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TJ Van Garderen batte la crisi e Landa sul traguardo di Ortisei. Dumoulin tiene a bada Quintana e Nibali e conserva agevolmente la maglia rosa.
La tappa dolomitica dalla lunghezza e dal profilo discutibili delude le attese e lascia solo qualche traccia sulla classifica generale.
Come era lecito attendersi la Sky scaglia immediatamente le sue frecce migliori in caccia. Con Landa, in fuga Deignan e Rosa. Lo scacchiere del folto gruppo comprende il solito paio di uomini Movistar, Anacona e Amador; un uomo di Nibali, Siutsou; l’immancabile Fraile sempre pronto a contendere i punti GPM a Landa; poi in tanti che cercano il lustro di giornata o forse anche un lustro del tutto nuovo come Van Garderen. Pordoi e Gardena passano così, davanti a cercare di mettere fieno in cascina, dietro con Movistar e Barhain a lavorare ai fianchi la Sunweb. Sul Passo Gardena le azioni più significative dell’intera tappetta. Oltre metà salita è Quintana a partire secco. Nessuno reagisce immediatamente ed il colombiano si porta subito sulla ruota di Anacona. Il tentativo sembra buono, anche perché Nibali, qualche centinaio di metri dopo, decide di partire a sua volta e riesce a portarsi sin troppo facilmente sulla ruota di Quintana. Sarà un fuoco di paglia perché la maglia rosa in progressione riuscirà a chiudere sui pericolosi avversari a cavallo dello scollinamento, prima che la situazione possa prendere una brutta piega.

Intanto al comando la tappa prosegue con l’immenso lavoro di Rosa per Landa, con quest’ultimo capace poi di staccare tutti tranne Van Garderen. I migliori aspettano la salita verso Pontives per sparare le loro cartucce restando comodamente a ruota ora dei Movistar, incapaci di accorciare sui due fuggitivi e ora del formidabile Plaza capace invece di portare la maglia bianca dalle spalle di Jungels a quelle di Adam Yates. Nella salita finale un paio di allunghi di Quintana ed uno di Nibali troveranno le facili risposte di Dumoulin, che dà l’impressione di averne più dei rivali. Più avanti, in prossimità del falsopiano finale, l’olandese con il piglio del padrone deciderà chi si e chi no .

Quintana, Dumoulin e Nibali (Foto LaPresse – Gian Mattia D’Alberto)

I migliori, ad eccezione dei rivali designati, riusciranno uno ad uno a sganciarsi senza che il leader batta ciglio, con addirittura Pinot e Pozzovivo capaci di guadagnare un minuto scarso arrivando assai prossimi al duo Van Garderen-Landa. Quest’ultimo, dopo Bormio, riesce di nuovo a farsi battere in volata, questa volta da Van Garderen. Terzo Pinot, sornione tutto il giorno ma svegliatosi al momento opportuno, quarto un magnifico Pozzovivo, entrambi a soli 8 secondi. Poi alla spicciolata Zakarin, Kruijswijk, Mollema. I tre litiganti Dumoulin, Quintana e Nibali arrivano insieme a 1’06’’. La nuova classifica, accorciata nei distacchi oltre il terzo posto, presta lo spunto per le inevitabili polemiche del dopo corsa stanate da chi non vede l’ora. La maglia rosa accusa i rivali che, a suo dire, non collaborando hanno rischiato di perdere il podio, Nibali ribatte che lui non è interessato al piazzamento. Nulla di nuovo sul fronte orientale, il Giro da sempre si ciba dei battibecchi fra i protagonisti. In ogni caso, domani e sabato, l’olandese dovrà guardarsi da un paio di rivali in più che gli si sono avvicinati sin troppo pericolosamente. Evidentemente avrà fatto bene i suoi conti.
Pozzovivo merita un capitolo a parte. Il lucano sin dall’inizio del Giro ha dimostrato di saper ciò che vuole, ciò che ha in tasca, quando spendere e di resistere alla tentazione di sprecare. Incrociando le dita, un ottimo piazzamento finale è cosa pressoché fatta. Un Giro, il suo, sin qui perfetto.

Domani si prosegue da San Candido a Piancavallo, 191 km. Arrivo in salita abbastanza impegnativo. L’erta finale misura 15,4 km, la sua pendenza media è del 7,3%. La salita è divisa in due sezioni con il primo tratto di circa dieci chilometri decisamente più duro. La tappa per il resto non è particolarmente impegnativa prevedendo un paio di GPM nella sua parte iniziale decisamente scollegati e distanti dalla salita finale.

Lo spazio per attaccare Dumoulin diminuisce a vista d’occhio. Le possibilità concrete di farlo, per quanto visto oggi, ancor meno.
Dietro il nervosismo di Nibali del dopo gara c’e’ forse anche tanta consapevolezza.
Io spero di no. In fondo, come tanti vanno ripetendo in questi casi, il Giro finisce a Milano.

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

 

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