Catania News

Il maltempo di questi ultimi giorni rende quanto mai attuale il problema dei tanti senza tetto che si muovono ogni giorno, alla disperata ricerca di un riparo e di un pasto caldo, lungo l’intero viale Mario Rapisardi. Un disagio sociale che non può passare in secondo piano visto che, nella maggior parte dei casi, parliamo di anziani che vivono in condizioni igieniche-sanitarie disperate e soffrono di gravi problemi di salute.

“Come consigliere comunale – sottolinea Carmelo Sofiachiedo al Sindaco Bianco di attivarsi immediatamente affinchè a loro- e tanti altri come loro- che vivono in via Sant’Euplio, Largo Paisiello, Vulcania e nel viale Africa sia dato un pò di conforto e la speranza di un futuro migliore. Molti, in passato, avevano una vita scandita dal solito tram tram. Poi la perdita del posto di lavoro, un insuccesso dopo l’altro, li ha  sbattuti in mezzo alla strada in modo brutale. Sul viale Rapisardi c’è gente che non gli rimane altro posto per dormire se non la propria auto. Macchine che rappresentano comunque un riparo contro il freddo e la pioggia. Ma tutto questo fino a quando può andare avanti?”.

Ancora disperati in città

Ancora disperati in città

“Le associazioni come la Caritas fanno un lavoro encomiabile – continua il consigliere –  ma, in questo contesto, si può fare molto di più. Dargli da mangiare e un riparo è importante ma è altrettanto importante aiutarli con cure e assistenza medica, nel caso particolare degli anziani che soffrono di gravi disturbi. In alcuni casi sul viale Rapisardi- come nel resto di Catania- abbiamo assistito a interi nuclei familiari che vivono in situazioni di estrema indigenza. E’ fondamentale , quindi, creare nuove reti sociali e potenziare quelle esistenti che consentano ad ogni cittadino e ad ogni negoziante di fare qualcosa di concreto per questi poveri sfortunati. I disperati del viale Mario Rapisardi hanno bisogno di nuovi vestiti e di vedersi assicurato un minimo di igiene. A questo va aggiunto l’aiuto di esperti per reinserirli nel contesto sociale che li ha posti quasi completamente ai suoi margini. Molti hanno perso il lavoro, la famiglia e la speranza. Bisogna aiutarli quindi a ritrovare uno scopo nella vita. Italiani o extracomunitari poco importa perchè la solidarietà non deve fare differenze”.  

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