Catania News

 La sera di giovedì 8 dicembre, poco dopo i secondi vespri della solennità liturgica dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, le monache benedettine dell’Adorazione perpetua del Santissimo Sacramento , dietro la cancellata della chiesa monastica San Benedetto di via Crociferi, hanno innalzato con l’antico canto della tradizione francescana del “Tota Pulchra es Maria” le lodi alla Madonna Concetta Immacolata, compatrona di Catania, venerata nel vicino santuario conventuale diocesano S. Francesco all’Immacolata.

Le claustrali, dopo aver intonato in gregoriano la preghiera mariana biblica tratta dal Cantico dei Cantici e dal libro di Giuditta, hanno offerto un fascio di fiori bianchi alla beata Vergine Maria che è stato deposto ai piedi dell’artistico simulacro settecentesco dell’Immacolata che viene portato in processione, sul pregevole fercolo, per l’antico sacro giro monastico senatorio, al quale hanno preso parte l’arcivescovo mons. Salvatore Gristina, il vicario foraneo mons. Carmelo Smedila assieme a mons. Barbaro Scionti, delegato arcivescovile e parroco della Cattedrale, canonici, seminaristi, guardie d’onore ai santuari mariani, terziari secolari, associati mariani ed agatini.

Hanno partecipato alla processione anche il vice sindaco avv. Marco Consoli – che in chiesa, con accanto il maestro delle cerimonie del Comune gr. uff. comm. Luigi Maina, aveva fatto un’offerta floreale a nome della civica Amministrazione- autorità civili e militari, tanti fedeli.

La recita del santo Rosario ha scandito la massima annuale e antica processione mariana cittadina, il cui percorso, a causa di lavori in via Crociferi, è stato molto modificato. Il sacro corteo liturgico, infatti, è ridisceso per via Vittorio Emanuele per imboccare la via San Giuseppe al Duomo, la via Manzoni, la via Antonino di San Giuliano e la via Etnea.

La processione è proseguita per piazza Duomo per entrare in Cattedrale, gremita di devoti, dove il metropolita, visibilmente commosso, dopo aver rivolto un paterno ed accorato messaggio di misericordia e di concordia ha pronunciato in ginocchio, a nome di tutti i fedeli presenti ed anche assenti perché impediti dalla malattia e da altre difficoltà, davanti al simulacro della Beata Vergine Maria troneggiante sul sacro fercolo posto sul lato destro della navata centrale vicino alla crociera del transetto, il solenne “Atto di Affidamento” al Cuore Immacolato di Maria, in sintonia con le finalità diocesane “sinodali” programmate per il nuovo anno pastorale dopo la felice conclusione del provvidenziale Anno Santo straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco.

Nello spiegare il senso della devota processione per il centro storico di Catania, da tanti secoli città mariana, il pastore della Chiesa catanese ha sottolineato come il Signore Gesù Cristo attraverso Maria, sua Santissima Madre, “è sempre con noi, cammina con noi, con il suo popolo, non ci abbandona mai, ha un messaggio per tutti, particolarmente per coloro che si sentono soli, in difficoltà”.

Il metropolita ha evidenziato come la vera devozione mariana verso la Vergine Santissima Immacolata consista nel vedere la sua santità e nel comprendere che anche noi abbiamo lo stesso destino di salvati dalla redenzione di Cristo. Ha invocato con insistenza la materna intercessione di Maria per la protezione della nostra città, per la comunità umana, per il mondo intero. Ha esortato tutti ad essere fedeli agli impegni assunti col sacramento della rinascita cristiana, il santo Battesimo e di mantenere con coerenza un preciso e caratterizzante stile di vita cristiana conforme allo spirito del Vangelo del Signore e di essere solidali con quanti dei nostri fratelli soffrono nel corpo e nello spirito. “La Vergine Santissima, Regina della nostra città aiuti fedeli e pastori a diventare una Chiesa sinodale, a camminare insieme affinché il Vangelo della Misericordia Divina sia fonte di consolazione e di speranza per gli uomini del nostro tempo” per superare le nostre miserie che ci impediscono di vivere in comunione.

L’arcivescovo ha concluso il solenne Atto di affidamento con l’accorata e commovente antifona della Liturgia delle Ore, poesia-preghiera trasmessa dalla profonda fede dei nostri padri: “O Santa Madre del Redentore, Porta dei cieli, stella del mare, soccorri il tuo popolo che anela a risorgere. Tu che accogliesti il saluto dell’angelo, nello stupore di tutto il creato, hai generato il tuo Creatore, Madre sempre Vergine, pietà di noi peccatori”.

Mons. Gristina ha invitato tutti ad invocare all’unisono l’Immacolata con l’antica preghiera “Salve Regina” e a cantare il popolare inno mariano “Andrò a vederla un dì, in cielo patria mia…”. L’arcivescovo si è congedato dalla straordinaria assemblea dei fedeli raccolti in Cattedrale con l’augurio per il prossimo Santo Natale del Signore che ci introdurrà all’inizio del nuovo anno di grazia.

 Struggenti popolari canti mariani della nostra tradizione cattolica, sostenuti dalle note possenti del Grand’Organo della basilica metropolitana, hanno accompagnato la devota preghiera d’intercessione alla Beata Vergine Maria Concepita senza peccato originale prima che la processione, col fercolo infiorato ed illuminato a festa dell’Immacolata, lasciasse la basilica Cattedrale per rientrare tra due ali di popolo in preghiera nel grande santuario francescano titolare affidato alla cura pastorale dei frati minori conventuali.

In questa artistica e storica chiesa la mattina dello stesso giorno di festa  l’arcivescovo ha presieduto la concelebrazione della s. messa propria dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria con i sacerdoti francescani del santuario e con l’assistenza liturgica dei seminaristi con la partecipazione delle autorità cittadine e di un gran numero di fedeli, che anche la sera prima hanno partecipato alla liturgia dei primi vespri della Madonna presieduti da mons. Scionti e all’omaggio floreale dei Vigili del Fuoco del Comando provinciale di Catania all’interno del santuario con la deposizione di una corona di fiori alla base del grande simulacro della Madonna che troneggia sul grande nicchione centrale del prospetto.

 Antonino Blandini

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