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Dalla Vecchia Guardia al Tango Nuovo, la celebre danza in tempo binario diventa protagonista del concerto che domenica 14 maggio alle ore 18.30, all’Auditorium Istituto Sacro Cuore, di via Milano 47, si va ad aggiungere alla nutrita stagione “Nuovi Incontri d’arte” della SCAM diretta e presieduta da Anna Rita Fontana. Ospiti di questo appuntamento, che si apre alla musica del XX secolo, saranno i Tanguedia Quartet, ensemble etneo composta da Domenico Testaì al flauto, Salvatore Sapienza al clarinetto, Vincenzo Sottile al contrabbasso e da Maurizio Burzillà alla fisarmonica oltre che autore di alcuni brani in programma. Ad aprire la serata sarà proprio un “Omaggio” del musicista catanese al grande Astor Piazzolla, che con la sua visione innovativa stravolse i canoni classici del genere attirando su di sé il disprezzo di molti tangheri, che consideravano le sue lunghe e complesse partiture inadatte alle sale da ballo. A seguire Tango per Cinzia”di Burzillà. “È un brano – racconta l’autore – che ho scritto tanti anni fa per mia moglie, e che solo da qualche anno eseguo in pubblico. Un tango estremamente impegnativo dal punto di vista tecnico, nel quale si ravvisano pennellate jazz”. A seguire “Tango n°3”, forse il più famoso dell’intera raccolta di sei Tango – Études composti da Astor Piazzolla nel 1987 per flauto solo, qui proposto per l’apposita formazione. Con il suo incedere fortemente accentato per meglio sottolineare il movimento tanguero, lo studio si apre con una linea melodica volutamente indefinita, quasi una “melodia di arpeggi”, omaggio forse all’Allemande con cui si apre la partitura in La minore BWV 1013, unica composizione per flauto solo scritta da Johann Sebastian Bach. Segue poi un’altra citazione nascosta, questa volta dedicata al compositore cileno Sergio Ortega di cui viene proposto, variato, il tema della famosa canzone di lotta e di protesta “El pueblo unido jamás sera vencido”. Un classico esempio del Nuevo Tango teorizzato dallo stesso Piazzolla, che fu all’origine oggetto di aspre critiche da parte dei più tradizionalisti, come ebbe a dire lo stesso compositore: “Mi hanno accusato di avere ucciso il tango. È esattamente il contrario, dovrebbero riconoscermi come il suo salvatore”. Sarà la volta poi di Por una Cabeza” di Carlos Gardel, un caposaldo del genere, scritto nel 1935 e largamente utilizzato dal cinema, in pellicole come “Scent of a Woman” e “Schindler’s List” e di un nuovo brano di Burzillà “Allegretto Fugato”: “Una fuga in re minore, – prosegue il fisarmonicista – ripetuta in Mi minore con una parte centrale che ha uno sviluppo funky, e che si conclude con una milonga. L’opera è contenuta all’interno dell’album “Incontro”, nato da un progetto discografico per l’etichetta Dodicilune, che Domenico Testaì ed io portiamo avanti come Duo Improprium e che ha visto la luce proprio di recente”. Il gran finale è un excursus fra i brani che hanno segnato la carriera dell’artista di Mar del Plata: Oblivion, Morte dell’Angelo e Libertango, pura espressione della sua musica.

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