Tutto è avvenuto nel primissimo pomeriggio del 13 Agosto, intorno alle 14 quando la centrale operativa del 118 di Catania riceveva una richiesta di intervento nell’abitazione dei coniugi Barra-Visalli in via Balduino a Catania. Giunti sul posto, gli operatori sanitari trovavano il corpo della Visalli, privo di vita e accertano che il decesso era intervenuto quantomeno nelle precedenti 6 – 8 ore, imputando la morte a cause naturali. Il marito della donna interrogato dalla Polizia aveva dichiarato che la moglie si era sentita male nel corso della sera prima e aveva la temperatura corporea particolarmente alta.
Barra sostenne che nel tentativo di curarla aveva provato a somministrarle dei farmaci che la donna non riusciva ad assumere a causa di difficoltà nella deglutizione e che la mattina seguente resosi conto delle condizioni della moglie, che appariva non respirare più, decideva comunque di proseguire a dormire. Solo intorno alle 13.30 si risvegliava e contattava la sorella per riferirle della situazione. Era la cognata a chiedere aiuto al 118 che interveniva sul posto.
Barra dichiarava di non aver provveduto a chiamare i soccorsi perchè si era stancato per un lungo periodo di assistenza alla moglie che aveva dovuto accudire da solo. Insospettita dai racconti la Procura disponeva l’autopsia ed erano i medici ad attestare che la morte era imputabile ad una compressione della regione cervicale e toracica, posta in essere verosimilmente con interposizione di un mezzo soffice (lenzuola, coperte, cuscino).