capito gli sforzi che la Fis ha dovuto compiere e ci sta dando una grossa mano”.

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