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Quello della sicurezza alimentare è diventato un tema fondamentale nell’attività di controllo e prevenzione dei reati disposta dal Questore Marcello Cardona: i primi risultati – purtroppo positivi – hanno indotto a ritenere che alcuni titolari di esercizi pubblici, fortunatamente una sparuta minoranza, la cui attività afferisce all’alimentazione, non rispettano quei modelli di comportamento voluti dalla Legge e non garantiscono idonei standard di igiene e pulizia, anche con riferimento alla conservazione degli alimenti.

In effetti, non viene sottovalutata la funzione sociale di questi esercizi commerciali e, soprattutto, non viene trascurato il fatto che tanto la frode alimentare, quanto la somministrazione di cibi igienicamente non idonei, rappresenta un reato particolarmente insidioso poiché si realizza nella riservatezza di una cucina o di un laboratorio al quale il pubblico normalmente non accede. E proprio il fatto di essere insidiosa e particolarmente difficile da indagare rende questa tipologia di reato particolarmente pericolosa.

Ecco che il messaggio della Polizia di Stato è che non esistono luoghi, per quanto riservati e inaccessibili, in cui – anche solo per superficialità – possano essere facilmente ignorate le più elementari norme igienico-sanitarie, specie se in tal modo si reca nocumento alla collettività che, in buona fede, ritiene di acquistare, per il consumo alimentare, prodotti di qualità e perfettamente sicuri.

Proprio in virtù della potenziale pericolosità per la salute pubblica, la Questura di Catania si avvale delle competenze tecniche dell’ASP Ufficio Igiene Pubblica e Dipartimento di Veterinaria, i cui funzionari provvedono al controllo e alla “verbalizzazione” delle inadempienze e delle irregolarità riscontrate. E se tali illeciti comportamenti, come in premessa già accennato, non attengono altro che a un ristretto numero di commercianti, si ritiene corretto fornire un’informazione che non consenta in alcun modo di “generalizzare” e di non colpevolizzare ingiustamente un’intera categoria.

Ebbene gli agenti del Commissariato Centrale e del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica sono “approdati” al Twenty four Seven di piazza Vittorio Emanuele dove è stata riscontrata la manomissione del contatore elettrico che non registrava il consumo e la mancanza del manuale di autocontrollo (HACCP). Violazioni amministrative in relazione a carenze igienico sanitarie hanno portato, altresì, alla sanzione di 1.000 euro; la presenza di un lavoratore “in nero” costerà ai titolari una sanzione che va da un minimo di 3.950 a un massimo di 6.000 euro. Il tutto, ovviamente, oltre alla denuncia penale per furto aggravato di energia elettrica. I titolari, infine, sono stati invitati a produrre le autorizzazioni comunali, in assenza delle quali si procederebbe con ulteriori contestazioni.

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