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A poco più di un mese dall’inizio del nuovo anno scolastico regna sovrana l’incertezza se e come verranno erogati i servizi essenziali agli studenti delle scuole superiori con handicap grave per consentire loro la frequenza e l’autonomia scolastica. I servizi essenziali che devono essere garantiti per garantire la frequenza scolastica e il diritto allo studio delle persone meno fortunate di noi sono: il servizio di trasporto, il servizio igienico-personale e l’assistenza alla comunicazione e all’autonomia scolastica.

I servizi da oltre 15 anni e fino all’anno scolastico appena trascorso sono stati garantiti da cooperative sociali con appositi requisiti ed accreditate presso l’Albo dell’ex Provincia Regionale di Catania, ora Città Metropolitana di Catania. In tutti questi anni le cooperative hanno garantito un servizio di qualità con piena soddisfazione dei genitori dei ragazzi assistiti e delle stesse Autorità scolastiche. Infatti, esso ha garantito in particolar modo anche  la libera scelta dei genitori che potevano scegliere, confermare o cambiare la cooperativa sociale  anche durante lo stesso anno scolastico sulla base della qualità dei servizi resi. Si è creato un sistema che ha ben funzionato e che negli ultimi due anni ha consentito all’Ente Provincia di ottimizzare le risorse finanziarie con il contributo soprattutto delle Organizzazioni di rappresentanza delle cooperative e delle Organizzazioni sindacali dei lavoratori, che hanno sottoscritto un accordo per una riduzione dei costi di gestione, non essendo comprimibili per legge né il costo del lavoro né gli oneri per la sicurezza.

Il servizio erogato dall’ex Provincia Regionale di Catania fino allo scorso anno scolastico ha impegnato n. 480 operatori per il servizio igienico-personale, oltre agli Operatori per la comunicazione e l’autonomia scolastica e agli operatori impegnati nel servizio di trasporto.

I lavoratori dell’igienico-personale impegnati nel servizio sono Operatori specializzati da un corso di formazione di n. 900 ore, come richiesto per legge, mentre gli Operatori Asacom sono altamente specializzati oltre che laureati.  Ovviamente tutti con anni di esperienza e alle dipendenze delle cooperative sociali accreditate.

Su questo sistema abbastanza funzionale  incombono 2 minacce:

–  Gli assistenti scolastici (gli ex bidelli), sulla base di un accordo contenuto nel loro contratto di lavoro e di una successiva Circolare, si dovrebbero abilitare con un corso di n. 40 ore per erogare l’assistenza igienico-personale  agli studenti con handicap grave. Potrà mai essere sufficiente la formazione di n. 40 ore degli ex bidelli per sostituire  Operatori sociali che hanno effettuato una formazione di n. 900, come prevede la legge e come viene richiesto dagli Enti Pubblici committenti riguardo il personale utilizzato dalle cooperative sociali per i servizi di assistenza socio-assistenziali?   Può una circolare ministeriale superare quanto previsto da una legge?

–   Il punto 2, art. 10 della legge regionale n. 8 del 17 maggio 2016 regolamenta la futura integrazione scolastica dei soggetti con handicap gravi: “Nelle istituzioni scolastiche in cui non sia presente personale interno adeguatamente formato, e nel rispetto del genere, i servizi di cui al comma 1 possono essere espletati tramite voucher a favore delle famiglie, secondo modalità individuate con decreto dell’Assessore regionale per le autonomie locali e la funzione pubblica entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge e nei limiti delle risorse finanziarie previste dalla normativa vigente.” Si tratta di una norma che ufficialmente non ha una paternità, perché nessun gruppo parlamentare all’ARS o deputato  vi si riconosce. Il 13 luglio scorso la II° e la V° Commissione parlamentare ARS congiuntamente hanno tenuto un’audizione con gli Assessorati interessati, rappresentanti delle famiglie, Organizzazioni sociali e con la Responsabile dell’Ufficio scolastico regionale.

Dall’audizione sono emerse: la testimonianza della Responsabile dell’Ufficio scolastico regionale (che ha dichiarato che le scuole non possono garantire il servizio), delle Associazioni delle famiglie  (che chiedono, nella continuità, un servizio di qualità), delle Organizzazioni sindacali (che chiedono continuità e stabilità occupazionale degli Operatori sociali), delle Centrali Cooperative (che propongono il sistema di accreditamento con le modalità dell’ex Provincia di Catania, che può essere considerato un sistema tipo di vaucher in grado di garantire, però, la massima trasparenza).

A nulla sono valsi gli incontri con l’ex Provincia Regionale di Catania, il cui Commissario Straordinario, insieme alla Dirigenza dell’Ente,  ha emanato un regolamento a pochi giorni dell’insediamento del Sindaco della Città Metropolitana. Così come finora non ha prodotto alcun effetto l’incontro tenutosi in Prefettura lo scorso 21 luglio.

Il regolamento crea un albo per il servizio di comunicazione e autonomia per gli studenti con handicap grave delle scuole superiori e dell’Università, che di fatto precarizza gli stessi Operatori specializzati Asacom,  che fino allo scorso anno scolastico hanno effettuato  il servizio come lavoratori dipendenti delle cooperative sociali e che adesso dovrebbero effettuare i servizi in modo autonomo con partita IVA; cioè con maggiori spese e minori garanzie per loro stessi (in caso di assenza per malattia, maternità, ecc.) e per gli stessi assistiti, che non avrebbero più garantito il servizio  in caso di assenza dell’operatore titolare.

E comunque questo cambiamento non farebbe risparmiare un centesimo alle casse della Città Metropolitana di Catania e della Regione, ma  renderebbe precario il lavoro di tanti operatori e, a nostro avviso, peggiorerebbe la qualità dei servizi.

Al Sindaco della Città Metropolitana di Catania, a cui da tempo è stato richiesto un incontro  più volte sollecitato, si chiede un immediato confronto per affrontare in modo aperto tutte le problematiche poste dalle scriventi Organizzazioni e per il ritiro del Regolamento emanato dall’ex Commissario Straordinario.

Alla Responsabile dell’Ufficio regionale scolastico si chiede di interrompere l’inadeguato percorso formativo ordinato agli ex bidelli e di non creare ambiguità dannose al percorso scolastico degli studenti con handicap.

Alla Regione Siciliana si chiede di agire con chiarezza e tempestività, perché non si può giocare sulla pelle e sul futuro di ragazzi sfortunati.

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