Cronaca

 L’eccessiva trafila burocratica, la carenza di capacità gestionali, l’invadente intromissione della “cattiva politica” impediscono di dotare i molti profughi che scappano dalla terra natìa di tutti quegli strumenti che possano assicurare una nuova vita in Italia, considerata terra di transito, o in altri Stati europei, desiderati e sognati come meta definitiva per un loro dignitoso avvenire.

Queste alcune delle più importanti considerazioni scaturite dalla recente presentazione dell’ultimo annuale Rapporto immigrazione, studiato e preparato sulla base dei dati ISTAT dalla Caritas Italiana, di cui è presidente il cardinale siciliano, Francesco Montenegro, arcivescovo metropolita di Agrigento la diocesi italiana più vicina alle coste settentrionali dell’Africa mediterranea, e dalla Fondazione Migrantes, del cui comitato di presidenza è direttore generale mons. Giancarlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio.

   Nella sala pinacoteca “Archimede Cirinnà” del Museo Diocesano di Catania, a cura dell’Ufficio diocesano per la Pastorale delle Migrazioni e della Caritas Diocesana di Catania, è stato ufficialmente presentato alla cittadinanza e all’Arcidiocesi il “XXVI Rapporto Immigrazione 2016: nuove generazioni a confronto”, con l’intervento programmato del sacerdote don Piero Galvano, direttore della Caritas diocesana e parroco in un parrocchia dell’estrema periferia sud della città, del diacono permanente don Giuseppe Cannizzo, direttore dell’Ufficio per la Pastorale delle Migrazioni e in sevizio nella parrocchia periferica “San Leone vescovo”, del sacerdote don Gianni De Robertis, direttore generale della Fondazione Migrantes che ha tenuto un’ampia, approfondita ed articolata relazione sul Rapporto.

Il vicario generale mons. Salvatore Genchi ha portato i saluti dell’arcivescovo metropolita mons. Salvatore Gristina ai partecipanti all’importante evento socio-ecclesiale, che ha rappresentato una rara occasione privilegiata per approfondire con gli addetti ai  lavori un tema particolarmente vivo ed importante nel dibattito contemporaneo e per focalizzare l’attenzione sui cambiamenti della società catanese nell’ottica della cultura dell’incontro, un tema in precisa continuità col precedente Rapporto 2015.

Il dottor Cannizzo ha fatto riferimento al confronto tra le giovani generazioni di italiani e <stranieri>, nati o meno in Italia, che studiano, vivono e sognano quotidianamente negli stessi ambienti: “I giovani di origine non italiana sono chiamati ad assumere sempre di più il ruolo di protagonisti nel raggiungere gli obiettivi comuni nella sfida della convivenza in seno alla società civile ed ecclesiale, sfida intesa nelle relazioni come dialogo, incontro e integrazione”.

Da parte sua, padre Galvano ha evidenziato come il XXVI Rapporto, presentato a livello nazionale all’inizio dell’estate, risponde a molti interrogativi che tanti cittadini si pongono sull’immigrazione: “In questo ultimo periodo, dopo che le lezioni politiche in alcuni Stati Europei hanno favorito l’avanzamento dei partiti contrari all’immigrazione, mi sono posto alcune domande sugli immigrati e sui motivi per cui nei loro confronti ci sia ancora una chiusura. Forse non fanno parte della nostra stessa natura umana? Fino a quando le tragedie del mare lasceranno indifferenti i cuori di tutti gli europei? Mi auguro che dalla presentazione del Rapporto le nuove generazioni possano aprire il proprio cuore e la propria mente ad ogni uomo e ogni donna che vivono in questo mondo”.

 Secondo padre De Robertis il tema dei migranti è molto strumentalizzato ed inquinato dalla politica come “ad esempio quando si parla di invasione, visto che sono 5 milioni gli immigrati in un Paese di 60 milioni di abitanti”. Molti cittadini chiedono un aiuto per la cura degli anziani in casa e non si trovano persone in regola da poter farle lavorare senza intoppi burocratici. Si vuole assumere ma ciò non si può fare per mancanza di documenti idonei. Così lo “Stato perde i contributi per gli immigrati che vengono mantenuti in una condizione continua di debolezza, impedendo loro, nei fatti, di poter firmare un contratto d’affitto o di lavoro”. Così il fattore umano si aggiunge ai numerosi ostacoli burocratici eretti contro una vera integrazione dei fratelli immigrati e non esiste neanche un percorso agevole e celere per aiutarli a trovare la propria dimensione in terra italiana.

Il volume, di 430 pagine, è articolato, dopo un’introduzione dell’arcivescovo Gian Carlo Perego e di mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana, in due parti: la prima, dal titolo “L’Immigrazione nel 2016”, contiene l’annuario commentato con i principali fatti dall’Italia e dal mondo e tre saggi, due di Claudio Marra, dell’Università di Salerno e dell’Osservatorio sulle Politiche Sociali, riguardanti le Migrazioni nel contesto internazionale ed italiano: “L’Italia nella mobilità globale, flussi e presenze” e “l’Italia un paese multiculturale”, mentre Luca G. Insalaco del Foro di Palermo tratta dello “straniero e la giustizia penale”; un paragrafo è riservato al nesso tra “immigrazione e territorio”.

La seconda parte si sofferma analiticamente sulle <nuove generazioni a confronto>, con densi interventi di Maurizio Ambrosini, Università Statale di Milano; Rita Bichi Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Sabrina Prati, ISTAT; Laura Zanfrini, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e Fondazione ISMU; Valerio Corradi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia; Elena Besozzi, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Maria Carolina Brandi, Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche; Paula Baudet Vivanco, Associazione Nazionale Stampa Interculturale; Cristina Pasqualini, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano; Angelo Zaccone Teodosi, Istituto Italiano per l’Industria Culturale; Ivo Lizzola, Università di Bergamo; Gianluca Corsini, collaboratore Fondazione Migrantes; Luca G. Insalaco; Caterina Boca, Caritas Italiana.

I temi trattati nei vari saggi sono quanto mai stimolanti: Una nuova generazione di italiani; I Millennials e gli stranieri: primi risultati di un’indagine biografica; Dal calo demografico all’invecchiamento: un Paese sostenuto dalle nuove generazioni di migranti; la transizione al lavoro dei giovani immigrati e figli di immigrati (con box ‘Giovani e lavoro’. La risposta di Caritas e Migrantes); Le giovani famiglie immigrate in Italia (con approfondimento “Giovani stranieri e povertà economica” di Walter Nanni, della Caritas Italiana); L’esperienza scolastica e formativa dei minori e dei giovani stranieri (con box ‘Giovani e scuola’: La risposta di Caritas e Migrantes, con approfondimento di Sara Vatteroni, Migrantes di Massa Carrara; Giampiero Forcesi, già Ufficio Centrale Studenti Esteri in Italia; Maurizio Certini, Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira di Firenze); L’overeducation, un problema mondiale (con approfondimento di Claudio Debetto e Alessandro Bozzetti); I giovani di oggi contro Golia, incarnazione di una legge che li condiziona per la vita (con approfondimento, “le social street: luoghi [tra reale e virtuale] in cui si realizza l’inclusione sociale sui territori” di Cristina Pasqualini, Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano); Giovani stranieri in Italia, tra cultura e informazione: un perdurante deserto di conoscenza (con approfondimento: “Migr Arti, un approccio nuovo al tema integrazione a partire dai giovani” di Paolo Masini, Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo);  Giovani migranti e incontro religioso (con box giovani e incontro religioso. La risposta di Caritas e Migrantes; con approfondimento: “Giovani musulmani in Italia” di Viviana Premazzi, dell’Università di Torino; “Il Centro Astalli nelle scuole: percorsi e incontri per far crescere i ragazzi” di Donatella Parisi, Centro Astalli; Giovani, stranieri e Servizio Civile (con box Giovani e Servizio Civile. La risposta di Caritas e Migrantes); Le forme di devianza e di dipendenza, nuove e tradizionali, tra giovani immigrati in Italia. Un’appendice normativa è riservata a Giovani e immigrazione tra cittadinanza e difficoltà burocratiche.

Il Rapporto, evidentemente, si presenta come un prezioso strumento di informazione, di consultazione e di riflessione per tutti e consente di disporre di dati certi, ufficiali ed analitici. Per quanto riguarda la Sicilia al 1° gennaio 2016 la popolazione straniera residente assomma a 183.192 unità (di cui il 47,9% donne), con un’incidenza sulla popolazione totale del 3,6%. Il 67,8% dei cittadini stranieri sono presenti nelle province di Palermo (20,2%), Catania (18,2%), Messina (15,4%) e Ragusa (14,1%): maggiormente presenti soni i romeni (29,0%) e tunisini (10,5%); seguono coloro che provengono dal Marocco, dallo Sri Lanka e dal Bangladesh, costituenti un totale del 59,4%.

 Nell’anno scolastico 2105/2106, gli alunni stranieri che frequentano le scuole regionali sono 24.319, con un’incidenza sul totale degli alunni del 3,1%. Alunni con cittadinanza non italiana per ordine di scuola: Infanzia 17,2%, Primaria 33,9%, Secondaria I Grado 23,4%, Secondaria II grado 25,5%. Nella provincia di Catania gli stranieri residenti sono 33.416 (51,2% donne e 48,8% uomini). Nel Comune di Catania i cittadini stranieri residenti sono 12.982, pari al 3,1% della popolazione, con la significativa presenza di cingalesi (2.448), romeni (2.126), cinesi (1.218), seguono le comunità mauriziana, bengalese,senegalese, marocchina, indiana, tunisina,, polacca.

 Antonino Blandini

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