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Festeggiamenti doppi per i francesi, Barguil, nel giorno della loro festa nazionale, si aggiudica la seconda ed ultima frazione pirenaica del Tour da Saint Girons –Foix. Battuti in volata Quintana, Contador e Landa. Un Fabio Aru, dai nervi saldi, difende la maglia. Distacco immutato sui primi inseguitori Froome e Bardet.

La Sky cambia radicalmente tattica di corsa, pur correndo in modo tatticamente non impeccabile, senza per’altro mettere in discussione la leadership di Froome, cerca di ribaltare il Tour con Landa.

L’avvio della tappa è caratterizzato dal solito frenetismo. Vivacità che annienta immediatamente la debole tenuta difensiva dell’Astana. Il pericoloso isolamento di Aru mette le ali alla Sky, che cerca subito di spaventare la classifica con il suo secondo uomo. Landa approfitta dell’invito di Contador in prossimità dello scollinamento del primo GPM della giornata, il Col di Latrape, per prendere il largo. Si aprono così i giochi pericolosi dove in ballo c’è la maglia di Aru. Successivamente ad alimentare ancor di più il livello del rischio, all’inseguimento del duo al comando si portano Quintana, Barguil e soprattutto Kwiatkowski. Aru, sempre passivo in gruppo, non può far altro che sfruttare pazientemente il lavoro di Lotto Jumbo, Ag2r e Cannondale in difesa delle posizioni dei capitani. Buon per Aru che il terzetto di inseguitori fallisca il ricongiungimento ai piedi del Mur di Peguere quando lo svantaggio della maglia gialla era già abbondantemente oltre i due minuti. Sull’ultima salita poi, altre vicende tutte marca Sky, o insperate o tatticamente discutibili, interverranno in favore di Aru. Prima Kwiato mollerà le ruote di Quintana e Barguil, poi, mentre costoro si riportano su Landa e Contador, Froome si adopererà in un paio di furiose frullate che avranno come unico risvolto concreto un buon recupero sugli uomini al comando. Insomma per Aru, sempre attento, tutto oro colato.

Nella lunga discesa finale, un po’ di nervosismo serpeggia nella condotta di Aru, alla ricerca di una collaborazione che logica vuole non possa trovare. Poco male, difficile mantenere sempre il sangue freddo in una frazione dove ha corso da solo e la sua maglia è stata in pericolo sin dalla prima pedalata.

La volata finale non ha avuto storia, con un Barguil nettamente più veloce dei suoi compagni di fuga. Dietro continue scaramucce hanno contribuito a limare qualche ulteriore secondo. Una di queste ha permesso a Simon Yates e Daniel Martin, classificati a 1’39’’, di anticipare di una manciata di secondi il gruppetto con dentro Uran, Froome ,Aru e Bardet.

La tappa bellissima è una di quelle che riconciliano il pubblico con il ciclismo. Dopo tante noiosissime trasmigrazioni nelle pianure francesi ed una tappa montana uccisa da un feroce controllo, finalmente un giorno corso a briglie sciolte su questi meno conosciuti colli pirenaici.

La Sky ancora una volta ha segnato la frazione con la sua forza, il caso e un po’ di indisciplina tattica della leadership, probabilmente volontaria, non ha consentito a Landa di vestire di giallo. Buon per Aru che per conto suo ha corso benissimo in condizioni difficilissime, senza sbavature evidenti. Proprio per questi motivi è una difesa che vale doppio. Gli altri, Bardet e a questo punto anche Uran, han fatto quel che dovevano limitando i danni personali dando l’impressione di non aver intaccato in modo particolare le riserve energetiche.

Dopo la sbronza di oggi, domani probabile ritorno sulla terra, con la Blagnac Rodez  di 181 km. Frazione non impossibile con un finale ondulato per nulla scontato adatto ai colpi di mano.

Vediamo se è possibile evitare l’ennesima volata.

Una classifica cortissima ed uno strappo finale di 600 metri non mettono al riparo la maglia da possibili pericoli.

Incrociamo le dita!

Turi Barbagallo (Il salotto del Ciclismo)

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