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A Gorka Izagirre, alfiere Movistar, la stupenda tappa di Peschici. Jungels resta in rosa, arrivando con tutti i migliori.

A Molfetta il Giro ha voltato pagina. Pronti e via, ventre a terra a cinquanta all’ora: la prima azione importante non va giù al chi è rimasto fuori ed allora ci pensa Monte Sant’Angelo a rimescolare la carte ed a lanciare la fuga buona. Quindici uomini con tanta qualità si riuniscono alla fine della discesa di questo colle, prima apserità di giornata. Mentre la Quick Step aspetta il rientro di qualche pezzo, il vantaggio del drappello raggiunge i 4’30’’ ai meno cinquanta, autorizzando i sogni rosa di Valerio Conti. Jungels, però, non ha nessuna intenzione di abdicare ed in dieci chilometri il distacco è più che dimezzato, la tattica della squadra belga si è rivelata azzeccata. Fra gli uomini in fuga, Visconti da buon siciliano sa che “la folla è mala vendita” ed allora allunga per liberarsi di elementi pericolosamente zavorranti. Con lui restano Conti, Sanchez, Izagirre e Muhlberger. Negli innumerevoli mangia e bevi della incantevole scogliera del Gargano se le suoneranno di santa ragione, a pagare sarà il solo Muhlberger. A menare più di tutti Conti e Visconti, a ragionare un po’ Izagirre e Sanchez. Fra gli inseguitori, un po’ tardivamente, rilevano il comando del gruppo Katusha, Drapac-Cannondale ed infine in modo più deciso la Fdj. In questa fase fa capolino anche uno strano allungo di Landa, che tradisce forse la subalternità del basco in casa Sky rispetto a Thomas. Vedremo, intanto segniamo sul taccuino.

Lo strappo di Peschici ci riserva l’ultima sorpresa di giornata, quella più crudele. La foga e lo voglia di vincere giocano un brutto scherzo a Conti, tradito da una curva secca a settecento metri dall’arrivo affrontata con eccessiva decisione. La scivolata del romano finisce per avvantaggiare casualmente Izagirre, danneggiando di quel tanto che basta Visconti. Il basco, bravo e fortunato, non si lascia pregare e va a cogliere l’occasione non facendosi rimontare.
All’arrivo Izagirre precede di 6” Visconti, terzo a 10” un Luis Leon Sanchez stremato. Il gruppo con tutti i migliori, regolato da Battaglin, arriva sulla coda di Sanchez. Per la cronaca, ragguardevole la media della tappa: 42,800 km/h

Domani il Blockhaus. Si parte da Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso, per arrivare dopo 149 km sulla montagna abruzzese, unica difficoltà di giornata. Sarà scalato il versante di Roccamorice che non porterà in cima ma si fermerà a quota 1665. Si tratta comunque di una salita assai impegnativa lunga 13,6 km con una pendenza media del 8,4%. Nella sezione di salita compresa fra i meno 10 ed i meno 3 la pendenza non scende mai sotto il 9%. L’ascia di guerra è stata dissotterrata oggi dalle seconde linee, domani toccherà ai grandi, il dado è tratto.

Oggi il Giro ci ha mostrato le facce della sua medaglia. Conti ha dato l’anima o forse di più. Ha alimentato la fuga rilanciando il ritmo ogni qual volta era necessario, ha attaccato in prima persona un paio di volte, ha ricucito altrettante volte. Forse ha anche sbagliato, ma sognava ad occhi aperti ed i sogni vanno inseguiti. Sempre. Alla fine è rimasto con un pugno di mosche in mano, ma ha dato il contributo essenziale per regalare a noi appassionati la più bella tappa di questo scorcio di Giro. Encomiabile. Visconti ha corso bene, da par suo. Non poteva però saper che la caduta di Conti avrebbe regalato ad Izagirre quei cinque metri di vantaggio decisivi. Peccato.

Bellezza e crudeltà sono parte essenziale della storia del Giro.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

 

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