Cronaca

Un seminario dedicato alle molteplici potenzialità di carattere attrattivo, culturale e biologico del caratteristico percorso dei mulini che si sviluppa su quasi quattro chilometri del comprensorio acese, quello intitolato “La via dei Mulini nella valle delle Aci” e promossa dal GAL Terre di Aci, lo scorso 20 dicembre, nella Sala Stampa del Comune di Acireale.

L’incontro, moderato da Carmelo Danzì, animatore del Gal Terre di Aci, contava sulla collaborazione dell’Ordine dei dottori agronomi e dei dottori forestali della provincia di Catania e dell’Ordine degli architetti di Catania, nonché sul contributo dell’Associazione ingegneri e architetti acesi e della Fondazione ordine architetti pianificatori paesaggisti conservatori della provincia di Catania.

L’antico sentiero, partendo dalla frazione Reitana, arriva sino a Capomulini ed esprime un immenso serbatoio di storia, cultura e attrattive naturalistiche che risalgono già al I e II secolo d.C. Un percorso lungo il quale nell’antichità vennero collocati dei Mulini “a pale orizzontali” che, sfruttando la potenza dell’acqua del fiume Aci, venivano attivati per la lavorazione della canna da zucchero ma anche per la produzione di seta e panni: emblema di una fervida attività industriale che sino agli anni sessanta animava il comprensorio.

Una via storica, sulla quale insistono reperti archeologici ma anche più semplicemente in ciò che rimane di quel patrimonio di architettura contadina fatta di ruderi e sistemi di irrigazione per scorrimento a supporto dei fiorenti limoneti che, ancora oggi, insistono nella zona. Un patrimonio legato all’economia locale e nello specifico alla resilienza degli agricoltori, ultimo baluardo di una limonicoltura di qualità, che possono agevolare il richiamo turistico per fruitori interessati a cogliere i misteri di un passato che ancora oggi resiste in tutta la sua bellezza. Aspetti sottolineati da una serie di interventi curati da Tindara Crisafulli, che ha introdotto un’analisi relativa alle buone pratiche per la valorizzazione di sentieri del percorso.

Quindi a seguire da Giuseppe Marano, consigliere dell’Ordine Architetti PPC Catania, che ha curato un intervento dal titolo “Dall’acqua come risorsa all’architettura dei mulini. L’ingegno dell’uomo e la sua opera di antropizzazione sostenibile”. E poi da Mariagrazia Leonardi, Presidente In/Arch Sicilia, che ha offerto una riflessione sui “Paesaggi della memoria” e su come, dal punto di vista storico e paesaggistico, la via dei mulini possa costituire una prospettiva per lo sviluppo turistico culturale locale.

“Per noi la via dei mulini e l’area del parco archeologico è di grande interesse ed il GAL continuerà a collaborare per valorizzarlo al meglio come è giusto che sia” hanno commentato Stefano Alì e Anna Privitera, rispettivamente Presidente e Direttore del GAL Terre di Aci, sottolineando in merito come la visione di un Parco archeologico e paesaggistico della Valle dell’Aci nasca con l’intento di salvaguardare e valorizzare i valori archeologici, panoramici, paesaggistici e culturali che caratterizzano un’area che dal centro abitato di Capo Mulini percorre verso nord il tratto di costa fino alla Torre Sant’Anna estendendosi inoltre in direzione ovest, verso l’entroterra, comprendendo parti del territorio di Acireale, Aci Catena, Aci Castello, Valverde e Aci Sant’Antonio.

D’altra parte, tra le mission del GAL Terre di Aci nel Piano di Attuazione Locale (PAL) vi è la valorizzazione dell’area compresa tra i 5 Comuni aderenti al partenariato e, con questo seminario, il GAL assurge ancora una volta al ruolo di precursore e catalizzatore di possibilità di sviluppo rispetto a indirizzi e prerogative di tutti i fondi disponibili, a partire dallo stesso PNRR.

Una visione pienamente confermata dall’intervento complementare offerto dalla consigliera dello stesso GAL, Margherita Ferro, sindaco di Aci Catena, comune in cui è localizzato principalmente il parco archeologico delle Aci relativo al percorso dei mulini, così come da Enrico Catania, presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e dottori Forestali di Catania, e Sebastian Carlo Greco, presidente dell’Ordine Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catania, che ha rammentato come “l’Ordine, ribadendo l’importanza di fare rete tra i comuni, punti alla valorizzazione del patrimonio storico-culturale dell’area, testimonianza di una scelta consapevole dell’insediarsi dell’uomo in un luogo di rilevante valore paesaggistico. Inoltre – ha affermato – crediamo sia importante rendere parte attiva le comunità che abitano i luoghi, rendendoli edotti sulle scelte progettuali che, si auspica, anche in questo caso, possano protendere verso l’utilizzo del concorso a due fasi, quale scelta da privilegiare per la qualità del paesaggio”.

Auspicio raccolto anche da Eleonora Bonanno, presidente della Fondazione degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della provincia di Catani, che ha auspicato come “l’attività progettuale che ha impatto su territori di considerevole valenza storica, estetica e paesaggistica, così come l’area della Via dei Mulini, debba essere caratterizzata da una qualità molto alta, frutto di richieste puntuali e di un approccio orientato alla ricerca di soluzioni innovative e, allo stesso tempo, sensibili ai luoghi”.

Rilievi espressi anche dallo stesso Antonio Raciti, presidente dell’Associazione ingegneri architetti acesi, che ha fornito una panoramica sulla formale istituzione del Parco Archeologico e paesaggistico “Valle dell’Aci”: un territorio in cui le caratteristiche naturali di tipo geo-vulcanologico si uniscono e si integrano fortemente con quelle archeologiche, storiche e paesaggistiche di grande rilevanza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenti sul post