Cronaca

Sono iniziati a Bronte i lavori di “Riqualificazione del percorso pedonale lungo il corso Umberto”. Si tratta di lavori di ampliamento dei marciapiedi nei tratti dove sono stretti o addirittura inesistenti. Il tratto della via Umberto interessato dai lavori è quello fra via Renato Imbriani e piazza Cappuccini, circa 250 metri di strada.

Si tratta di un progetto ideato dalla precedente amministrazione comunale per un importo di circa 160 mila euro, somme che il Comune sta investendo grazie ad un cofinanziamento dell’assessorato regionale all’Infrastrutture che ha concesso un contributo pari al 70% del costo dei lavori. Ad aggiudicarsi la gara nel 2010 è stata una ditta di Mussomeli. Perché i lavori sono iniziati solo oggi è presto detto: l’assessorato regionale ha concesso il finanziamento solo nell’agosto del 2015.

“Sono dei lavori che sono stati voluti e progettati dal mio predecessore, – ha affermato il sindaco Graziano Calanna – il mio compito quindi adesso è vigilare affinché questi vengano eseguiti al meglio”.

Ma in particolare su un aspetto il primo cittadino ha rivolto attenzione. “Per realizzare i nuovi marciapiedi la ditta è costretta ad smantellare quelli vecchi, sostituendo i cigli di pietra lavica. Ho dato esplicito mandato all’ufficio tecnico di vigilare affinché nessuno porti via una sola pietra. Si tratta, infatti, di blocchi di pietra patrimonio della comunità e che la comunità intende riutilizzare”.

Per questo motivo ogni metro quadrato di marciapiede asportato viene meticolosamente misurato e trasportato in un luogo nei pressi dell’ex carcere.

“Ma non solo –ha continuato il sindaco – se qualche artigiano o i cittadino volesse verificare dove si trovano i vecchi preziosi blocchi di pietra lavica siamo pronti a mostrarli. Anzi accettiamo suggerimenti come riutilizzarli al meglio, valorizzando ed impreziosendo il centro storico”.

Se molti blocchi di pietra, infatti, nel momento in cui vengono staccati si rovinano, altri, con un semplice lavoro di pulitura potrebbero essere riutilizzati. “E’ noi,– ha concluso Graziano Calanna – intendiamo reimpiegarli tutti. Non vogliamo ne che si perdano, ne che rimangano in un depositi per anni”.

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