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Pierre Rolland corona finalmente un bel tentativo e si aggiudica la Tirano- Canazei, 17^ tappa del Giro. Giornata in apparenza tranquilla per Dumoulin in difesa della maglia.

Si sapeva da tempo che i 219 km di questa frazione erano terreno di caccia adatto per gente coraggiosa. La girandola di capovolgimenti di fronte che aveva sin dall’inizio coinvolto un foltissimo gruppo composto da trentanove uomini si era finalmente stabilizzata a circa venti chilometri dal traguardo. Erano rimasti venticinque uomini, avrebbero finito la prova con buon margine sul gruppo, e si apprestavano a giocarsi il successo parziale. Gli UAE Emirates in forze, con Rui Costa in testa, facevano buona guardia soprattutto con Mohoric. Con i due anche i bravissimi Conti e Polanc, entrambi autori di un’altra bella prova durante le quale il secondo ha anche accarezzato, sia pur virtualmente, il sogno rosa. Il gruppo nel frattempo sotto l’impulso della Quick Step riportava lo svantaggio in termini accettabili, dopo che per tanto tempo si era mantenuto in doppia cifra. La tregua davanti durava una decina di chilometri, poi inevitabili cominciavano gli scatti. Provano Conti, Barbin, Fraile, la zampata giusta arriva ai meno sette, a piazzarla è Rolland. Arrivo in solitario che sa di beffa soprattutto per Rui Costa ed i suoi. Il portoghese alla fine sarà secondo, anticipando Izagirre nella volata dei battuti.

Per i migliori arrivo tutti in gruppo con un distacco di 7’54’’. Polanc, grazie al guadagno odierno, risale sino al decimo posto della generale per il resto immutata.
Si diceva della bella vittoria di Rolland. Per il francese una meritata giornata di gloria, dopo un paio di stagioni senza successi, costellate da tanti tentativi infruttuosi. Il corridore che aveva iniziato la carriera con qualche discreto risultato nelle grandi corse a tappe, ha visto scemare via via le sue prestazioni in funzione classifica generale. Ultimamente sembra essere riuscito a ridisegnare le proprie ambizioni trasformandosi in un protagonista spesso presente nelle lunghe battute di caccia.

Chiusa l’ultima parentesi interlocutoria, il Giro apre domani la sua stretta finale.
La attraversata dolomitica che attende la carovana non è delle più tremende. Da Moena ad Ortisei 137 km con cinque colli. Pordoi, Valparola, Gardena, Pinei e Pontives sono tutte salite pedalabili. Solo l’erta verso Pontives, quando ci troveremo ad un tiro di schioppo da Ortisei, presenta quattro chilometri dalle pendenze niente male. Il gruppo però da un po’ ha cominciato inevitabilmente a fare i conti con le energie rimaste. Inutile girarci attorno, tutti gli occhi sono puntati sui più attesi della vigilia, Quintana e Nibali, chiamati a cercare di scardinare la difesa di Dumoulin, l’uomo che sino allo Stelvio ha tenuto sotto scacco l’intero Giro. L’olandese probabilmente è il primo ad interrogarsi sulla grottesca vicenda che gli è costata un paio di minuti. Si è trattato di un pericoloso campanello d’allarme?

La risposta sincera a breve.
Impossibile mentire a cinquanta chilometri di salita, pedalabili o meno.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

 

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