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Vincenzo Nibali rompe il fastidioso digiuno di vittorie italiano e si aggiudica la prestigiosa 16^ frazione da Rovetta a Bormio. Dumoulin, incappato in uno spiacevole inconveniente, si batte da campione e conserva la maglia rosa.

L’episodio chiave della tappa a trentacinque chilometri dall’arrivo, in prossimità di Santa Maria di Val Mustair, grazioso piccolo centro della Valle dei Grigioni nella vicina Svizzera, che corre il rischio di diventare famoso per una della cacarelle più importanti della storia centenaria del Giro. La tappa sin lì era volata via con la solita fuga con Amador e tanta Movistar, con Landa e tanta Sky. Nella folta compagnia era riuscito ad intrufolarsi anche Kuijswijk. Quest’ultimo ed uestQAmador  avevano fornito un buon alibi a Trek ed Orica che, impegnandosi a fondo nella discutibile difesa delle posizioni dei loro capitani, avevano soccorso la maglia rosa orfana di buona parte delle sue guardie perse lungo Mortirolo e Stelvio. Andando avanti le difficoltà avevano scremato davanti  Landa, Amador, Anacona, Kruijswijk Hirt e Deignan. Il drappello affrontava  l’ultima salita di giornata, il Giogo di Santa Maria, che inizia proprio a Santa Maria di Val Mustair, incalzati a meno di due minuti dal  gruppo esageratamente tirato da uno  scatenato Plaza. All’improvviso la maglia rosa si lasciava sfilare per lanciarsi nei campi ad espletare uno dei più antichi bisogni corporali sotto gli occhi impietosi delle telecamere. Il gruppo passa qualche momento di surreale indecisione, poi Zakarin rompeva gli indugi coinvolgendo anche Barhain e Movistar nella decisiva accelerazione. Qualche chilometro dopo entrerà in gioco Nibali. Un paio di assaggi per restare con i soli Quintana, Zakarin e Pozzovivo. Poi, in prossimità della vetta, un bell’allungo di un paio di chilometri per allontanare Pinot, Jungels, Mollema, Formolo e Yates. Vincenzo continua l’azione  trasformando la  picchiata su Bormio in una spettacolare caccia a Landa unico dei fuggitivi rimasto al comando. L’aggancio ai meno tre e poi la volata di furbizia vinta all’imbocco dell’ultima curva in un intricatissimo finale disegnato chissà da chi. Ricapitolando all’arrivo primo Nibali, poi Landa, terzo Quintana a dodici secondi, quarto Pozzovivo a 24’’. L’encomiabile Dumoulin finisce la sua  fatica a 2’18’’, restando a galla e  salvando la maglia. La nuova classifica generale è decisamente più aperta di quanto non lo fosse stamani. L’olandese è primo con soli 31’’ su Quintana, Nibali è terzo a 1’12’’. Pinot, quarto a 2’38’’, vede allontanarsi il podio. Bene  Zakarin quinto a 2’40. Sesto è l’ottimo Pozzovivo a 3’05’’.

Il rocambolesco ed inatteso colpo di scena  nel quale è incappato Dumoulin non tolga lustro allo splendido successo colto da Nibali. Il siciliano ha corso bene ed in modo oculato. Lasciate perdere azzardate ipotesi di attacchi da lontano, non avendo alcun punto di appoggio in avanscoperta, ha manovrato bene Pellizotti, unico uomo rimastogli accanato e l’unico che si sta rivelando all’altezza della situazione. Quindi è entrato in scena in prima persona, prima appoggiandosi a compagni occasionali di ventura, poi facendo di tutto per liberarsi della compagnia spingendo nel contempo dietro  pericolosi avversari, ancora assai vicini.. Una perfetta miscela di classe, coraggio, strategia, capacità di condurre il mezzo e diplomazia in corsa. L’ennesima prova che lo spettacolo nelle grandi corse a tappe, quello che la gente ricorda, passa quasi sempre da lui.

Quintana bene come spesso gli capita, non benissimo come rare volte gli capita. Tutte le condizioni di corsa gli erano favorevoli.  Anacona, Amador e Izagirre a fare da testa di ponte e tanta strada all’insù particolarmente invitante non sono bastati a convincerlo ad osare.

Dumoulin cercherà il perché della imbarazzante situazione capitatagli. Tuttavia , superata la quale, si è difeso alla grande. Nel giorno peggiore, a causa di una vicenda che suscita naturale ilarità, una prova di tutto rispetto.

Degli altri spendo volentieri due parole per Pozzovivo. Domenico ha tenuto benissimo rivali più titolati in salita cedendo in discesa  una manciata di secondi poco significativi. La sua scalata alla classifica continua. Ad maiora.

Il Giro continua con la Tirano- Canazei, 219 km. Aprica e Tonale all’inizio tappa, poi un lungo finale asfittico con la strada che sale costantemente al 2-3%. Tappa all’apparenza interlocutoria, di fatto potrebbe rivelarsi utile per lavorare ai fianchi coloro i quali oggi non hanno ben “digerito” il doppio Stelvio.

Il Giro è finalmente cominciato e si sapeva.

Sapevo anche che non sarei riuscito a stare sempre incollato allo schermo.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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