Cronaca

E’ un “no” chiaro, forte, sostenuto a suon di musica quello che arriva proprio dai più giovani contro ogni forma di violenza e bullismo ed anche a quel divertimento deviato, basato solo sugli eccessi di alcol e droga che porta a conseguenze molto spesso irrimediabili. Al contrario, il loro è un inno alla vita, alla solidarietà, al sostegno reciproco, dove le diversità diventano confronto.

Erano in tanti all’appuntamento al centro commerciale di Tremestieri Etneo, organizzato dai giovani dell’associazione Demosì e dal suo responsabile Mirko Giacone, da artist management da “Dj in cattedra”, l’associazione dei giovani volontari, che da dieci anni è impegnata in un tour nelle scuole, per diffondere un messaggio positivo ai tanti studenti della provincia di Catania.  Al loro fianco, la parlamentare nazionale Luisa albanella, il presidente Demosì Angelo Villari e il coordinatore regionale Pierangelo Spadaro.

Un dibattito partecipato, moderato da Antonio Di Giovanni, assessore di Riposto, al quale sono intervenuti, anche Rosario Coco, consigliere comunale di Trecastagni, Rosanna Calogero, responsabile cooperativa Lep, Polo Educativo Librino e ancora il cantante Marco Gangi e i rappresentanti dell’associazione Dj in cattedra Paolo Raia, presidente, Ignazio Costanzo, Salvo Privitera, Giampaolo Di Prima, Antonio Cinconse, Paolo Miceli, che poi, lasciati i microfoni, hanno acceso piastre e altoparlanti, per un momento di musica, “perché divertirsi in modo consapevole si può ed è anche più bello”.

Interessante l’intervento della parlamentare nazionale Luisa Albanella che ha anticipato i contenuti della legge appena approvata dalla Camera per la prevenzione e il contrasto del bullismo e del cyberbullismo.

“Un provvedimento importante – ha commentato – che va a colmare le lacune della nostra legislazione su un fenomeno divenuto ormai un rilevante problema sociale, anche grazie alla massiccia diffusione di dispositivi che consentono a tutti in ogni momento un facile accesso ad internet e ai social network. L’uso scorretto della rete è diventato infatti sempre più spesso il mezzo prediletto dal bullo per perseguitare, offendere, minacciare e ricattare la vittima prescelta. E la dinamica tipica del bullismo, trasferita dalla realtà alla piazza virtuale dove tutto è condiviso senza limiti di spazio e di tempo, produce danni ancor più gravi, come confermano recenti fatti di cronaca”.

Quasi il 90% dei ragazzi è iscritto ad un social network, che diventa dunque uno strumento di aggressione nei confronti della vittima. “Questi strumenti hanno bisogno di una educazione all’utilizzo – ha proseguito – ma molto spesso la famiglia non è in grado di impartirla e nemmeno la scuola. Serve necessariamente un piano integrato di azioni che vadano a contrastare e sanzionare il fenomeno, ma soprattutto a prevenire tramite l’educazione. I diversi attori in campo saranno sicuramente le istituzioni, scuola, esperti, associazioni, ma anche gli operatori del mercato (Google, Facebook). Alla scuola si attribuisce un ruolo fondamentale: la formazione del docente, che insegni, incontri la Polizia Postale e coinvolga gli alunni anche attraverso reti di scuole e associazioni del territorio”.

“Sono temi a cui teniamo molto – ha sottolineato Mirko Giacone – come Demosì porteremo avanti una serie di iniziative che coinvolgeranno le comunità giovanili di tutta la provincia etnea, perché l’ascolto e il confronto sono strumenti fondamentali per costruire le coscienze di una società civile”. 

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